#Greta, #Vanessa e #Fabrizio, il valore della vita umana

Ci sono volte in cui non mi sento italiano. Ma per fortuna o purtroppo lo sono, come direbbe Giorgio Gaber.

Per fortuna lo sono, quando penso a Fabrizio Pulvirenti, medico siciliano di Emergency. Fabrizio era partito per la Sierra Leone. Era partito per fermare la diffusione dell’ebola. Era partito per curare i malati. Fabrizio Pulvirenti, in Sierra Leone, ha contratto il virus che combatteva. È tornato in Italia per essere curato, con cure sperimentali. Fabrizio è guarito. È tornato in Sierra Leone. E con il suo sangue verrà creata una banca centralizzata di plasma per curare le altre persone. Fabrizio è simbolo di umanità.

Purtroppo lo sono. Quando penso a chi ha detto che Fabrizio Pulvirenti è ‘un idiota’, perché è andato li, ha contratto il virus, è tornato e abbiamo dovuto pagare le sue cure. Non solo, poi è addirittura tornato in Africa, invece di rimanere in Italia a curare gli italiani. Si, perché per alcuni è meglio che ‘quegli africani’ muoiano. Per alcuni il problema non è nostro. Loro, a differenza di Fabrizio, sono simbolo di stupidità. Perché coloro che si ammalano di ebola hanno tutti lo stesso diritto a essere curati. Lo stesso diritto che ha un italiano, un tedesco o un americano.

Poi penso a Greta e Vanessa. Sono tornate a casa. E niente conta di più.

Purtroppo lo sono. Quando penso a chi, durante la loro prigionia, si auspicava che rimanessero li. O, peggio, che fossero uccise. Quando penso a chi le ha fatte bersaglio di commenti sessisti. ‘Siete andate li per farvi scopare’,  ha detto qualcuno. Certo è un paradosso che l’Islam da queste persone viene criticato per il modo con cui trattano le donne. Ormai non mi meraviglio più di quanto in basso l’uomo possa arrivare. L’odio, veicolato da chi l’umanità non sa nemmeno cercarla sul dizionario, fa presto a diffondersi. Seduti dietro una scrivania è facile giudicare chi si dà da fare per cercare di cambiare, nel proprio piccolo, questo mondo. L’odio è tanto più grande quanto più si è consapevoli della propria piccolezza morale.

E mi fa sorridere che quando i profughi di guerra vengono in Italia, la prima giustificazione che riescono a trovare gli xenofobi è quella che li dobbiamo aiutare a casa loro. Ed è proprio quello che hanno fatto Greta e Vanessa. Con la testa sempre rivolta al cielo per vedere se sta per cadere qualche bomba. Chi insulta, è un misogino pieno d’odio che ha la testa alzata solo per prendere un barattolo di fagioli dalla mensola. E, la maggior parte delle volte, deve abbassarla subito, perche non è abituato a tenerla alta.

Ma la cosa più paradossale è la questione relativa al presunto riscatto pagato per la liberazione di Greta e Vanessa. Tralasciando il fatto che non è stato confermato da nessuna fonte istituzionale, mi lascia perplesso la rivolta su questi presunti soldi ‘sprecati’ (!). Sono perplesso perché faccio fatica a capire. Facciamo un semplice ragionamento.

Secondo le intelligence occidentali, il terrorismo islamico ha una ricchezza di oltre 2 miliardi di dollari. I gruppi terroristici, come l’Isis sono stati creati inizialmente dall’Occidente. Attualmente vengono finanziati dall’Arabia Saudita e dall’Egitto (principalmente). Indirettamente, quindi dagli Stati Uniti e dai suoi alleati (leggi Italia), che, anche se volessero (e non vogliono), non possono toccare i delicati rapporti economici con i sauditi. I principali esportatori di morte siamo noi. Noi li finanziamo, e noi gli vendiamo le armi che, con quei soldi, comprano. E stiamo parlando di miliardi, non di 12 milioni. Eppure quando andiamo a comprare il petrolio, non mi sembra ci sia tutta questa indignazione. Ma può darsi che sia davvero io che non capisca. Però mi chiedo. Quanto vale la vita umana? Può essere quantificata? Come si fa a dire che 12 milioni sono troppi? O davvero pensate che vale più un pieno di benzina che la vita di due ragazze?

Beh, se pensate che vale di più il primo, allora vi prego, “Non insegnate ai bambini, non insegnate la vostra morale, è troppo stanca e malata, potrebbe far male”.