#Marò: il pasticcio di Ignazio

L’On. Ignazio la Russa è l’incubo di tutti i Ministri degli Esteri che in questo periodo movimentato si sono succeduti: nei momenti delicati della vicenda Marò, fa sempre la piazzata rischiando di mandare tutto in vacca. Poco importa che la diplomazia è un ricamo delicato, in cui è facile strappare il tessuto. Ieri, non avendo evidentemente nulla di meglio da fare, ha deciso di fare irruzione a una festa del consolato indiano a fare caciara.

Protesta rischiosa ma legittima qualcuno dirà, alla fine la difesa dei militari è sempre stata nel DNA della destra. Se non fosse che tutto questo casino dei Marò è partito inconsapevolmente proprio dall’On. Ignazio La Russa; è di sua firma infatti il decreto-legge 12 luglio 2011 (convertito con la legge 2 agosto 2011, n. 130) che all’articolo 5 permette l’individuazione degli spazi marittimi internazionali a rischio di pirateria nei quali, previa stipula di apposite convenzioni, possono essere effettuati servizi di protezione mediante l’imbarco di Nuclei militari di protezione (NMP) a bordo delle navi private battenti bandiera italiana.

Questo capolavoro della giurisprudenza sfuma ulteriormente i confini già deboli tra diritto internazionale e diritto interno, soprattutto nella legislazione marittima da sempre piena di contraddizioni, eccezioni e particolarismi. Sarà un caso, e poteva essere un indizio, che praticamente solo noi ce ne siamo usciti con questa trovata e che le navi commerciali straniere utilizzano come scorta mercenari e non militari in servizio.

Lo status di un militare su una nave militare è chiaro a tutti, tutelato nelle sue funzioni dal diritto internazionale. Però se una nave militare spara e uccide, la faccia ce la mette direttamente l’Italia in modo chiaro e inequivocabile. Il fatto che i Marò fossero su nave privata ha dato il pretesto all’India, credibile anche se giuridicamente forzato e non corretto, di poter autogestire la situazione.

Siamo in un paese di allenatori dove tutti vogliono fare tutto. Forse è il caso che ognuno facesse il proprio lavoro. Il mercenario protegge il mercantile privato, il militare fa il suo mestiere nelle navi militari, i diplomatici senza clamore provano a risolvere i pasticci internazionali. Il lavoro dei parlamentari è quello di occuparsi delle leggi. Un suggerimento all’onorevole La Russa: c’è una legge da sistemare, dovrebbe conoscerla bene, la aspetta in parlamento.