Lettera aperta a Beppe Grillo sui dipendenti pubblici

Ciao Beppe,

siccome tempo fa hai detto che il tuo blog era in perdita ieri ci ho cliccato sopra e ho letto il commento che ti ha lasciato un ex ricercatore del CNR. Conosco la linea del tuo blog, che in sintesi, sulla questione, è “dipendenti pubblici fancazzisti che votano PDL e PDmenoELLE” perciò ho preso in un primo momento quel commento come un comunicato politico, forse è colpa dello stile di scrittura o forse perché maliziosamente ho pensato che non avresti ospitato un commento opposto.

Poi però ho smesso di essere maliziosa, ho smesso di “pensare politico” e sai che c’è? Mi sono arrabbiata. Non che nelle università, nel CNR o all’INPS o nelle ASL non ci siano i fannulloni (forse faremmo prima a dire dove non ci sono, anche nel privato), non che metta in dubbio la storia di Sergio. Delle cose che racconta lui ne ho viste tante in Italia, ma ne ho viste anche parecchie in quelli che noi, con la bava alla bocca dall’invidia, definiamo centri di eccellenza europei. Di storie come quella di Sergio te ne potrei raccontare almeno un paio direttamente da uno dei due politecnici più lautamente finanziati in Svizzera. Te ne potrei raccontare almeno cinque o sei accadute in Germania. Se vuoi ho anche una bella storia di faciloneria e fancazzismo direttamente da una delle più prestigiose università del Regno Unito.

Ma stavamo parlando d’Italia ed è giusto continuare a parlare del mio e del tuo Paese. La storia di Sergio è impostata in un modo che fa quasi credere che quello che è accaduto a lui sia la norma.  So che a te piace usare internet, se vuoi sapere quanti e quali istituti ci sono nel CNR, chi ci lavora e chi collabora con loro, puoi andare direttamente sul loro sito. Puoi anche visitare un istituto del CNR, puoi parlare ai ricercatori, ai laureandi, ai borsisti, chiedere quali sono secondo loro i problemi della ricerca pubblica. Potrebbero sorprenderti, o anche no.

Poi Beppe, noi scienziati fancazzisti del settore pubblico abbiamo un difetto: ci piace molto parlare di numeri. Che è una cosa un po’ da sfigati, però a volte serve per discutere e criticare in maniera costruttiva (trovi un paio di statistiche utili sul CNR qui e qui).

I finanziamenti che arrivano al CNR (ma anche alle Università) non arrivano solo dal MIUR, lo sapevi? Io per esempio non sto lavorando grazie ai finanziamenti del governo tedesco, ma con un finanziamento UE, nel frattempo anche l’università in cui sto viene finanziata dalla UE, semplicemente perché io sono qui o, se preferisci, perché il mio supervisore ha avuto la bravura (o la fortuna) di vincere quel finanziamento. Sai Beppe, qualche mese fa ho conosciuto un signore francese che vive da anni a Cambridge. Ha un’attività sua nel campo della cristallografia, un’azienda piccolissima. Gli ho chiesto come fa a guadagnare, insomma, non è che sia proprio quel genere di settore in cui vendi i tuoi prodotti come il pane. Sai che mi ha detto Beppe? Che lui fa semplicemente ricerca e che con la ricerca si guadagna, ottiene finanziamenti privati e pubblici (come quelli della UE), collabora con Istituti soprattutto pubblici e sai cos’altro mi ha detto? Che è l’unico fra i suoi vecchi compagni dell’università ad aver avviato un’attività che sta ancora in piedi.

Sergio scrive:

“ricerca pura” cioè il fancazzo-totale

No Beppe, non sono d’accordo. Se riesci immagina una società in cui si fa solo efficientissima ricerca applicata. Secondo te come sarebbe questo mondo? Secondo me sarebbe un mondo fermo e forse anche molto più brutto di quello che abbiamo. Lo sai che non sempre le risposte pratiche vengono dalla ricerca applicata? Tanti anni fa Albert Einstein prese il Nobel per l’effetto fotoelettrico, che è un fenomeno fisico per cui quando i fotoni (cioè la luce) colpiscono un metallo si genera una corrente elettrica. Se Einstein fosse ancora vivo io gli chiederei se nel 1905 pensava che quello che stava studiando sarebbe diventato, che so, la fotocellula del cancello automatico di casa tua. Però io non sono ancora una brava divulgatrice e se hai la pazienza di ascoltare (o meglio leggere) le parole di un ricercatore tedesco (Ernst Stuhlinger) potresti scoprire, se non lo sai già, che una scienza ritenuta completamente inutile e dispendiosa dai più, l’astronomia, ha invece risvolti pratici importanti quanto imprevedibili.

Penso che Sergio fosse molto arrabbiato e probabilmente anche a ragione. Ma non è giusto buttare, come si suol dire, il bambino con l’acqua sporca. Se vuoi puoi leggere questa bella lettera di Lisa Signorile, che è una delle più brave divulgatrici che abbiamo attualmente: a lei una brutta esperienza non ha tolto la passione per la scienza. Non dovrebbero esserci brutte esperienze, mai, su questo credo siamo d’accordo. Ma quando ci sono vanno portate alla luce e combattute.

Un’ultima cosa Beppe. Sabato scorso, senza soldi e senza Baroni, dei fancazzisti totali hanno tirato su un evento nazionale per la corretta informazione scientifica. Ci potevano andare tutti per discutere o fare domande, i ragazzi ci hanno guadagnato delle cose buone e delle cose pessime. Fra le cose buone hanno scoperto ad esempio che c’è molta più gente dalla loro parte di quella che li combatte. Ci sono tante persone magari ignoranti in una materia specifica, ma che hanno davvero a cuore la ricerca, soprattutto quella pubblica. Lo sai che un signore ha detto che se gli OGM fossero pubblici e non sviluppati dalle multinazionali se li mangerebbe? Lo sai che ci sono bambini che sono ancora emozionati quando ricevono in regalo un libro (di quelli di carta)? Fra le cose pessime si sono beccati degli “assassini”, ora anche dei “fancazzisti”. Ma loro vanno avanti, sarà incoscienza giovanile…

Insomma Beppe, mi dispiace molto per Sergio da Pistoia e so che di storie come la sua forse non smetteremo mai di averne. Ma certo non sono contenta di essere passata da “l’Italia peggiore” a “parassita”. E sai che c’è? Che questo è anche colpa nostra, è anche colpa di Sergio. Perché nessuno ci regalerà mai niente, tantomeno il rispetto. E se Sergio avesse usato la visibilità del tuo blog non per ripetere come un mantra “PDL e PDmenoELLE”, ma per fare nomi e cognomi forse quel piccolo angolo di CNR sarebbe un posto migliore. E invece è uguale a prima.

Laura Bonaventura

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Statistica EURISPES sul numero di dipendenti pubblici in Italia e in Europa (2012)

Spesa per la PA nei Paesi UE (2011)

Come vengono spesi i soldi pubblici secondo Eurostat – Italia ultima per cultura ed educazione (2011)