ANCHE OGGI CI SONO I MISERABILI

I Miserabili di Marco Paolini e dei Mercanti di Liquore fu trasmesso live dal Porto di Taranto su la7.
Il giorno scelto per la messa in onda era significativo: il 9 Novembre 2009, ventesimo anniversario della caduta del Muro di Berlino.
Non fu altrettanto significativa la risonanza dell’ opera.
A parte il dato sconfortante, l’ opera è figlia di una forma di fare teatro insolita che non ha barriere tra gli artisti e il pubblico, non ha sipari e nemmeno il dietro le quinte.
Partendo dagli anni ottanta, Paolini compie una riflessione mista tra il burlesco e il melanconico sul nuovo mercato del lavoro.
Esprime, con un linguaggio diretto e citazionista ( Gaber, Marx, Victor Hugo) le pecche della globalizzazione
(  fagocitata dalla finanza di rapina) e la sua preoccupazione sull ‘ indebitamento e sulla condizione operaia.
Il posto fisso non esiste più e cresce il precariato, si spende per arroganza e non per necessità.
Paolini si permette ( può farlo) di discutere e criticare l’ ex capo del governo inglese Margaret Thatcher, colpevole di aver privatizzato i diritti operai.
Con l’ accompagnamento dei Mercanti di Liquore, una band dai testi introspettivi e dalle melodie fondate su due tre accordi semplici, canticchia e scherza con il pubblico, nonostante il grande freddo ( atmosferico) della città pugliese.
Il suo lavoro non ha pregiudizi ideologici. E’  un piccolo saggio economico-sociale di un uomo di esperienza che non vuole erigersi a maestro e che vive il suo tempo con lucidità riuscendo ad intuire quanto schiava del consumismo è la società di oggi.
Un pomeriggio di tanti mesi fa partecipai, al Piccolo Teatro Unical dell’ Università della Calabria, ad un incontro con Ascanio Celestini, il quale raccontò un episodio che gli era capitato in una stazione di servizio.
Un uomo gli si era avvicinato e rivolgendosi ad un’ altra persona presente disse:
” Ecco la voce della coscienza critica italiana.. Marco Paolini”.
L’ uomo sbagliò l’ identificazione dell’ artista e indovinò il giudizio.

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