zero emission

Domeniche senza auto a Milano. I livelli di polveri sottili sono sopra la media. Addirittura in questa domenica senza auto in città i limiti imposti sono stati superati con valori tre volte oltre il consentito. Un altro giorno e Milano verrà multata dall’Europa. C’è da dire che poteva anche andare peggio. Sono stati nel nuovo anno infatti solo 34 i giorni in cui le polveri misurate erano oltre al limite. Ma su ben 38 giorni.

Le soluzioni tampone delle domeniche in bici e la tassa Ecopass non funzionano. Un sindaco fantasioso, a Saronno, ha messo il limite dei 30 km/h nel centro abitato per ridurre le emissioni o molto più probabilmente per fare cassa con l’autovelox. Ma per fortuna ci sono delle novità nel campo della tecnologia.

Qualche tempo fa uscì una notizia già di per sé incredibile. L’aggiunta di una miscela al 32,5% di urea in acqua deionizzata al comune gasolio riduce le emissioni di NOx nell’aria, i maggiori inquinanti prodotti da un motore diesel e responsabili tra l’altro delle piogge acide. In realtà si tratta di un additivo ricavato da alcune emissioni di gas naturale che però hanno un legame molto stretto con la comune urina. La soluzione di urea contenuta in un serbatoio a parte viene iniettata direttamente all’interno del catalizzatore. A questo punto l’urea si combina con il NOx per formare azoto inerte e acqua. Quando il serbatoio di urea rimane a secco il catalizzatore smette di funzionare. In questo caso entra in funzione un sistema di sicurezza che blocca l’accensione dell’auto. Un pieno di urea dura circa 15 mila chilometri e ha un prezzo molto basso. La soluzione è già utilizzata da alcune case tedesche tra cui la Volkswagen e Mercedes e prende il nome di SCR, Selective Catalyst Reduction. Il Gruppo Volkswagen lo chiama AdBlue.

Ultimamente molte case automobilistiche stanno investendo sulla ricerca e lo sviluppo di motori elettrici, che garantirebbero zero emissioni ma anche autonomie ridotte, e quindi una prospettiva per lo più urbana. Molto si sta investendo anche nelle motorizzazioni ibride benzina elettrico.

Ma una notizia ancora più incredibile è uscita ieri su la Repubblica. I laboratori Rutherford Appleton di Oxford, dopo quattro anni di ricerche segrete, collaborando con l’azienda Cella Energy avrebbero sviluppato un nuovo carburante. La “New Oil” o “Oil 2.0”, come i suoi stessi ideatori l’hanno battezzata, sarebbe basata sul utilizzo di un nuovo polimero, in grado di incapsulare della materia ad alto contenuto di energia, idrogeno, e renderne quindi possibile l’utilizzo in motori benzina e diesel non molto diversi da quelli attualmente in uso nelle comuni automobili di oggi. Il nuovo carburante inoltre sarebbe “pulito”, non produrrebbe emissioni nocive, e avrebbe un costo di produzione molto competitivo, circa 50 cent al litro. Naturalmente il processo di produzione è molto complicato e sarebbe basato sull’utilizzo di nanotecnologie. Uno dei principali problemi legati all’idrogeno fino ad oggi era infatti la sua conservazione. Se l’invenzione sarà promettente come sembra ci saremo avvicinati e di molto ad una mobilità più sostenibile ed attenta alla qualità dell’aria che respiriamo.

Grandi innovazioni quindi in arrivo nel campo della mobilità. Speriamo che non bisogni attenderle troppo o che non arrivino ormai a tempo scaduto.

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