Crolla il palco della Pausini, muore Matteo Armelini, operaio

Aveva 32 anni. Matteo Armelini, di Roma, era dipendente della cooperativa Insieme di Castelvecchio Subequo, in provincia de L’Aquila. Dopo Trieste, Reggio Calabria: dopo Jovanotti, la Pausini.

Stavano montando il palcoscenico, quando la struttura ha ceduto e Matteo è rimasto travolto. Esattamente come Francesco, morto a 19 anni per la stessa ragione a dicembre. Anche in quel caso si trattava di una cooperativa, anche in quel caso le condizioni di sicurezza sul lavoro erano penose.

La domanda è: quanti ne devono morire, prima che si prendano iniziative serie per abbattere sensibilmente il numero delle morti bianche? Soprattutto, quando smetteremo di chiamarle bianche? Queste sono morti nere come la pece, rosse di vergogna: quella vergogna che nessuno riesce a provare quando rimane indifferente a notizie come questa.

Non mi sono piaciuti i titoli online dei vari giornali: “Crolla il palco della Pausini, muore un operaio.” No, bisogna partire da questo: crolla il palco della Pausini, muore Matteo Armellini, operaio. Non è un numero di matricola quello che è caduto sul lavoro, è un uomo con nome e un cognome. Facciamolo. E’ come se, alla morte di Lucio Dalla, i tg avessero titolato: “Infarto, muore un cantante italiano in Svizzera.”

L’art.3 della Costituzione vale anche qui. Soprattutto qui.

52 commenti su “Crolla il palco della Pausini, muore Matteo Armelini, operaio”

  1. forse è ora di verificare se questi fantasmagorici palchi montati in fretta e furia, sono poi così sicuri?

  2. Gli incidenti sul lavoro possono capitare, in Italia da buon paese del 4° mondo ne accadono troppi, quello che si deve pretendere è il rispetto delle norme di sicurezza ovunque. E se si rileva che non sono seguite allora auspico multe milionarie come deterrente. Se questo caso, come tanti altri, farà “alzare” il livello di attenzione alla sicurezza Matteo non sarà morto per niente.

  3. Oggi con la crisi non si e’ ancora capito che bisigna mettere da parte i vecchi idealismi. Necessita essere UNITI!!! Cosi’ si e’ piu’ forti e si risolvono i problemi veri e necessari, senza sgambetti…

  4. Capisco che sia impossibile verificare ogni cantiere, ogni posto di lavoro e ogni misura di sicurezza, però almeno dove servono autorizzazioni e trafile lunghe mesi per organizzare uno spettacolo e dove Vigili del Fuoco prestano servizio per la sicurezza degli spettatori, sarebbe troppo chiedere anche la presenza di un ispettore del lavoro o far verificare ai Vigili del Fuoco anche la sicurezza dei lavoratori?
    Io credo di no.
    Lo stato (con la s minuscola) crede di no dato che le pene per chi ha causato la morte di un lavoratore non sono esemplari.

  5. Arrendiamoci all’evidenza: non ci sono più carpentieri, operai specializzati, tecnici. Si prendono i disoccupati o i disperati di turno che fanno questo lavoro solo per cercare di vivere, ma ignorano le più elementari regole per legare giunti, mettere in equilibrio ponteggi che pesano tonnellate. Poi succedono le disgrazie e tutti a domandarsi come mai….

  6. sono concorde con Maria Cristina Leotta.Gli appalti si sub appaltano,si sub appaltano ancora e vanno a finire in mano a gente che per mettersi in tasca qualche migliaio di euro in più sceglie di risparmiare sul personale e i materiali.Li fà progetttare dall’amico di turno ecc…poi cadano e purtroppo qualcuno muore.Già è un problema trovare lavoro poi ci si mette anche il problema se lavorerai senza rischi.Ormai i cervelli e talenti sono già andati via da tempo in questo paese.Non siamo più un paese di fenomeni sia un paese di chiaccheroni.Ciao Matteo

  7. bisogna che si finisca da dare in sub appalt0 i lavori, o questa catena di disgrazie non finira’ mai, poi si piange la perdita di vite umane. il governo deve intervenire e vietare i sub appalti.NON bisogna essere cervelloni per capire certe cose.

  8. Preparatevi perché è l’Italia del dopo che sarà tolto l’articolo 18 dello statuto dei lavoratori. Molti avranno la libertà di licenziare tutti ed andare a produrre all’estero!! I lavori che rimarranno in Italia, si procederà al caporalato. Tu quanto vuoi? 1000. Tu 800. Tu 600 bene tu lavori, gli altri no!! Senza curarsi della professionalità, sicurezza ecc ecc ecc

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