La paura di perdere della sinistra

Silvio Berlusconi, sostenendo a Latina il candidato del centrodestra, ha affermato che questo è “un voto non solo per un buon sindaco ma anche per confermare e sostenere il governo nazionale. La sinistra aspetta i risultati perché con la solita doppia faccia dirà, se dovesse vincere, che il governo deve andare a casa o, se dovesse perdere, che erano semplici elezioni locali”.

Per quanto si possa dissentire sulla persona che, ovunque sia “andato a fare campagna elettorale, ha portato un’ulteriore punta di volgarità, diventata la sua bandiera, di cui si sente la vergogna in tutti i Paesi del mondo” (Romano Prodi, il 13 maggio per un intervento a sorpresa durante il comizio di chiusura della campagna elettorale a Bologna), mi viene difficile dissentire su parte della sua ultima dichiarazione (ebbene sì, forse per la prima volta una cosa giusta l’ha detta!).

Se c’è una cosa in cui pecca oggi non solo il Partito Democratico ma l’intera sinistra italiana è proprio il coraggio di prendere posizioni chiare, nette, precise.

Credo che un partito non sia in crisi quando escono allo scoperto le correnti presenti al suo interno, la vera crisi si ha quando il partito stesso non è abbastanza forte da poter definire una precisa linea politica.

I partiti con maggiore visibilità, infatti, oggi come oggi, non hanno il coraggio di scontentare le loro correnti minoritarie e i partiti con meno visibilità non fanno poi molto per farsi sentire. Non parlo di interventi televisivi, so quanto sia difficile ritagliarsi un seppur minimo spazio all’interno dei media sempre più monopolizzati, parlo di eventi, di comunicazione, di dibattiti tra i cittadini, di scendere nella società civile e di viverla quella stessa società civile a cui si continua a chiedere voti a scatola chiusa.

Quando un partito, sia il più piccolo o il più grande del Paese, non esprime chiaramente, apertamente e pubblicamente la propria linea sui quesiti referendari, scrivendo nei volantini “NO al nucleare” e non “vota SI contro il nucleare” o “per l’acqua pubblica” e non “vota SI contro l’acqua privata” creando una gran confusione ai meno informati, quando lo stesso partito non ha il coraggio di affermare che il prossimo voto alle amministrative, che chiamano quest’anno 13 milioni di elettori, È un referendum sulla condotta del governo nazionale, beh, vuol dire che quel partito ha già paura di perdere!

Proprio per quella paura di perdere non ci si espone e, proprio perché non ci si espone, perde. Una reazione a catena che, forse, gli analisti politici non ricordano spesso a chi di dovere. Se l’esposizione di idee vere e chiare fa rischiare ai partiti di perdere le loro fasce minoritarie, è anche vero che non esponendosi si perdono le fasce maggioritarie! E allora, chiedo al PD e a tutte le forze di sinistra, ne vale la pena?

“Da queste vergogne dobbiamo riscattarci: perché colpisce la nostra vita ed il futuro di noi italiani” (cit.)

RETTIFICA del 19 maggio: Qualcuno, forse alla luce dei successi alle amministrative, ha capito che forse era il caso di correggere il tiro e di mostrarsi un po’ più decisi e così oggi, finalmente, sono apparsi per la città e sui giornali dei manifesti di partito che CHIARAMENTE chiedono all’elettore di votare SI’ ai quattro referendum. Certo ce n’è voluto di tempo! (e soprattutto ora toccherà ri scrivere da capo i volantini consegnati in cui da nessuna parte vi era scritto “vota sì”… ma questa è un’altra storia)

14 commenti su “La paura di perdere della sinistra”

  1. Scusate, ma a me sembra che a parte i mezzi di comunicazione che sono quasi a senso unico, ma Bersani e il Pd sono andati in piazza, sono andati nei vari luoghi dove si voterà…… Ho l’impressione che ci sia una parte del popolo autolesionista di sinistra.

  2. c’è libertà di pensiero, libertà di opinione, libertà di scrittura e, soprattutto, libertà di lettura. e sono solo quattro delle grande conquiste costituzionali…

  3. Forse è proprio giunto il momento di un forte rinnovamento, gli attuali dirigenti della “”””sinistra””””” sono dei pusillanimi capaci solo di difendere il perpetuarsi del loro misero feudo, non hanno la capacità nemmeno di esprimere una minima opinione (se non già appoggiata da un sondaggio) se la destra, quando B. morirà si sfalderà come un cono gelato al sole d’agosto, la “””””s”””””” è già un cadavere putrescente! Lo ripeto È ORA DI CAMBIARE TUTTI I DIRIGENTI DELLA SINISTRA se non compromessi sono oramai inagibili.

    • Basterebbe che gli attuali dirigenti tornassero a dire e fare QUALCOSA DI SINISTRA, e già sarebbe qualcosa!

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