I rubli di Bettino l’Africano

Correva l’anno 1993 in quel di Milano quando Bettino Craxi, al processo Cusani Enimont depone così: “il Pds tema gli archivi del Kgb”.Benedetto Craxi detto Bettino è alla sbarra  al processo della madre di tutte le tangenti. E la sua linea difensiva ricalca quella a cui è stato fedele sin dall’inizio di Tangentopoli: ”Così facevano tutti”, e rincara la dose. Attacca Bettino, e attacca con solerzia e precisione il PCI, in una fase storica in cui è guidato da chi aveva fatto dell’onestà e dell’integrità morale la sua vocazione politica, Enrico Berlinguer. In genere il colpo di scena aiuta chi lo invoca, ma a Milano non è in corso la proiezione di un film fantasy, non c’è l’elfo Dobby che viene in aiuto ad Harry Potter quando è dato per spacciato. Ghino di Tacco riesce soltanto a peggiorare la sua posizione, colpendo tutti per non dire niente.

Le accuse che il cinghialone proferisce sono molto precise, e sono precisamente sciorinate al cospetto di un Antonio Di Pietro, all’epoca Pubblico Ministero, che i più giovani non riescono per nulla a ricordare in questa veste.  Dice così Bettino l’Africano alla deposizione: ”E poi c’ era il grande flusso dall’ estero: Urss, Comecon, Patto di Varsavia. Se lo so per deduzione? No, c’ e’ di piu’ . Quando si apriranno gli archivi del Kgb , che sono ancora coperti dal segreto di Stato, verranno alla luce documenti molto interessanti… Ma una parte e’ gia’ chiara. Fino all’ 81 c’ e’ stata sicuramente una rete clandestina di ricetrasmittenti: nel nostro Paese c’ erano dai 13 ai 16 centri che avevano una linea esclusiva con il Kgb. Gli attivisti? Erano selezionati e addestrati in Urss.” Chiede Di ietro: “Ci tolga una curiosita’ . Quando e’ stato smantellato questo sistema?” Risponde Bettino: “Dopo l’ attentato al Papa. Si’ , nella lettera spedita da un esponente del Pci c’ e’ scritto: “Visto che si segue la pista bulgara, per evitare ogni problema abbiamo deciso di smantellare il sistema delle trasmittenti”. La verita’ ? Il Kgb temeva che una parte dei giovani addestrati in Unione Sovietica potesse sfuggire al controllo del Pci ed entrare nel terrorismo. I sovietici non volevano essere considerati la lunga manus (sic!) dei movimenti eversivi”.

Da Botteghe Oscure le repliche non si fanno attendere: Napolitano, all’epoca dei fatti Presidente della Camera e all’epoca dei fatti su cui si riferiva Craxi Ministro degli Esteri del governo ombra Pci (“quindi Napolitano doveva sapere” chiosa Craxi) commentò così: “L’ onorevole Craxi ha usato la tribuna di cui ha potuto disporre (il processo milanese sui finanziamenti Montedison, ndr) per lanciare volgari insinuazioni, prive di ogni fondamento anche nei confronti della mia persona. Mi sono occupato di politica estera, per il Pci e poi per il Pds, dal 1986 al 1992, e non mi sono mai occupato di affari di nessun genere: per l’ onorevole Bettino Craxi forse questa distinzione e’ inconcepibile, ma per me e’ sempre stata nettissima

Non diversa la reazione di Ochetto e dei vertici della Quercia, che delegano a Petruccioli la stesura di un comunicato: “Dopo tanti discorsi in Parlamento e fuori e le peregrinazioni in varie procure d’ Italia, deponendo al processo Cusani Craxi ha per l’ ennesima volta ripetuto, pressoche’ alla lettera, i suoi sfoghi calunniosi contro il Pci e il Pds con affermazioni false e infondate o del tutto generiche e riferite ad epoche ormai lontane e a fatti privi di ogni possibile rilevanza giudiziaria. Ancorché esausti dobbiamo denunciare anche questa volta l’ intollerabile malcostume, il vero e proprio delirio persecutorio che puo’ essere compreso solo nell’ ambito di una abnorme condizione personale” Denuncia morale che poi sarà seguita da una denuncia per calunnia ai danni di Bettino l’Africano.

Nel 1996  Maria Monteleone, sostituto procuratore presso la pretura della capitale,  ha chiesto e ottenuto dal giudice per le indagini preliminari, Luciano Pugliese, l’ archiviazione dell’ inchiesta contro Achille Occhetto, ex segretario del Pci-Pds e l’ amministratore Marcello Stefanini. Nella denuncia presentata il 14 febbraio ‘ 94, Craxi parlava di movimenti finanziari per 2 milioni 700 mila dollari (non rubli!).  Ma Maria Monteleone ha invece stabilito che “non risultano effettuate operazioni commerciali e/o movimenti in denaro da l’ Unità con enti o società dell’ Urss, che possano occultare forme di finanziamento al Pci-Pds“.  Insomma, Mosca non ha mai irrorato Botteghe Oscure di rubli. Sorte ironica quella del Pci e del Psi e dei rispettivi leader: Berlinguer ricordato e osannato tutt’ora (nonostante distanze “centriste” di chi comunista lo è stato, come Veltroni) la cui figura non è stata storpiata dalle calunnie di Craxi. Quest’ultimo preso a lanci di monetine, processato e scappato dal paese per sfuggire dal carcere, recandosi dall’amico Ben Alì, presidente tunisino. Ironia della sorte pure quest’ultimo è scappato dal suo paese. E’ proprio vero… Dio li fa, poi li accoppia.

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