La lenta marcia dei cinque in memoria di Andreotti

Quando scompare una personalità che ha lasciato una grande traccia nel cuore di un’intera nazione la commozione diventa incontenibile, lo spirito del singolo si fonde con quello della collettività, e la gente, come in un flusso umano e cosmico al tempo stesso, si riversa nelle strade.
Il 6 maggio, invece, è venuto a mancare l’onorevole Giulio Andreotti e pare si siano contate addirittura meno persone in strada e non si sia registrato nessun cuore in tumulto se non nei reparti cardiologici.
Se è vero che non si sono verificati episodi di massa, ad aver attirato l’attenzione degli organi di stampa è quella che i giornali hanno già ribattezzato ‘la lenta marcia dei cinque’.

I cinque sono Augusta Pancaldi, Ermenegildo Fregna, Vincenzo D’Ottavio, Amilcare Sberlone ed Emilia Russo, tutti tra gli 82 e gli  86 anni.
A Segni, loro paese di origine (loro e dell’onorevole Andreotti) sono conosciuti come ‘gli andreottiani’ o gli ‘andreottantenni’ (perché, ci hanno spiegato in paese, sembra che abbiano avuto sempre ottantant’anni anche da giovani).
I cinque si sono fatti conoscere quando nel 1994 si opposero strenuamente alla chiusura della sede della Democrazia Cristiana nella piazza del paese.
“Ha visto,” ci dice il signor Sberlone “la storia ci ha dato ragione. Siamo tornati!”
La lenta marcia dei 5 prevede un percorso abbastanza breve, i 5 in un’ora hanno fatto 300 m, la distanza che separa la sede del partito dal bar.

“Per noi è stato un fulgido esempio, la sua vita e le sue battaglie continuano a rappresentare un riferimento per tutti noi.” Molti lo ricorderanno per alcune frasi rimaste celebri:
‘Dove c’è la verità, lì non sono io’ oppure ‘Se c’è da correre in aiuto di un uomo che ha sete di giustizia, non chiamate me’ oppure ‘Ho sempre difeso strenuamente la vostra libertà (parlando agli uomini di Cosa Nostra)’ e ancora ‘Dispiace per le stragi di Stato, ma the show must go on’ (a differenza di molti politici italiani parlava correttamente inglese), senza dimenticare quando ha ribadito più volte l’importanza della lotta per l’indipendenza (degli americani sul suolo italiano).
Noi siamo davvero disperati!” confessa la signora Pancaldi “Ma i suoi insegnamenti non moriranno mai, hanno formato i maggiori esponenti politici di questo Paese. E’ un uomo che ha ispirato uomini come Gianni Letta, il braccio destro di Silvio Berlusconi, non ce lo dimentichiamo, signori miei!”
Una volta arrivato al bar il corteo ha osservato 94 minuti di silenzio (uno per ogni anno dell’onorevole), poi i 5 sono stati svegliati e riaccompagnati a casa.