Un tribunale dell’Aja ha stabilito che i Paesi Bassi sono responsabili di parte delle vittime del massacro di Srebrenica (Bosnia Erzegovina) ad opera dei miliziani di Ratko Mladić. Da quell’episodio partì il bombardamento di Belgrado da parte della NATO.
Era il 1995. Gli aerei partivano da Aviano e Istrana, passavano sopra la mia e le vostre teste per fare quella che fu chiamata la “guerra giusta“, in ossequio alle antiche parole di Vegezio: si vis pacem para bellum (se vuoi la pace prepara la guerra).
I crimini, com’è noto, ci furono da ogni parte. E come per i battaglioni olandesi a Srebrenica, anche gli Stati Uniti di Bill Clinton e l’Europa di Kohl e Chirac stavano a guardare le mattanze che si consumavano sui Balcani, appoggiando i desideri di vendetta di una fazione e poi dell’altra, armando ufficialmente i “buoni” e di sottobanco i “cattivi”.
Così si smembrava definitivamente la Jugoslavia e si metteva mano a uno dei più appetibili bacini di manodopera a basso costo d’Europa. E per quale altra ragione, se non per quella meramente economica, ci si dovrebbe sentire in dovere di esportare democrazia ed educare intere popolazioni alla civiltà?
Questi sono i 70 anni di pace in Europa di cui vanno riempiendosi la bocca i politici di oggi.
Fanno la guerra solo per divertimento
Trattando le persone come i pedoni degli scacchi
(War Pigs – Black Sabbath)