Tempo d’estate e di vacanze (per chi ha la fortuna di non essere in vacanze forzate da un pezzo) e tempo anche per me di tornare in Italia facendo un po’ la turista. Dico un po’ perché per parte di madre sono sarda e quindi il nord ovest dell’isola è per me cosa abbastanza nota.
Quello che ho visto la settimana scorsa mi ha dato fiducia ma anche un po’ di sconforto. Ho visto una parte di Sardegna più pulita e più curata di come la ricordavo, ma anche una parte sempre più degradata. Ho visto l’ampliamento del parco eolico che va da Porto Torres a Sintino, che non è che non andasse fatto perché ci fa schifo l’eolico, ma perché quando si costruiscono pale eoliche alte qualche decina di metri bisogna farlo nel posto giusto e con un minimo di senso estetico. Quello che però mi ha sconcertata, oltre al fatto di non aver visto quelle pale girare da che sono nata (ma magari sono sfortunata io che quando torno in Sardegna non c’è mai abbastanza vento per far girare le pale), è che a qualcuno era venuta la brillante idea di costruire un parco off-shore fra Porto Torres e l’Asinara. Fortunatamente comuni e regione si sono accorti che l’Asinara è un parco naturale unico al mondo, inserito già nel 2006 nella lista UNESCO: insomma non faremo la fine dei tedeschi che sono riusciti (anche loro unici al mondo) a farsi cancellare proprio dalla lista dell’UNESCO la valle dell’Elba (nei pressi di Dresda) grazie alla costruzione di un ponte che, devo dire, è effettivamente orribile.
La Sardegna anche per me che la conosco è e rimane un luogo unico nel Mediterraneo e nel mondo. Ma il turista europeo non lo sa. Secondo il CNA Baleari, Croazia, Cipro, Creta attirano almeno il doppio se non il quintuplo dei turisti. In Europa mi sono accorta che il potenziale turista non sa che in Sardegna può fare il bagno nel mare più bello d’Italia (non me ne vogliano gli altri italiani), che pare non abbia gran che da invidiare a Polinesia e Caraibi (lo ribadisce anche il Corriere).
Il potenziale turista europeo non sa che in Sardegna può trovare più di settemila costruzioni megalitiche dell’Età del Bronzo, anche queste uniche al mondo e sparse in tutta l’isola: i nuraghe.
So che qualche anno fa la strada litoranea Alghero-Bosa, che riesce ad essere comodissima da fare in auto ma perfettamente immersa in una natura mozzafiato, doveva essere proposta al Ministero per i Beni e le Attività Culturali fra i siti italiani da proporre all’UNESCO, poiché ogni nazione può presentare una lista ogni 5 anni, ma non so come sia andata a finire la faccenda. Certo è che il potenziale turista europeo di quella strada non ne sa nulla.
Secondo l’Osservatorio Nazionale del Turismo, la Sardegna è ben piazzata con un tasso di turisticità (cioè il rapporto turisti/residenti) di 6.99, davanti ha l’irraggiungibile Trentino-Alto Adige, Veneto, Marche, Friuli-Venezia Giulia e Toscana. I turisti però passano mediamente poco tempo sull’isola. Secondo il rapporto CRENoS è vero che i turisti stranieri sono in aumento rispetto a quelli italiani, ma il rovesciamento della situazione è probabilmente dovuto agli alti costi dei collegamenti marittimi e al proliferare nel continente europeo delle compagnie aeree low-cost.
Ma l’economia sarda è in fase di stallo e il turismo, che dovrebbe essere fra i settori trainanti stenta a decollare In compenso si sono spesi 35 milioni di euro (pubblici, ovviamente) per aiutare una società, la Carbosulcis, che nello stesso anno (2011) è andata in perdita di 25 milioni. La Carbosulcis estrae carbone di scarsa qualità (perché ricco di zolfo) e lo manda a bruciare nella centrale di Portovesme, che però funziona al 30% e sta vicino a un ex impianto di trattamento delle acque che perde liquami…
La Sardegna è un’isola meravigliosa che sta diventando un deserto senza prospettive (non dico lo sia già, voglio essere ottimista), dove non si investe in turismo, conservazione dei beni culturali e naturali, in ricerca e sviluppo, dove i finanziamenti pubblici a fondo perduto sono all’ordine del giorno. Ed è soprattutto con affetto e nostalgia che ho scritto questo post e l’ho fatto pensando a tutti quelli che come me erano su quell’aereo quel giorno, che come me sono emigrati dalla Sardegna e da altre parti d’Italia verso le terre promesse (anche se a volte un po’ deludenti) del nordeuropa. Perché vorrei che in futuro non fosse uno strazio tornare e andare via dall’Italia, anche solo da turisti nostalgici.
PS: gentili turisti (italiani e stranieri) l’Italia ha tanto difetti ma non le mancano i cestini per l’immondizia a bordo spiaggia, vedete di usarli ogni tanto…