Acqua pubblica, Bersani dice sì, ma per il Pd l’acqua era un bene di rilevanza economica

Noi non abbiamo una strategia referendaria perché in 15 anni si sono persi 24 referendum e poi perché il referendum manca dell’aspetto propositivo. Detto ciò noi guardiamo con simpatia a tutti coloro che si stanno muovendo contro la privatizzazione forzata dell’acqua pubblica.
(Pierluigi Bersani, 22 aprile 2010)

Povero Bersani, non ha fatto nemmeno in tempo a festeggiare l’impresa di aver “smacchiato il giaguaro“, che ricominciano subito i problemi. Causati in realtà da se stesso e dall’incoerenza che qualcuno gli rinfaccia di aver avuto con i referendum, strumento perlopiù inviso ai democrats e che il 12 e il 13 giugno si celebreranno solamente per la testardaggine e la cocciutaggine di Antonio Di Pietro (che di errori politici in quest’ultimo anno ne ha fatti parecchi, ma questo merito gli va riconosciuto). Esisteva (ed esiste) infatti tra i democrats denoantri la convinzione che i referendum non sono cosa buona e giusta perché è difficile raggiungere il quorum, quindi tanto vale non fare nessuna battaglia: si parte dal presupposto che gli Italiani staranno a casa o andranno al mare.

Ora che “il vento del Nord” continua a soffiare, e il quorum sembra essere a portata di mano, i democratici hanno fatto un vistoso dietrofront e si sono accodati a quelli che il referendum lo volevano sin dall’inizio. Il che è solo una buona notizia, ma qualcuno dovrà pur spiegare due fatti, che ad oggi non trovano spiegazione.

Il primo è perché sei dei 13 fondatori del comitato per il ‘no’ “Acqua libera tutti”, che vuole che il decreto Ronchi sulla privatizzazione della risorsa idrica resti in vigore, sono iscritti proprio al Pd. Il secondo perché il Pd il 16 novembre 2010 presentava un ddl per superare il decreto Ronchi (e bloccare così i referendum) firmato niente popò di meno che da Bersani, con altri quarantanove deputati da Franceschini a D’Antoni passando per Sposetti, Colaninno e Boccia.

All’articolo 2 comma 4 si affermava testualmente: “L’acqua è un bene di rilevanza economica”. Proprio il concetto che il secondo quesito del referendum vorrebbe oggi abolire. Una frase che al comitato per il ‘no’ era piaciuta visto che il commento fu: “Per il Partito Democratico l’acqua è un servizio a rilevanza economica e può essere gestita da privati. Questo c’è scritto nella proposta presentata stamattina: il Pd di fatto si schiera contro i referendum truffa. Anche il Partito Democratico, quindi, prende atto che l’acqua deve gestirsi in maniera industriale e che gli investimenti vanno finanziati con la tariffa e non con nuove tasse. Oggi si consuma la Caporetto dei referendari e dei comitati per la statalizzazione dell’acqua. Speriamo in un confronto bipartisan per far fallire i referendum. La proposta del Pd va in questa direzione.

Ora il Pd è a favore dell’acqua pubblica, cosa che ci fa sicuramente molto piacere. Per il futuro, però, se si vogliono prendere i voti dei cittadini, sarebbe bene prendere sin da subito una posizione chiara, decisa e portarla avanti coerentemente. Perché è da scemi, oltreché da irresponsabili, accusare gli altri di tafazzismo perché si criticano incoerenza e goffaggine del maggior partito di opposizione: comincino ad avere una posizione chiara sui temi qualificanti e a dare l’esempio con il proprio comportamento. E allora vedete che, essendo nulle le possibilità di critica, anche la cosiddetta antipolitica perderà consensi. Viceversa, non lamentatevi dei deliri di Grillo e del consenso che riscuote nelle piazze e soprattutto a Sinistra.

27 commenti su “Acqua pubblica, Bersani dice sì, ma per il Pd l’acqua era un bene di rilevanza economica”

  1. il bello è che hanno mandato lettere a invitare a votare si, che squallidi

  2. Avrà cambiato opinione … ?
    Solo uno stolto rimarrebbe della stessa opinione … !

  3. c’è d’alema che sta dietro a ogni segretario del Pd…il problema del Pd è d’alema…

  4. è un bene di rilevanza economica, questo senza dubbio. Ma è un bene di prima necessità e deve essere accessibile a tutti senza costi proibitivi. Andando in mano ai privati non penso che resterà un bene accessibile a tutti… speculerebbero soprattutto nel caso di inquinamento nascondendo i dati per non avere perdite. L’acqua deve restare pubblica per il bene e la salute di tutti.

  5. vabbè si sa che i comunisti ormai inventano di tutto pur di fare campagna contro Bersani…

  6. ma invece di perdere tempo a fare, queste sì, squallide statistiche continuiamo a credere nella forza di chi dice Sì !

  7. per il PD era un bene di rilevanza economica finché la gestione era in mano alle varie SpA rossastre o vagamente rosé.
    ora che la situazione è sfuggita di mano e sia il rosato e sia il rossastro si son tinteggiate d’azzurro eccolo pronto a rivendicare l’assoluta priorità della salvaguardia del bene comune.
    e poi mi accusano di rimpiangere Savonarola…

  8. l’acqua in mano ai privati secondo me significherebbe due cose: bollette + salate e controlli meno frequenti sulla qualità. Visto come vanno le cose qui da noi è meglio non dare in mano a chi può facilmente eludere controlli e doveri.

  9. Se qualcuno avesse avuto voglia di informarsi saprebbe che il PD ha raccolto le firme per il referendum che abroga il decreto Ronchi: la proposta di legge è coerente con le politiche amministrative di Toscana ed Emilia, cose quindi conosciute e di pubblico dominio (sempre per chi ha voglia e tempo). Per il resto si può sostenere tutto e il contrario di tutto (anche relativamente alla situazione normativa sull’acqua, su chi definisce la tariffa, chi aumenta le bolletta, chi paga che cosa).

  10. Io sono un iscritto del PD e Qualsiasi Segretario o dirigente può dire quello che vuole o chiedere di votare quello che preferisce o crede che sia la miglior cosa…in qualsiasi caso io penso con la mia testa, come molti altri, e l’acqua che un bene primario deve essere pubblica e non privata con tutto quello che ne consegue………di conseguenza per me sarà un bel poker di SI senza se e senza ma!!!!!

  11. IO L’HO SEMPRE PENSAVO PD E PDL SONO LA STESSA COSA DIFFERISCONO DI UNA L E BASTA!! Il pd non è l’alternativa a questo governo le vere opposizioni sono fuori dal parlamento, quelle che toccano con mano i problemi, no quattro borghesucci da strapazzo!! Se non era per i vari comitati col cavolo che si sarebbè fatto questo referendum!!

  12. Farina credo che la puntata di Annozero di ieri abbia chiarito le idee anche a lei, oltre che a Brunetta e Castelli, Bersani non è un fan delle privatizzazioni (come in realtà è orientata la legge) ma è un fautore del liberalismo, prova ne sono i tentativi (quasi tutti osteggiati e caduti nel vuoto) di liberalizzare i taxi, i notai, le farmacie, eccetera. Perciò Bersani non ha cambiato affatto idea, la gestione dell’acqua si può anche dare ai privati, ma si chiama gestione perché appunto, la proprietà rimane ai comuni (che se insoddisfatti potrebbero cambiare gestore, cosa non possibile nel caso i gestori fossero proprietari)

    Uno dei motivi per cui Bersani ha deciso di appoggiare i referendum potrebbe essere che si è reso conto che ¾ del partito (inclusa la sottoscritta) era attivamente impegnata coi referendum e a quel punto ha deciso semplicemente di schierarsi.
    Io trovo positivo che il PD non si sia schierato coi promotori dall’inizio, prima di tutto perché una parte del partito è contraria a taluni referendum (anche se manco li ha capiti secondo me) il che avrebbe rischiato un ulteriore frammentazione con gran goduria di Mr. B. (e forse non sarebbe nostro compito farlo godere così tanto, nel caso avrebbero provveduto i predecessori di Bersani, Un altro pezzo è refrattaria all’istituto del referendum, dalla scala mobile non mai più ripigliata, poraccia. Ma il capolavoro (involontario) della latitanza di Bersani è l’incredibile e straordinario risveglio della società civile, che da sola (più o meno) ha usato mezzi di fantasia per far viaggiare la campagna dei SI.
    Penso che siamo stati noi cittadini a volere questi referendum, siamo stati noi, al di la di ogni bandiera, uno accanto all’altro a prescindere dalle nostre idee, e dei nostri partiti di appartenenza, poi, ci sono stati partiti (come il PD) che hanno capito il messaggio e si sono ravveduti, ed altri invece no.
    Quindi mi potreste spiegare cosa imputate a Bersani in definitiva? Non abbiamo recriminazioni noi, che in tutto questo tempo abbiamo lavorato mimetizzati con gli altri, e ne avete voi? Preferivate rischiare il fallimento dei referendum? Bersani almeno ci ha provato, anche rischiando la sconfitta, e voi cosa rischiate? Credete che sia meglio una sinistra perennemente dilaniata da mille conflitti e avvitata nelle sue diaspore, incapace di produrre strategie politiche? Noi abbiamo scelto di non dare alibi a Bersani e al PD, togliendo di mezzo ogni tipo di polemica e recriminazione, adesso se vogliono hanno campo libero per occuparsi di politica (cioè per quello che sono pagati) anziché perder tempo in quisquilie litigiose. Molto meglio, o no?

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