Quando Benigni prese in braccio Berlinguer, davanti a 1 milione di persone

Il Papa a Milano ha recitato messa davanti a 1 milione di fedeli, bloccando la città di Milano per tre giorni. Quando in Piazza Duomo un pensionato di 63 anni ha provato ad esporre un cartello contro il Vaticano, è stato subito bloccato dalla Digos, malmenato e portato in questura, dove è stato denunciato (non si capisce per che cosa). Il malcapitato è dovuto andare in compenso all’ospedale a farsi medicare. Fanno più paura le idee delle pistole, ma questo è normale. Stessa fine per chi ha provato ad esporre uno striscione in favore delle unioni civili: sequestrato dalla Digos perché contrario alla morale (quale, non si sa).

Di fronte al comizio anti-statale più costoso della storia repubblicana, mi viene però in mente un altro comizio, quello che Enrico Berlinguer pronunciò ad una manifestazione della FGCI a Roma, il 17 giugno 1983. Quella in cui, per intenderci, fu preso in braccio da Roberto Benigni. Anche lì, ad assistere a quell’evento, ci fu un milione di persone.

La differenza è sostanziale: quell’evento non costò l’equivalente di allora degli attuali 13 milioni di euro spesi da Comune, Provincia e Regione per far venire il Papa a Milano; soprattutto, le istituzioni  non sborsarono una lira per finanziare l’evento. Tutto a spese del Partito Comunista Italiano. Come del resto doveva essere.

Quindi, mi scuseranno i ferventi difensori del valore aggiunto del Papa a Milano, ma quel milione di persone che era a Roma 29 anni fa ad ascoltare Enrico Berlinguer non creò i disagi che hanno creato il milione di fedeli papalini, con imponenti misure di sicurezza, zone a traffico limitato, blocchi del traffico e via discorrendo.

E intendiamoci, se il Papa è il capo della cristianità, allora Berlinguer era il capo della più grande eresia vivente comunista, la più grande in Occidente. E aveva anche lui la scorta.

Della serie: la classe non è acqua.