#Grillo e la comica dell’#Impeachment

La tanto ventilata messa in stato d’accusa del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è arrivata. Chi si aspettava qualcosa di serio nelle imputazioni rimarrà deluso: il tutto si può riassumere in una mezza dozzina di teorie messe a caso, senza nemmeno un appiglio giuridico, una provocazione politica lecita ma ridicola. Più che un asso, un due di picche.

1) “Espropriazione della funzione legislativa del Parlamento e abuso della decretazione d’urgenza” I Grillini in questo punto si lamentano dei troppi decreti legge fatti dal Governo che scavalcano di fatto il Parlamento: “Il predominio legislativo da parte del governo, attraverso decreti legge, promulgati dal presidente della repubblica, viola palesemente sia gli articoli 70 e 77 della costituzione”.

Benché il Presidente della Repubblica, però, possa decidere di non firmare un decreto (qualora ne ravvisi profili di incostituzionalità o non vi fossero i presupposti dell’estrema necessità ed urgenza), la responsabilità dello stesso non è sua, ma del Presidente del Consiglio, che controfirma ogni suo atto. Quindi il Capo dello Stato, oltre a non essere responsabile diretto dell’uso della decretazione d’urgenza da parte del Governo, non può nemmeno impedirne la promulgazione (tranne nei due casi citati).

2) “Riforma della Costituzione e del sistema elettorale” Il secondo punto dello “j’accuse” dei Parlamentari del M5s riguarda il ruolo di sponsorizzazione di una nuova legge elettorale da parte di Giorgio Napolitano: “Il Capo dello Stato ha, dunque, promosso l’approvazione di una legge costituzionale derogatoria, tra le altre, della norma di chiusura della Costituzione – ovvero l’art. 138 Cost. – minando uno dei principi cardine del nostro ordinamento costituzionale: la sua rigidità.”

Ancora: il comitato dei saggi è stato votato e approvato dalle Camere, mentre l’istituzione è partita per iniziativa della presidenza del Consiglio. Il fatto che ciò fosse gradito al Presidente della Repubblica non è motivo sufficiente per chiederne l’impeachment: il Parlamento poteva bocciarne l’istituzione, essendo sovrano.

3) “Mancato esercizio del potere di rinvio presidenziale” Altra gravissima mancanza secondo i Cinque Stelle è il non aver esercitato il potere di rinvio a disposizione del Presidente della Repubblica, sarà obbligarorio? No, lo scrivono anche nella spiegazione, precisando la parola “PUO”: Il Presidente della Repubblica, recita l’articolo 74 della Costituzione, prima di promulgare un progetto approvato dalle due Camere, può rinviarlo al mittente, chiedendo una nuova deliberazione. Il rinvio presidenziale costituisce una funzione di controllo preventivo, posto a garanzia della complessiva coerenza del sistema costituzionale. Spiccano, con evidenza, alcuni mancati e doverosi interventi di rinvio presidenziale, connessi a norme viziate da incostituzionalità manifesta.”

Semplicemente il M5S non è d’accordo con il Presidente della Repubblica e quindi denuncia il mancato esercizio di un potere che per loro doveva essere utilizzato. L’attaccante doveva crossare e invece ha tirato: impeachment, il vigile era di fretta e non ha dato la multa, impeachment. Non è più la legge a essere la base per una messa in stato d’accusa, è l’opinione di un gruppo di Parlamentari. Viva la democrazia.

4) “Seconda elezione del Presidente della Repubblica” “Ai sensi dell’articolo 85, primo comma, della Costituzione «Il Presidente della Repubblica è eletto per sette anni». É, dunque, evidente che il testo costituzionale non contempla la possibilità dello svolgimento del doppio mandato da parte del Capo dello Stato. ”

Evidentissimo. Le interpretazioni del Movimento 5 Stelle della Cositituzione Italiana umilierebbero anche la Corte Costituzionale. Pensa un po’ che cavillo sono riusciti a scovare e che nessuno nella storia della Repubblica aveva intuito. Ma se vogliamo rispondere seriamente a questa imputazione potremmo chiederci perchè l’Art.104 della Costituzione specifica quando non è possibile la rielezione: I membri elettivi del Consiglio (Superiore della Magistratura n.d.r) durano in carica quattro anni e non sono immediatamente rieleggibili.”

 5) “Improprio esercizio del potere di grazia” Per il M5S la grazia può essere data solo per motivi umanitari e non per motivi politici (giornalista Alessandro Sallusti) o diplomatici (colonnello Joseph L. Romano)

L’articolo 87 della Costituzione assegna al Presidente della Repubblica la possibilità di concedere la grazia e di commutare le pene. La Corte costituzionale ha sancito, a tal riguardo, con sentenza n. 200 del 2006, che tale istituto trova supporto costituzionale esclusivamente al fine di «mitigare o elidere il trattamento sanzionatorio per eccezionali ragioni umanitarie».

Il M5S è andato a pescare una sentenza della Consulta scritta per decidere il conflitto di attribuzione dell’istituto della Grazia tra il Ministro della Giustizia e il Capo dello Stato. Tra le varie motivazioni, la Consulta ha teorizzato che siccome nella prassi recente (dal 1986 al 2006) la Grazia è stata concessa quasi sempre per motivazioni umanitarie e non politiche, è giusto che il decisore dell’istituto di clemenza sia il PdR in quanto potere super-partes e non il Ministro in quanto attore  politico. Motivazione fortemente criticata dai costituzionalisti, oltre al fatto che la sentenza stessa ammette che in passato andava diversamente perchè le ragioni umanitarie era lungi da essere quelle prioritarie: “fino alla metà degli anni ’80 del secolo appena concluso, si è presentato il ricorso a tale strumento, tanto da legittimare l’idea di un suo possibile uso a fini di politica penitenziaria”. Il succo della questione è che tale sentenza era pertinente alla disputa che era stata presentata alla Consulta, non di certo può intaccare il potere di Giorgio Napolitano di dare la grazia a chi vuole, perchè se è cambiata la prassi una volta, bastano due o tre casi opposti per cambiarla di nuovo. Le uniche limitazioni ai poteri del Presidente della Repubblica sono quelli esplicitamente dichiarati nella Costituzione.

6) “Rapporto con la magistratura: Processo Stato – mafia” I Parlamentari del M5S in questo caso lamentano due fatti, il primo è questo: La Presidenza della Repubblica, attraverso il suo Segretario generale, in data 4 aprile 2012, ha inviato al Procuratore generale presso la Corte di Cassazione una lettera nella quale si chiedevano chiarimenti sulla configurabilità penale della condotta di taluni esponenti politici coinvolti nell’indagine concernente la trattativa Stato-mafia e, addirittura, segnalando l’opportunità di raggiungere una visione giuridicamente univoca tra le procure di Palermo, Firenze e Caltanissetta. Una lettera, che è stata resa pubblica direttamente dal Presidente Napolitano, diretta al Procuratore Generale della Cassazione Vitalino Esposito, dove si auspica un coordinamento tra tre procure che stanno contemporaneamente indagando sulla trattativa Stato-Mafia. Lettera che è nelle sue prerogative oltre al fatto che il suo contenuto era stato espresso più volte anche pubblicamente presso il CSM.

Il secondo fatto riguarda una richiesta alla Consulta per un conflitto di attribuzione contro la Procura di Palermo: il Presidente della Repubblica ha sollevato Conflitto di attribuzione dinanzi alla Corte costituzionale nei confronti della Procura della Repubblica di Palermo, in merito ad alcune intercettazioni telefoniche indirette riguardanti lo stesso Capo dello Stato. Tale iniziativa presidenziale, fortemente stigmatizzata anche da un presidente emerito della Corte costituzionale, ha mostrato un grave atteggiamento intimidatorio nei confronti della magistratura, oltretutto nell’ambito di un delicatissimo procedimento penale concernente la presunta trattativa tra le istituzioni statali e la criminalità organizzata.

Conflitto di Attribuzione che poi ha vinto Giorgio Napolitano. Si può essere d’accordo o no sulla questione ma chiedere l’impeachment perchè il Presidente della Repubblica esercita il suo diritto di appellarsi alla Corte Costituzionale (che tra l’altro gli dà ragione) è al di là di ogni logica.

Viene da chiedersi se non è più coerente chiedere la testa del Presidente della Repubblica per motivazioni più sincere, tipo: “Ci sta sulle palle” che perdere giornate intere a fare fantacostituzionalismo.