Ricorrenze: i 75 anni di #Mina

La scorsa settimana Mina ha compiuto 75 anni.

E’ la cantante più famosa, è un simbolo, è storia, è la voce più bella. Una vasta carriera che l’ha vista anche come attrice, conduttrice e, una volta fuori dalle scene, produttrice discografica. Mina è un simbolo perché è entrata nel cuore degli italiani, oltre che nelle orecchie, oltre che nelle case e nei juke box. E’ il simbolo di un particolare momento storico, pieno di cambiamenti, di crescita e di novità, come sono stati gli anni ’60. Un periodo in cui il sentimento dell’appartenenza stava diventando qualcosa di necessario. La tv aveva un canale solo, trasmetteva pochi contenuti, informava, educava, ti accompagnava a letto. In prima serata nasceva il “varietà”, gli ospiti erano Alberto Sordi, le Kessler, Mastroianni, Raffaella Carrà, Gassman e tanti altri. La voce era Mina.

Mi sembra di generalizzare un po’ troppo, ma è utile per renderci conto della grandezza di questa artista. Mina ci ha regalato molte emozioni e continua a farlo ancora oggi, ma la cosa di lei che più mi sbalordisce è che ha saputo dire basta. Più o meno come fece Battisti. Dare tutto, regalare tanto e poi chiudersi a vita privata, abbandonare il palco e le “milleluci”. Diventare il simbolo di un’epoca e, sul più bello, uscire di scena. Credo che oggi nessuno riuscirebbe a seguire un esempio del genere. Oggi vogliamo sempre di più, l’ambizione è diventata sinonimo di potere e non di gratificazione.

Per fortuna, però, i simboli restano nella storia, le voci nella memoria.