Dunque, stamattina la mia bacheca facebook è stata letteralmente invasa da amici e conoscenti dallo screenshot della fanpage de l’Unità che invitava i lettori a diffondere immagini su Berlinguer per festeggiare l’80° anniversario della nascita.
Apriti cielo. Io stesso, preso da foga, ho ripubblicato sulla pagina di Enrico l’accaduto con un’infelice battuta sugli stagisti (il senso era: stagisti che ruotano ogni mese e che non hanno a cuore il buon nome del giornale e quindi magari non sanno la data di nascita di Berlinguer, ma è stata capita come “tutti gli stagisti sono degli incompetenti”, e mi scuso quindi anche in questa sede).
In rete si sono sprecati commenti volgari e populisti, volti ad attaccare in realtà la linea de l’Unità completamente appiattita sulla segreteria del PD (un po’ come sparare sulla croce rossa), con l’unico obiettivo di moltiplicare visitatori.
A qualche ora dall’epic fail, come lo ha rinominato il Popolo Viola, non mi sento sinceramente di mettere in croce lo stagista sottopagato (o magari per nulla pagato, perché necessita dei 3 crediti per laurearsi) che ha commesso la leggerezza. Certo, c’è la rabbia per il buon nome del giornale fondato da Antonio Gramsci, ma, detto sinceramente, la reputazione non è certo andata a marengo oggi. E’ una vita che fanno a gara per far sì che nessuno legga l’Unità. La dirigenza diessina riuscì addirittura a farlo sparire dalle edicole per un po’ (e fu solo grazie a Furio Colombo se vi ritornò).
Dire però che a l’Unità ignorino la data di nascita di Berlinguer è un po’ falso, visto che il 25 maggio scorso allegavano al giornale un opuscolo abbastanza ben fatto con alcuni suoi pensieri e immagini. Il punto non è tanto ricordare o sbagliare la data di nascita di Berlinguer: il problema è ricordarsi quello che diceva o faceva quando era in vita, recuperare il suo modo di fare la politica e di essere un rappresentante degli interessi del popolo.
Già un mesetto fa avevo fatto notare come anche il PD avesse sbagliato il giorno della nascita di Enrico, ironizzando sul fatto che allora era per questo che a livello nazionale non avevano organizzato nulla per il novantesimo (la più grande, o, per usare le parole di Bianca, la più bella fu la nostra a Milano).
La verità è che se ci fosse più attenzione ai particolari, oramai considerati superflui, si farebbero decisamente meno figuracce. Certo è che, ne scrivevo giusto ieri, oramai c’è una pletora di personaggi distanti anni luce da come concepiva la politica Enrico Berlinguer, ma che si definiscono “berlingueriani” perché magari hanno letto due/tre cose su di lui (e ti citano due o tre passi dell’intervista sulla Questione Morale).
C’è parecchia gente che ha confuso e confonde Enrico con Luigi, che magari pensa sia ancora vivo e ci scrive mail per chiedere aiuto riguardo problemi personali, che lo accusa di cose che per ragioni anagrafiche nemmeno sarebbe stato in grado di fare. Le accuse sono le più fantasiose (aver distrutto la Sinistra, aver avviato la lottizzazione in Rai e cose così…), ma è sinceramente fantastico come ognuno di questi signori, nella migliore delle ipotesi, ai tempi di Berlinguer era sotto al suo palco ad applaudirlo. Nella peggiore, sono sbarbatelli che manco sanno chi fosse: come il grillino che è arrivato a scrivere “Uè, tu, Enrico, tu che parli tanto, alla pensione hai rinunciato?“
Insomma, l’Unità ha sbagliato, ma di gente che sbaglia, su Berlinguer, ce n’è a mazzi.