Sperimentazione animale: l’ignoranza è la base della propaganda.

Quando Luca Zaia era Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali portò avanti una sua personale battaglia contro gli OGM. Se non facesse ridere, questo video (una specie di Zaia VS Slow Food) dovrebbe far piangere. Il nostro palesava una certa preoccupazione per l’uva senza semi, a suo dire transgenica (quindi lo Strudel sarebbe transgenico…) e, come se non bastasse, sempre il nostro era (e credo sia ancora) convinto che normalmente i viticoltori seminino le viti, una stupidaggine di rara portata.

Ora che gli OGM sono passati di moda si è passati alla sperimentazione animale (da qui in poi SA). Ieri per esempio mi è stato segnalato questo, a firma Sola, Patitucci,  Zamponi Civati,  Cavalli,  Cremonesi. Si tratta in pratica di una trattazione intrisa di luoghi comuni e frasi a effetto pescate molto poco abilmente nei vari blog e siti animalisti, che giustifica lo stanziamento di 500 mila euro per la ricerca di metodi alternativi alla SA. Ora, è bellissimo che in tempi di crisi si finanzi la ricerca, anche se penso ci sarebbero da valutare ben altre priorità vista l’evidente arretratezza tecnologico-industriale del nostro Paese, alquanto strano invece questo tempismo post Green Hill.

Ci sono alcuni punti del documento che non mi convincono affatto, anzi, mi creano un certo effetto Zaia.

l’articolo prevede, fra l’altro, la chiusura degli allevamenti di cani, gatti e primati non umani, obbliga all’utilizzo di anestesia e analgesia e, soprattutto, incentiva i metodi alternativi.

Come riportato su Nature la chiusura definitiva di allevamenti tipo Green Hill comporterà, visto che la SA non è ancora stata abolita, l’importazione di animali da Paesi in cui vigono leggi molto meno severe (Cina, Europa dell’Est). Tanti auguri (agli animali).

Esistono correnti di pensiero che affermano come questo tipo di impostazione scientifica non sia idoneo allo studio delle patologie umane, e che si possano mettere in atto ricerche che non prevedono l’impiego di animali.

Il termine “corrente di pensiero” è improprio. Nella cosiddetta comunità scientifica e in particolare in medicina i dibattiti sono frequenti, ma non così tanto come si pensa e generalmente su inezie o su cose non ancora dimostrate. Inoltre non vale il principio di autorità: quello che dice un Nobel, se non suffragato da fatti, non è più vero di quanto possa dire sullo stesso argomento un impiegato delle poste.

Taluni scienziati sostengono che nessuna specie animale possa rappresentare un valido modello sperimentale per altre specie, esseri umani inclusi. D’altro canto quando, ad esempio, si dimostra che un principio attivo è terapeutico ed innocuo nei ratti, è necessario poi comunque che esso venga sperimentato anche sugli esseri umani.

Uno dei possibili metodi alternativi tanto sbandierati è la coltura di cellule in vitro, ma non è chiaro come una cellula possa somigliare a un uomo più di un ratto. Inoltre se non sperimentiamo sui ratti perché poi tanto sperimentiamo sull’uomo è inutile sperimentare anche sulle cellule o fare simulazioni al computer. Dall’altra parte è normale che gli animali scelti non siano simili all’uomo per alcuni aspetti, ad esempio la capacità di figliare abbondantemente e in fretta e una vita breve (per i ratti 3 anni in media) permettono a oggi di studiare malattie e farmaci su molti individui e su più generazioni. Ciò non toglie che questi stessi organismi siano simili per numerosi aspetti all’essere umano: è spiegato piuttosto bene in questo articolo di Repubblica del 2002:

l’80 percento dei geni umani ha un corrispondente tra i geni murini e confrontando il genoma del topo e quello dell’uomo sono già stati scoperti 1200 nuovi geni umani.

Alla faccia… (la cosa tragica è che nel breve documento della regione Lombardia i firmatari riescono a contraddirsi su questo punto qualche paragrafo dopo)

A partire dal 1993, dalla causa Daubert vs. Merrel Dow Pharmaceuticals, i test su animali non sono più considerati prove scientifiche utilizzabili in tribunale (Picozzi M., Intini A. Scienze Forensi. Teoria e prassi dell’investigazione scientifica. Utet, 2010).

Che in realtà non è nulla di quanto scritto sopra. La sentenza diceva che la parola di un esperto, per quanto qualificato, non ha significato se ciò che afferma non è dimostrato da dati ottenuti tramite l’applicazione rigorosa del metodo scientifico e soggetti a peer review (Daubert Standard). Torniamo alla non validità del principio di autorità appena citata.

Nel 2004 il British Medical Journal pubblicò un articolo che, per la prima volta, tentò di valutare obiettivamente la sperimentazione animale giungendo alla conclusione che non sia un metodo meritevole di finanziamenti  [Where is the evidence that animal research benefits humans? British Medical Journal, numero 328 del 28-2-2004 (pp. 514-517)].

Nell’articolo si punta il dito contro la scarsità dei metodi di valutazione della SA: secondo gli autori non ci sono abbastanza review sull’argomento, ma questo non significa che la SA sia inutile. Con qualche click in più Sola, Civati e co. avrebbero anche potuto leggersi le 35 risposte rapide e i 5 articoli correlati e quindi capire cosa diceva l’articolo e dove è criticabile.

Inoltre, il professor Thomas Hartung, che è stato direttore del centro ECVAM (European Center for the Validation of Alternative Methods) dal 2002 al 2008, ha dichiarato che i test sugli animali, causa scarsa affidabilità, sono “cattiva scienza” [Thomas Hartung, “Toxicology for the twenty-first century”, Nature 460, 208-212 (9 July 2009)].

L’articolo parla di tossicologia e della necessità di uno “svecchiamento” dei metodi usati finora (opinione che condivido). Quello che sostiene Hartung è un ragionamento un po’ più lucido e profondo di quanto riportato nel documento della Regione. I firmatari spero mi diranno dov’è scritto “cattiva scienza” (presumo “bad science”) perché ho l’articolo qui davanti e ho la sensazione che loro non l’abbiano letto per virgolettare un’affermazione che non esiste.

Nell’elenco dei metodi alternativi già in uso è piuttosto grottesco che si dica

un saggio che sostituisce completamente l’uso degli animali è quello chiamato EST (embryonic stem cell test), che si basa sull’uso di cellule staminali

ci spiegheranno mai come sia possibile utilizzare questo metodo in una nazione in cui vige una legge come la 40? Importando le cellule staminali embrionali dall’estero come si è fatto finora?

Oltre alla presenza sul territorio regionale dei già citati centri ECVAM e dell’Istituto Zooprofilattico, occorre menzionare l’Istituto Europeo di Oncologia, IEO, fondato dall’oncologo Umberto Veronesi che ha recentemente dichiarato: “Va vietata e penalizzata la vivisezione, che è priva di reale validità scientifica”

Posto che vivisezione e SA non sono sinonimi, il prof. Veronesi di ratti in laboratorio ne ha usati e ne usa (ad esempio qui e qui), e pur essendo un vegetariano convinto ha più volte dichiarato che la SA va per quanto possibile ridotta, ma in alcuni campi non è ancora sostituibile (si legga a tal proposito il suo post sul suo blog nel sito della sua fondazione). Interessante poi come Veronesi, a seconda dei casi, passi da Cancronesi (inceneritori) a luminare (SA).

Tutti auspichiamo che un giorno non sia più necessario utilizzare gli animali per curare altri animali o gli esseri umani. La mia impressione è invece quella che il comitato contro Green Hill e movimenti affini muovano l’opinione pubblica (e quindi il voto) più di qualche operaio costretto a scegliere fra la salute e il lavoro.

Vorrei che nei parlamenti entrasse qualche politico che chiacchierasse di meno ma conoscesse bene la termodinamica

Sono parole di Tullio Regge e anch’io da elettrice vorrei che in Parlamento entrassero finalmente persone competenti, preparate nel proprio campo quanto umili in ciò che non conoscono, persone insomma che non limitano la propria proposta politica a cavalcare l’onda emotiva del momento.

2 commenti su “Sperimentazione animale: l’ignoranza è la base della propaganda.”

  1. Cara Laura, purtroppo non mi trovo sulla tua stessa posizione nei confronti della s.a., in quanto non sono convinto che il consenso scientifico sia completamente polarizzato a favore o contro, ma penso che il dibattito sia acceso più che mai, con posizioni variegate che coprono l’intero gamut delle possibilità, tra oltranzisti, possibilisti, innovatori ed eretici dell’ultima ora.

    Quello che non capisco è il perché di tanta critica per un PDL pubblicato a marzo (evidentemente una bozza improvvisata ed estemporanea rispetto ai fatti di Green Hill), ormai chiuso e abbinato ad un altro atto che a mio avviso è molto più razionale e scientifico, il PDL n, 167, oltre ad essere un recepimento delle direttive comunitarie. Il testo è consultabile a questo link http://bit.ly/QyMux7
    Certo il primo atto si prestava meglio ad acute esegesi in difesa della s.a., anche se talvolta bisognerebbe considerare una visione dell’argomento in maniera più neutrale possibile, data la sua rilevanza e i risvolti non solo etici.

    Spero mi perdonerai per quanto sopra, leggo sempre i tuoi articoli, e sovente li condivido integralmente. :)

    Cordialmente
    Gifh – Il chimico impertinente.

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