E’ morto Adalberto Minucci, uno degli ultimi berlingueriani

E così se ne va Adalberto Minucci, uno degli ultimi berlingueriani, tra i più stretti collaboratori di Berlinguer per tutto il periodo della sua segreteria.

Gli elogi si sprecano. Minucci, una vita nel PCI, viveva la sua militanza con una passione e slancio tipici di chi crede davvero all’ideale per cui lotta. Lo stile sobrio e austero, in perfetta sintonia con quello del suo segretario, contribuirono a creargli un ruolo meno mediatico, ma fondamentale nella cerchia di Berlinguer, soprattutto negli ultimi anni, quando nel partito gli organizzò una vera e propria guerra contro (ogni riferimento a Giorgio Napolitano è puramente voluto e non casuale).

La sua coerenza politica non è mai venuta meno, non si pentì mai di essere stato comunista, anzi, con orgoglio si è sempre considerato tale. La prova di ciò fu che dei dossier preparati dal SISDE contro Berlinguer e i suoi collaboratori (Minucci compreso) Bettino Craxi non se ne fece mai nulla. Se ci fosse stata anche la più piccola irregolarità, la stampa (tutta) gli sarebbe andata contro con il gusto diabolico di chi non aspetta altro, per poter finalmente intonare il coro “sono tutti uguali”.

Per i berlingueriani, quel coro, mai ci fu. Sarà anche per questo che, a quasi 30 anni dalla morte di Berlinguer, con molta umiltà e consci di non esserne all’altezza, non troviamo etichetta migliore da affibbiarci (se proprio dovesse essere necessario) di “berlingueriani”.