Murray, la faccia indegna del Capitalismo

Dunque, negli USA ha vinto Barack Obama. Uno che crede nei diritti e perfino (incosciente) nel diritto alla salute come diritto universale. E pensa, eversivo che non è altro, che i ricchi debbano pagare più tasse.

Tutti felici, tutti contenti? No, per niente. Le borse mercoledì sono andate giù da far paura, a dimostrazione che i capitalisti mondiali vivono l’elezione di Barack Obama una iattura (per alcuni non cambierà nulla, può anche darsi, ma questa disperazione tra quel 2% della popolazione più ricca del mondo mi fa solo piacere).

Poi l’uomo, per carità, ha alle spalle tutte le contraddizioni e i limiti che conosciamo, ma sicuramente è meglio di Mitt Romney e Paul Ryan, che non si sono risparmiati nulla in questo infernale anno di campagna elettorale (per me, non so voi, meno durano, meglio è).

Ma andiamo al titolo di questo articolo, la faccia indegna del capitalismo. Esagero? Giudicate voi: Robert Murray, il numero uno della più grande compagnia privata di estrazione del carbone negli USA, già noto per aver costretto i suoi dipendenti a finanziare Romney, ha licenziato 163 dipendenti. Il motivo? La rielezione di Barack Obama.

Dunque? Dunque un bastardo interessato al mero profitto, richiamandosi finanche alla Bibbia e a Dio, in un momento di crisi nera, nerissima, ha letteralmente gettato in mezzo ad una strada 163 famiglie per mera ripicca personale. Lui continuerà a macinare utili, a fare milioni di dollari, cosa volete che gliene importi?

Questa crisi sta portando alla luce qualcosa che forse, negli ultimi 30 anni, anche a Sinistra avevamo dimenticato: la faccia indegna del capitalismo. Una volta tentavano di nascondersi, concedendo qualche diritto qua e là, ora che la torta si è ristretta anche per loro, dimostrano tutta la propria immoralità e malvagità nel cercare di sfruttare il lavoro degli altri per arricchirsi quanto più possibile.

Murray non è l’eccezione, è la regola: le eccezioni, semmai, sono le persone come Olivetti, che stabiliva che il più alto stipendio in fabbrica non dovesse essere 10 volte superiore al più basso.

Diceva Enrico Berlinguer che noi lottavamo “per una società socialista che difenda tutte le libertà, meno una: quello di sfruttare il lavoro di altri esseri umani. Perché questa libertà tutte le altre distrugge e rende vane.” Lo diceva nel 1968.

Lottare per una società del genere (chiamatela anche Pippo, come vi pare) mi pare che sia un degno obiettivo per tutti quelli che oggi aspirano a costruire una Nuova Sinistra. O, almeno, ci provano.