“Ancora oggi io e i miei colleghi di Grameen lavoriamo con lo stesso obiettivo: quello di porre fine alla povertà, condizione che mortifica l’uomo nella sua essenza più profonda”
Il 1974 è l’anno in cui comincia l’avventura del professor Muhammad Yunus. Quell’anno il suo paese, il Bangladesh, viene colpito da una carestia che provoca milioni di morti. Le strade dei piccoli villaggi sono invase da corpi di bambini, adulti, anziani o persone morenti a causa dei morsi della fame, dovuti alla malnutrizione. La situazione critica spinge il governo del paese ad istiuire delle mense che subito si rivelano insufficienti, a fronte delle esigenze della popolazione.
Il Bangladesh è un paese situato nel sud-est asiatico con più di mille abitanti per km quadrato. La maggior parte della popolazione è analfabeta e la mancanza di istruzione si registra, in particolar modo, fra le donne. L’economia si basa su un’agricoltura povera, continuamente minacciata dai cicloni e dalle alluvioni.
A 21 anni Muhammad Yunus diventa professore di economia presso l’università di Chittagong. Le teorie economiche da lui impartite agli studenti sembrano avere una soluzione per qualsiasi problema di tipo economico. Purtroppo nella realtà molte di queste dottrine sono astratte e non forniscono, dunque, una risposta ai problemi dei più poveri. Nella realtà di questi paesi piegati dalla fame, dalla povertà e dalla corruzione, gli studi sulla concorrenza perfetta non trovano nessun riscontro.Così, spinto dall’entusiasmo, nonché dalla volontà di sconfiggere le ingiustizie, Yunus decide di conoscere meglio i villaggi che circondano il campus dell’università.
I vilaggi bengalesi sono divisi in più “settori” in quanto la popolazione del Bangledesh è musulmana, buddista ed induista.Yunus inizia ad osservare le donne intente a costruire sgabelli di bambù che, una volta pronti, devono essere venduti ai commercianti. I soldi per acquistare il bambù sono dati in prestito dai commercianti stessi, in quanto le artigiane non possono offrire garanzie per ottenere prestiti dagli istituti di credito. Alla fine della giornata, per ripagare il debito, le donne vendono i loro sgabelli e quello che rimane costituisce il profitto, in genere bassissimo ( due centesimi di dollaro al giorno, insufficienti per sfamare un’intera famiglia).
Il progetto della Grameen Bank nasce ufficialmente nel 1976 con lo scopo di fornire piccoli prestiti agli indigenti per consentire loro di avviare delle attività per poi essere restituiti solo quando i “clienti” (per più del 90% donne) ne hanno la possibilità. Oggi nel mondo sono presenti più di duemila filiali e l’organizzazione non è in perdita, poiché i prestiti vengono restituiti con successo. A destare interesse è il fatto che a benificiare dei prestiti siano in larga misura le donne: questo non fa altro che portare il sesso femminile ad emanciparsi da qualsiasi forma di sottomissione maschile o culturale (imposta dalla religione, ad esempio).
La Grameen Bank ha ispirato moltissimi altri progetti nel resto del mondo, concretizzando il sogno di sconfiggere la povertà. Nel 2006 Yunus e la sua banca sono state insignite del premio Nobel per la Pace “per i lori sforzi per creare lo sviluppo economico dal basso”. Il tratto innovativo di questa organizzazione per la microfinanza è il voler considerare ogni singola persona una risorsa, una fonte di talento e di potenziale.