Bianca #Berlinguer: “Non credo alle virtù salvifiche del leader”

Bianca Berlinguer alla Festa de l'Unità di Bologna, 11/09/2016 Foto di Pierpaolo Farina

Bologna, domenica 11 settembre, Festa de l’Unità, quella per eccellenza. Ospite d’onore: Bianca Berlinguer, intervistata da Alessandro De Angelis. L’inizio è subito segnato da un lungo applauso dei presenti, tantissimi, che affollano la sala principale dei dibattiti della festa, intitolata a Nilde Jotti.

L’ex-direttore del Tg3 non si sottrae a nessuna domanda dei vari temi che vengono affrontati: si parla della sua epurazione dal Tg3, ricordando gli attacchi sempre più frequenti dei renziani, ma anche del successo della sua pagina facebook, vera e propria rivelazione dell’anno (ed è anche per questo che la proponiamo agli Oscar della Rete qui). Poi si parla di Politica: dall’Europa all’immigrazione, dal Movimento Cinque Stelle al PD e a Matteo Renzi. Si parla anche del padre Enrico, di quel Partito Comunista di cui è stato il leader più amato e che ha portato al suo massimo storico. “Non illudetevi, quella storia non può tornare“, lo dice ai presenti che applaudono, ma in realtà è una risposta implicita a chi la vorrebbe candidata per sfruttare un cognome pesante che, come conferma più di un sondaggista, può avere esiti inaspettati su un eventuale duello diretto: il “brand” Berlinguer, come direbbe qualche renziano, vale molto sul mercato elettorale, esattamente come quello “Clinton”, “Bush” oppure “Obama” sulla scena politica USA.

Eppure, per ora di candidarsi non se ne parla. Benché la domanda diretta venga accolta dai presenti con una standing ovation, Bianca Berlinguer risponde in una maniera che dimostra quanto veramente si respirasse un’idea di Politica alta in casa sua:

“Nel futuro mi piacerebbe anche dare una mano alla ricostruzione di questo Paese e della Politica, considerata così degenerata, ma in un futuro… e poi guardate io non credo che esista il leader, io credo che esista il gruppo dirigente. Se non c’è il gruppo dirigente e non c’è il progetto politico… quello che io non vedo attualmente dentro al partito, anche dentro alla minoranza del PD, è il progetto politico. Perché tu puoi anche contestare e opporti all’attuale segreteria, ma facciamo un esempio: non sappiamo se vincerà il sì o il no; se anche vincesse il no, nel partito non ci sarebbero grandi cambiamenti, però se la minoranza non ha pronto un progetto politico alternativo, allora è complicato pensare di candidarsi al prossimo congresso per sostituirlo. Noi siamo convinti che sia tutto nelle mani del leader, ma se non c’è la squadra guardate che è successo a Roma; se non c’è una squadra che sappia governare, e questo vale anche per il partito, un gruppo dirigente che se ne occupi, è inutile invocare le virtù salvifiche del leader, perché poi non riesce a tenere tutto insieme.”

E la chiusura è anche una chiusura alla minoranza PD, che dopo la sua epurazione dal TG3 l’aveva vista come possibile bandierina da utilizzare al prossimo congresso, per coprire appunto l’assenza di un progetto politico alternativo a quello di Matteo Renzi: “E se io un giorno anche dovessi decidere di fare questa scelta, sarà una scelta mia, solo mia, che non dovrà subire nessun genere di pressione esterna, e soprattutto che non arriverà mai dopo un momento di difficoltà come io considero quello attuale, e non voglio in nessun modo che una scelta così importante, come quella della politica, che io sono sempre stata abituata a considerare una scelta alta e nobile, perché così l’ho vissuta e così mi è stato insegnato e così deve essere, possa essere condizionata e inficiata da una mancanza di serenità e un desiderio di rivalsa che in questo momento, in un modo o nell’altro, un po’ dentro di me è presente.

Per ora, quindi, si mettano il cuore in pace sia i renziani che gli antirenziani: Bianca Berlinguer continuerà a fare la giornalista su RaiTre.

53 commenti su “Bianca #Berlinguer: “Non credo alle virtù salvifiche del leader””

  1. L’onestà intellettuale è un requisito fondamentale per ricoprire ruoli politici. Lei Bianca li possiede. Non certamente tanti politici attuali. Brava non si butti in un’esperienza che sicuramente non l’arricchira’ né di soddisfazioni e né di esperienza. Continui a fare il suo lavoro come ha fatto sempre. Con onestà esperienza e qualità. Peccato che non l’hanno capito chi la rimossa. Chiaramente in cattiva fede.

  2. Quello che determina la differenza tra una persona perbene e una sciacqualattuga: è la consapevolezza. Una Donna come B. Berlinguer capace di antepone un ragionamento ad una facile canditatura in politica; non è cosa tanto facile da reperire.

    • Ma quale “brava Bianca “! Un conto è fare giornalismo e un conto è governare. Se non si fosse chiamata bianca Berlinguer nessuno avrebbe pensato che era stata mandata via, ma ad un cambio regolare come fu fatto anche per Di Bella a suo tempo!

  3. Tradirebbe la Storia e la visione pplitica del GRANDE ENRICO Un mlto per la mia generazione.Lui pensava che INGRAIO e i MIGLIORISTI DI AMENDOLA E NAPOLITANO proponevano per l’Italia una politica errata.Ma la visione di Belinguer era imclusiva e quelli citati erano e sono grand perzsonalita’ non uno Speranza Qualsiasi
    BRAVA BIANCA.

    • Personalità si diventa se si è modesti , si studia, ci si sforza di capire e dare soluzioni nel campo. Fiducia a chi ha il coraggio di dire ” no questo non va bene” e intanto si forma una classe dirigente non un” capo padrone”.

  4. A parte il cognome , più che nobile ed onesto. Credo che a progetti ed adeguatezza non ci voglia molto ad averne più di Renzo. Chi ha ed avuto dei valori oggi non si riconosce più in questa bolgia.

  5. Non è mai esistito, nella realtà, qualcuno che abbia salvato il mondo. L’uomo si salva da solo perchè quando non sopporta più, rovescia il tavolo, con tutto quello che c’è sopra. Unica incertezza … quando?

  6. Saresti la candidata giusta per riunire la sinistra attorno agli ideali mai sopiti del tuo grande papà ed abbandonare il renzismo che si accoppia al berlusconismo ed al qualunquismo che sta dilaniando la sinistra

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