Gli intoccabili

I tre ragazzi israeliani rapiti e, purtroppo uccisi, hanno fatto il giro di tutta la stampa occidentale. Per ritrovarli l’esercito israeliano ha arrestato centinaia di palestinesi (tutti membri di Hamas a quanto pare…) e ha scatenato l’ennesimo raid su Gaza nel corso del quale è morto “solo” un adolescente palestinese.

Ben gli sta. Israele si difende e basta. I Palestinesi sono terroristi. Il terrorismo va combattuto. I Palestinesi non vogliono la pace. Non esiste l’antisionismo, esiste solo l’antisemitismo. Non è in atto un genocidio. I Palestinesi vivono come straccioni, Israele è uno Stato democratico, dove le donne e gli omosessuali, ad esempio, sono liberi. Benissimo. Ma… vi siete mai chiesti chi governa Israele?

Oltre che il primo ministro dal 2009, Benjamin Netanyahu (ex militare) è il leader del Likud, partito di destra in cui hanno trovato asilo anche il Movimento per la Grande Israele e il vecchio Herut. Il primo è un movimento sionista il cui obiettivo politico è la colonizzazione ebraica di territori come Gaza o West Bank. Herut è stato invece il più grosso partito di destra fino alla formazione del Likud e fu l’oggetto di una famosa lettera firmata da alcuni intellettuali di origine ebraica, tra cui Albert Einstein, Hannah Arendt e Bruria Kaufman in cui si dice:

Oggi parlano di libertà, democrazia e anti-imperialismo, quando fino a tempi recenti hanno predicato la dottrina di uno Stato fascista. E proprio nell’azione il partito terrorista tradisce la sua vera natura: dalle sue azioni passate possiamo giudicare ciò che faranno in futuro.

Le elezioni del 2013, inoltre, hanno portato alla ribalta il partito borghese e liberale Yesh Atid e ridato nuova linfa al Partito Laburista che si rifà al cosiddetto Socialismo Sionista, tutt’ora il più forte rappresentante della soluzione “a due Stati”. Subito sotto si incontrano partiti come La Casa dei Giudei, Shas e UTG, tutti di stampo religioso-ortodosso. Il governo di Netanyahu, così come quello di Sharon prima di lui, si fonda su una coalizione di destra, con un contributo significativo di formazioni nazionaliste, integraliste o fortemente capitaliste. Mi chiedo, quale appoggio merita un governo di questo tipo da parte dei comunisti e dei socialdemocratici europei? Appoggereste un governo Le Pen o Wilders? Cosa avete pensato quando Jörg Haider fece del FPÖ il secondo partito austriaco? Come giudicate l’operato e l’ideologia del MSI o di CasaPound? Qual è oggi, a freddo, la vostra opinione sulla guerra al terrorismo, giustificazione perpetua a qualsiasi operazione militare (e non solo) su tutto il pianeta?

Israele è forse l’ultimo vero Stato colonialista di ottocentesca memoria: la sua origine infatti non risale alla Seconda, bensì alla Prima Guerra Mondiale, quando gli inglesi diedero in “premio” ai sionisti una terra allora occupata da “selvaggi”, già sudditi dell’impero Ottomano e alleati (traditi) proprio delle forze anglo-francesi, gli stessi che ora chiamiamo Palestinesi. Tutto il colonialismo europeo si è basato sulla presunta gerarchia fra le razze: quelle inferiori potevano essere legittimamente sterminate o ghettizzate in modo che i territori in cui abitavano potessero essere occupati dai bianchi.

Per ragioni storiche difficilmente Israele ci appare però sotto l’aspetto colonialista-razzista, che è invece molto più evidente, ad esempio, nella storia recente del Sudafrica. L’ascesa di Hitler è un po’ il peccato originale del vecchio continente ed ha messo in secondo piano decenni di torture, violenze e genocidi perpetrati anche nel secondo dopoguerra (ricordate la storia del boia di Algeri?). La portata del nazismo è stata tale che ci dimentichiamo paradossalmente anche dei pogrom russi. Di fatto, però, i nostri trisavoli hanno messo una base militare anglo-europea nel bel mezzo del mondo arabo, il quale ha risposto e risponde anche tramite la violenza e l’integralismo religioso, binomio tipico di Hamas e organizzazioni simili.

Il conflitto in Medioriente è il passato che bussa alle nostre porte, è l’ideologia colonialista che a 4-5 generazioni di distanza ci presenta il conto. La situazione è complessa e di conseguenza la soluzione è tutt’altro che semplice, ma sostenere un governo fascista come quello di Netanyahu a me sembra in ogni caso la posizione peggiore fra tutte quelle possibili.

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