#Fertilityday (ma a tutele crescenti)

Fabrizio De Andrè avrebbe cantato «Poi la voglia svanisce e il figlio rimane | e tanti ne uccide la fame. | Io, forse, ho confuso il piacere e l’amore: | ma non ho creato dolore.»

Al di là della futile polemica sull’odore di fascismo della campagna lanciata dal Ministero della Salute allo scopo di promuovere «la cultura della fertilità nella popolazione giovanile e per la prevenzione dell’infertilità», dall’Unione Sovietica, che premiava le donne che mettevano al mondo più di dieci figli, con l’unica eccezione di un uomo che venne premiato per aver cresciuto dodici figli adottivi) passando per i democratici Paesi scandinavi, tutti i governi occidentali stanno incentivando la natalità con messaggi pubblicitari dal dubbio gusto, come accaduto per il Ministero della Salute e la sua titolare, non sempre acuta nel commentare la letteratura medica e scientifica e propensa a boutade clamorose, come quella sui bambini e la marijuana.

L’idea che traspare dalle pubblicità del Ministero, che dovevano creare «empatia» fra i giovani, è quella di una società a cui viene imposta alla donna e alla gioventù la prole come massima forma di realizzazione dell’individuo, senza nulla dire su come genitori e nascituri verrebbero sostenuti e aiutati in questo decisivo passo nella vita di coppia.

In un’Italia senza tutele (o a tutele crescenti, come direbbe il nostro Presidente del Consiglio) per la classe lavoratrice (che grazie al Jobs Act vede precarizzato anche il contratto a tempo indeterminato), dove sempre meno giovani trovano spazio nel mondo del lavoro, spazio fondamentale dove trovare stabilità e prosperità proprie e per il proprio nucleo familiare, l’onorevole Ministra pensa, con stucchevole semplicità, che il modo migliore per essere creativi è essere genitori giovani. Sì, giovani, genitori, con figli che tanti ne uccide la fame, visto che non si ha un salario adeguato per mantenerli, un lavoro sicuro su cui basare i propri piani e il proprio futuro.

15 commenti su “#Fertilityday (ma a tutele crescenti)”

  1. Fare figli.oggi è un grosso problema in ogni campo: lavoro,se sei incinta ti cacciano; se non lo sei devi firmare di.non.volerlo MAI; se hai figli la sanità non ti aiuta; i costi.per crescere i bambini sono esosi; non ci sono.strutture che ti possono aiutare; non ci sono servizi; la scuola non accetta i bambini perché solo troppo “ricchi” se i genitori lavorano; le scuole chiudono tre mesi l’anno + tutte le feste cpmandate; non ci.sono strutture per l’estate; le votazioni malgrado la gente vada poco.a.votare.sono sempre nelle scuole; non ci sono permessi per i figli malati e.fa assistere; si rischia di rimanere schiacciati dalle banche che ci.affannano con.bene.placito di chi ci.governa; ci complicano la.vita con.tasse,tasse, libero tasse. Non abbiamo futuro.per

  2. Scusate gli errori. Non abbiamo futuro le noi, come.si.può essere tanto irresponsabi da decidere di.fare figli.È una responsabilità troppo grande per noi che abbiamo un lavoro che.ci.permettete di sopravvivere e non sempre bene. I nostri figli sono liberi di andare all’estero e tra un po’ neanche più quello….I figli li facessero loro che.hanno tutti.i.privilegi, che ci.stanno togliendo altre alla speranza la .voglia.di vivere…A loro passiamo il testimone avendo massacrato per le loro ambizione e.la loro disonestà……

  3. Gli italiani non procreando stanno dimostrando di essere veramente intelligenti checchè ne dicano i ns. buffoni di politici. Loro hanno la pancia piena e se ne fregano della gente comune. Stiamo tutti nella stessa barca e quindi il giorno in cui il ns. Paese sarà strapieno di extracomunitari se ne accorgeranno loro per primi quali impatto e conseguenze ci saranno per tutti…

  4. Non è detto che fare figli sia la massima aspirazione e realizzazione di un essere umano. Io non ne voglio e stop. Non ho problemi economici, sono fertile, semplicemente ed egoisticamente sto bene così,senza responsabilità.

  5. fare figli non penso sia la massima realizzazione dell’individuo è solo un processo di natura ma l’uomo che assomma all’istinto la consapevolezza non può progettare figli se le proprie condizioni economiche non siano sicure

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