Ammazzare il Porcellum grasso, istruzioni per l’uso

La sbornia post referendaria, che ha visto il trionfo della società civile grazie al ritorno del quorum dopo ben 16 anni, sta dando i suoi frutti. Per Stefano Passigli, politologo ed ex parlamentare DS è giunta l’ora di sfruttare l’onda e abbattere il padre della sciagura della democrazia italiana: il Porcellum. In particolare, la legge contiene la disposizione per cui l’elettore non vota un candidato, bensì una lista da cui poi vengono presi, in ordine, i deputati risultati eletti dalla ripartizione proporzionale. Questo è il punto su cui un nuovo comitato referendario darà battaglia.

Il comitato che sta promuovendo i quesiti abrogativi della legge elettorale, è composto dal citato Stefano Passigli più tutta una serie di nomi di politici e società civile, come Giovanni Sartori, Renzo Piano, Margherita Hack, Umberto Ambrosoli . I quesiti sono stati presentati una settimana fa alla cancelleria della Corte di Cassazione, vediamo nello specifico quali norme intendono abrogare.

In primis, s’intende eliminare la presenza di liste bloccate, cioè il ritorno a una preferenza da parte dell’elettore per stabilire chi debba entrare in Parlamento. Come secondo effetto c’è quello di eliminare il premio di maggioranza per il partito o la coalizione che ottiene anche un solo voto in più degli altri partiti, poiché in esso v’è, secondo i referendari, la causa dell’instabilità dei governi che sono composti da grossi partiti però costretti ad assimilare anche partiti  eterogenei rispetto alle proprie basi programmatiche. E sempre a questo proposito, i referendum abrogativi prevedono una soglia di sbarramento fissa al 4% per tutti i partiti a Montecitorio, a prescindere che essi siano o non siano presenti nella coalizione, limitando così la frammentazione. Infatti, a quest punto, forze minori sarebbero costrette a cercare il diritto di tribuna dentro partiti più grandi o creare liste ad hoc con lo stesso simbolo per sopravvivere alla scure dello sbarramento. Inoltre si prevede anche di eliminare l’indicazione di programma di coalizione e di premier. L’intervento al Senato poi prevede l’inserimento di collegi con soglia di sbarramento adattata all’ampiezza delle circoscrizioni, restando così eletto con metodo proporzionale senza premio di maggioranza.

I quesiti referendari si propongono chiaramente di dare una spallata all’attuale legge elettorale, dando così elementi al Parlamento per modificare la legge. Infatti le premesse per un referendum grimaldello ci sono tutte, visto che l’impianto su cui si basa l’attuale legge (indicazione del premier, risalto alle coalizioni, liste composte dalle segreterie di partito) verrebbe completamente meno.

I tempi però sono stretti: le firme vanno raccolte entro settembre, portando eventualmente il voto poi in primavera. Da parte della politica però gli stimoli per un cambio della legge elettorale ci sono: specie il PD parla con la Lega Nord per una riforma elettorale su modello ungherese (un sistema che prevede la maggioranza degli eletti con collegi uninominali, una quota ripartita su base regionale e una recupero su base nazionale).

Se la società civile vuole riprendersi in mano la politica, andare a toccare le leggi costitutive del sistema partitico è sicuramente il metodo per eccellenza; firmare per ammazzare il Porcellum grasso, si può!

 

14 commenti su “Ammazzare il Porcellum grasso, istruzioni per l’uso”

  1. l’abolizione del premio di maggioranza e quindi del bipolarismo (con conseguente ritorno alla Prima Repubblica e alle ammucchiate al centro) tradisce la volontà dei cittadini che alle amministrative hanno votato candidati di destra e soprattutto sinistra, riducendo al minimo terzopolisti e tutti quelli che tentano di campare di ricatti. Questo referendum è una mezza-truffa, perchè usa lo specchietto per le allodole dell’abolizione delle liste bloccate (che verrà bocciata dalla Cassazione, perchè non resterebbe in vigore un sistema per eleggere i parlamentari) per ottenere in realtà le firme per abolire il premio di maggioranza. Non a caso è sostenuto fortemente dall’UDC.

  2. QUalsiasi cosa è meglio di questo schifo di “porcata”. I partiti riformino la legge elettorale, o viva il referendum!

  3. Onestamente io sarei per un maggioritario uninominale a doppio turno. Insomma come la legge sull’elezione diretta dei sindaci. Diro di più: i candidati dovrebbero essere scelti attraverso vere e proprie primarie, candidati non decisi dai partiti, ma scelti attraverso la raccolta di firme da parte dei cittadini. La democrazia deve partire dal basso se vogliamo un reale cambiamento.

  4. Concordo in pieno con Francesco Pignato per il maggioritario a doppio turno, si fa per le amministative, per quale motivo non si potrebbe fare per le politiche visto che sono anche più importanti??? ok firmiamo per abolire il porcellum e poi??? proposte, proposte ……

  5. eppoi gira continuamente la voce di un referendum sull’abrogazione di tutti i privilegi dei politici, ma i referendum non sono solo abrogativi delle leggi?? attendo che qualcuno mi risponda grazie.

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