Assumere portaborse e licenziare precari è immorale

Clientelismo. Istituzionalizzato nell’Antica Roma, deve il suo nome ai clientes (dal verbo clùere, obbedire), uomini formalmente liberi, ma in condizioni economiche disagiate, che si mettevano a disposizione di un patronus che offriva loro aiuto e protezione in campo economico e giuridico, giurandogli fedeltà assoluta. Con l’avvento della Repubblica, gli obblighi dei clientes nei confronti del patronus si estesero anche all’ambito elettorale, eseguendo le indicazioni fornite dal patronus dando a lui, o al candidato da lui prescelto, il proprio voto.

Rimasto pressoché inalterato nei secoli, il clientelismo oggi altro non è che un sistema di potere costruito intorno ad una persona molto influente (generalmente un politico), dove questa assicura privilegi, favori e vantaggi di varia natura a quegli individui che le garantiscano piena fedeltà. Mentre però nell’Antica Roma il patronus manteneva con i propri soldi i clientes, ai giorni nostri il clientelismo implica l’uso delle risorse dello Stato, quindi della collettività, per soddisfare gli appetiti della clientela del politico di turno.

Recentemente è tornato agli onori delle cronache quanto avevamo denunciato 13 mesi fa, all’indomani dell’elezione di Pisapia a Milano, ovvero il licenziamento di oltre 160 precari e l’assunzione di schiere di portaborse. A denunciarlo, con un certo ritardo, è il Corriere della Sera, che rende pubblico anche il Dossier dei Precari di Milano, nato proprio sulla scia della denuncia del fenomeno da parte nostra e di altri blog.

Un anno fa qualche portaborse in attesa di assunzione ci giurò: vi faremo chiudere il sito (a dimostrazione che aveva ragione Falcone sul fatto che non è necessario essere un criminale per avere la mentalità mafiosa). Noi, di tutta risposta, abbiamo fatto come Bertoldo e li abbiamo onorati come si meritano tutti gli arroganti prepotenti che si rispettino: con le natiche.

La vendetta, però, per il clamore suscitato dalle nostre denunce (del resto siamo tra i blog di politica più letti d’Italia) non si è fatta attendere: la nostra petizione per una Piazza ad Enrico Berlinguer a Milano fu oscurata per mesi, nonostante oltre 10mila firme fossero state raccolte tra Milano e Provincia. Quando abbiamo chiesto come inviare le firme (per comodità volevamo inviare agli uffici competenti un pdf), nessuno ci ha risposto.

Poi, sorpresa, a gennaio viene fuori che la giunta ha deciso di intitolare una piazza a Berlinguer per i suoi 90 anni, ma che nessuno sapeva della petizione (difficile, finì in prima pagina sul Corriere della Sera). Morale: l’obiettivo non dichiarato era oscurare il fatto che il merito dell’operazione era dei ragazzi di enricoberlinguer.it. Poco male, l’obiettivo è stato centrato, Bianca ci ha fatto i complimenti e la gente sa che il merito è nostro.

Ma è paradigmatico di un atteggiamento negativo e censorio nei confronti dei non allineati, di chi non applaude ad ogni occasione, di chi critica non per distruggere, ma per migliorare. Ma evidentemente a Palazzo Marino sono troppo occupati a soddisfare gli appetiti post-elettorali di gente i cui curricula saranno pure “eccellenti” come afferma l’assessore Bisconti, ma che smentiscono Pisapia stesso che parlò di Merit System e che invece sta attuando lo Spoil System (a luglio, poco prima delle vacanze, altre tre assunzioni). Il Merit System, infatti, si fa per concorso pubblico. E la garanzia che siano stati scelti i migliori, con l’assunzione a chiamata diretta, non c’è nei fatti.

Senza contare poi una cosa: di fronte ad un aumento esagerato delle tasse e alla svendita di pezzi di patrimonio pubblico per sanare il buco creato in quest’anno dalla giunta, il buon gusto e la morale imporrebbero sobrietà e rispetto, soprattutto nei confronti di quelle 160 famiglie dei precari, alcuni ultra-ventennali, lasciati a casa per far posto ai portaborse, che costano svariati milioni di euro all’anno.

Dire che si assumono meno portaborse della Moratti è una foglia di fico buona per gli sciocchi: il benchmarking (la misurazione della propria performance) in Europa si fa paragonandosi al primo della classifica, non alla peggior amministrazione che Milano abbia mai avuto. Evidentemente, però, a partire dalla giunta fatta col Manuale Cencelli, qualcuno ha voglia di sprecare un’occasione storica a Milano.

Contenti loro, contenti tutti. Poi, però, non si lamentino che al primo anniversario della vittoria di Pisapia in piazza c’erano 150 persone e non 100mila come un anno fa. Tanto da parlare di rimpasto di giunta ad ottobre.