Io sto con Paola (e con la #ListaTsipras)

Tra un raduno di cosplayers inneggianti alla razza ariano-padana e lo Stato che getta la spugna con gran dignità davanti a Genny ‘a Carogna in diretta tv, scopro che la vera notizia è la foto in bikini di Paola Bacchiddu, responsabile della comunicazione de L’Altra Europa con Tsipras.

Nella Repubblica delle Banane, infatti, il mezzo di comunicazione più avanzato è la televisione, che per metà è del pregiudicato Psiconano e per l’altra metà s’inchina sistematicamente al governo, cui è severamente vietato muovere critiche, perché il motto del Paese è à la guerre comme à la guerre e se non stai con Ebetino e Alfano sei un nemico del popolo.

I giornali non sono da meno, ma tanto non li compra più nessuno, perciò fanno la figura di quelli che se la sonano e se la cantano.

Nella Repubblica delle Banane c’è anche l’Internet che tutto fa e tutto decide: si tratta di una tecnologia così avanzata che il blog di Grillo gira benissimo anche con Windows 3.1 e alle consultazioni on-line partecipa meno gente che al torneo di canasta dell’ospizio di Brembate di Sopra (ma non ditelo ai pentastelluti, sono ancora convinti che l’astuzia mediatica di Grillo sia un elemento decorativo).

Nella Repubblica a reti unificate di Grillorenzusconi, a cui manca solo la conduzione frizzante di Pippo Franco, una lista come quella che appoggia Tsipras non ha vita facile e Paola Bacchiddu che scema non è, posta su Facebook una sua foto in bikini a sostegno della Lista. E succede il finimondo.

Ma la gnocca è di destra o di sinistra? Si chiedono turbati nel PdL. Ma la barca sarà mica quella di baffino? Si chiedono i grillini. Mercificazione della donna! Sentenzia compatto il movimento femminista (a parte Eretica e compagne, nomen est omen).

Alla fine della fiera, però, questo è stato l‘unico modo perché una lista minoritaria avesse per pochissimo tempo lo stesso spazio mediatico del potente, del milionario e del comico. Qualsiasi cosa si pensi di Paola in questo momento (genio o follia?), come diceva Biagi e piace ricordare spesso anche a Pierpaolo, la colpa non è dello specchio, ma di chi ci sta davanti.

Davanti allo specchio ci sono i media italiani, incapaci di trovare una sintesi tra la repressione sessuale (baluardo del Regno di Vaticalia) e l’ossessione per il corpo delle donne. Televisione, giornali e affini, raggiungeranno mai l’era post-culo, quella in cui non ci si piega alla propaganda e si lascia il gossip alle riviste specializzate?

Ai posteriori… ehm… ai posteri l’ardua sentenza.