C’è chi dice qualcosa di Sinistra

Discutiamo insieme per il futuro. Questo è lo spirito che ieri, 25 Marzo, a Palazzo mezzanotte a Milano, ha animato il lungo dibattito della Fabbrica dell’Economia di Nichi Vendola. I numerosi contributi hanno riempito un’intera giornata di impegno e partecipazione, testimoniando il fatto che la sinistra può parlare di economia e ha voglia di confrontarsi con i temi più scottanti del settore.

Sin dall’inizio è emerso come punto cruciale il disagio dei giovani che si trovano sistematicamente davanti ad un muro composto, sul piano dell’istruzione, da un nozionismo conservatore che non li avvicina al mondo del lavoro, ed un’Università dilaniata dai tagli agli investimenti; in ambito lavorativo, la difficoltà a reperire offerte di lavoro a tempo indeterminato e un vero e proprio divieto d’accesso ai mercati del credito. Vari ospiti hanno cercato di dire la loro su possibili vie d’uscita al progressivo degrado delle nuove generazioni. Il professor Boeri, dell’Università Bocconi ha avanzato delle interessanti proposte per riformare il mercato del lavoro che comprendono l’introduzione di un salario minimo orario e l’istituzione di un contratto nazionale unico che permetta l’assunzione a tempo indeterminato fin dall’inizio del rapporto, corredato da un sistema di tutele crescenti progressivamente nel tempo per il lavoratore e da misure che scoraggino i contratti a tempo determinato imponendo, ad esempio, contributi maggiori ai datori di lavoro che li adottano.

Interessante l’intervento del Presidente di Slow Food, Carlo Petrini, che ha dato voce agli operatori, ormai quasi invisibili, del settore agroalimentare, distrutto da un’intermediazione parassitaria che non giova né al produttore, né al consumatore.

In campo imprenditoriale, tra i temi principali, sono emersi la valorizzazione ed il riconoscimento del contributo fondamentale fornito dalla componente di immigrati nel nostro paese e la necessità di dare fiducia alle nuove e giovani idee e quindi di facilitare il finanziamento di queste ultime.

Non è mancato, per fortuna, un accenno, seppur breve, al caso Mirafiori. La Sinistra, è sotto gli occhi di tutti, si è mossa a sostegno dei lavoratori e contro il ricatto soltanto con la voce di Nichi Vendola e Paolo Ferrero, lasciati soli dal Partito Democratico che non conosce più identità, sotto una maschera di “abbandono delle ideologie”. Pur sostenendo il grande contributo che i finanziamenti statali alle imprese possono dare sotto forma di spinta al sistema economico, ieri si è finalmente riconosciuto il fatto che l’impresa beneficiaria deve essere obbligata alla redazione di piani industriali dettagliati e credibili che dispongano in maniera trasparente la posta in gioco e la destinazione specifica degli investimenti con i relativi obiettivi di lungo periodo.

Della green economy, tema evidentemente strettamente legato alla storia del giovane partito di Vendola, ha parlato molto autorevolmente Francesco Bertolini dell’Università Bocconi che ha sottolineato come ancora oggi, malgrado le pubbliche dichiarazioni, non esistano effettivamente piani di sviluppo sostenibile. Sembra preoccupare in sostanza la progressiva riduzione del ciclo di vita del prodotto destinato, grazie alla cosiddetta obsolescenza programmata, ad essere oggetto di spreco. La chiave del vero sviluppo sostenibile risiede, dunque, nel mettere in discussione i modelli attuali di sviluppo poiché, dice Bertolini, ripercorrendo un pensiero di Albert Einstein, “i problemi non possono essere risolti sfruttando gli stessi schemi mentali che utilizzava chi li ha generati”.

La giornata di ieri è stata capace di dare speranza a chi, scoraggiato, non crede più in nessuna Sinistra se non in quella che risiede nel ricordo di personalità che oggi non possono più concedere il loro contributo sulla scena politica. Sembra che qualcosa di concreto si stia muovendo e che esista davvero un cantiere dove costruire la nuova Sinistra. Sembra impossibile, ma c’è qualcuno che dice qualcosa di Sinistra.