di Luciano Giacò
Sette anni di carcere e interdizione perpetua ai pubblici uffici. Questa è la condanna in primo grado, per concussione e prostituzione minorile, decisa dai Giudici del Tribunale di Milano nei confronti di Silvio Berlusconi.
Dopo sei prescrizioni, tre assoluzioni, due depenalizzazioni e due amnistie, arriva la terza condanna per l’uomo che ha monopolizzato tutta la politica della II Repubblica (le altre due sono in primo grado per rivelazione di segreto d’ufficio nel processo Unipol e in secondo grado per frode fiscale nel processo Mediaset)
Non voglio entrare nel merito dei processi, la magistratura fa il suo compito e tutti quei politici (del PdL) che oggi minacciano di far cadere il Governo se non ci sarà la riforma della Giustizia, dovrebbero imparare un pò di Educazione Civica. Quello che mi preme sottolineare sono i commenti dei politici, da destra a sinistra.
Ovviamente i Brunetta, Cicchitto, Gasparri, Santanchè, continuano a recitare a memoria i ritornelli che ripetono da sempre: “questo non è un processo, questi non sono giudici, questo è un plotone d’esecuzione“, “la guerra dei vent’anni“, “vogliono eliminarlo dalla politica“, “questo è un Paese dove vige la dittatura dei magistrati comunisti“.
Diceva Joseph Goebbels, ministro della propaganda nazista e braccio destro di Adolf Hitler: “Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà una verità“. E’ chiaro che queste persone non possono fare altro che difendere il loro capo, visto che senza di lui, il loro partito e il loro futuro sono destinati all’ecatombe politica.
Trovo anche molto superficiali le reazioni a sinistra. Da Prodi a Vendola, sono in molti a chiedere un ritiro dalla politica da parte di Berlusconi. Mi viene da pensare che, o non hanno capito il personaggio, o non sanno cosa dire.
Berlusconi non si ritirerà mai dalla vita politica per lo stesso motivo per cui è entrato, cioè per i suoi interessi. Qualcuno mi dirà: “si è dimesso da Presidente del consiglio”. Nessuno mi convincerà diversamente dal fatto che, anche questo era un suo personale interesse. Lo spread era ai massimi storici, le sue aziende andavano male in borsa e la speculazione economica le stava travolgendo.
Si è fatto leggi ad personam e ha usato tutti i cavilli giuridici per allungare i tempi dei processi, tutto per non arrivare a sentenza. Era “il prescritto” e ora si sta trasformando “nell’interdetto”