Il #PD sopravvivrà a #Renzi?

In un panorama negativo, la conferma del centrosinistra a San Vito al Tagliamento segna un risultato confortante“. Dirigenti locali democratici di San Vito al Tagliamento? Magari, cari lettori, magari. A pronunciare questa incredibile frase è niente popò di meno che Debora Serracchiani, vice-segretaria del PD a mezzo servizio, dato che il resto del suo tempo quando non è impegnata a illuminarci con le sue grandi analisi politiche lo passa (si spera) a fare il Presidente del Friuli-Venezia Giulia.

Non parlerò della Serracchiani e nemmeno di San Vito al Tagliamento (per inciso, non sapevo nemmeno che esistesse, ma so che ora morite dalla curiosità di sapere dove sia, quindi vi dico che sta in provincia di Pordenone, in Friuli), mi interessa invece fare una breve riflessione sullo stato attuale di una formazione politica che nel proprio nome ha due parole che hanno perso qualsiasi significato (per la sua dirigenza, si intende): “Partito” e “Democratico“.

Il PD non è più un partito da tempo: a furia di discutere di partito solido (caro a Bersani e soci) e di partito liquido (caro a Veltroni e sodali), Renzi ha risolto il dilemma facendolo direttamente evaporare. La militanza di cui andavano orgogliosi un tempo gli ex-PCI non esiste più perché molto semplicemente quella tessera non ha più valore (o meglio, costa ma non dà benefici): infatti, perché mai qualcuno davvero interessato ad occuparsi della cosa pubblica dovrebbe tesserarsi a un partito, pagando la quota annuale e facendosi un discreto mazzo nel far vivere il proprio circolo, se poi ogni 4 anni i congressi vengono trasformati in beauty-contest a cui può partecipare chiunque doni 2 euro e vince quello che ha la battuta più divertente, la cravatta più trendy e lo slogan più bello? E’ vero che è connaturata alla Sinistra una certa dose di senso di responsabilità, ma oltre a una certa soglia si trasforma in insensato masochismo.

Il risultato, dopo più di due anni di cura Renzi, è stato una drastica riduzione degli iscritti e la mobilitazione politica solo in occasione delle elezioni, cosa che in tempo di scandali, disillusione e rabbia sociale causata dalla crisi non ha fatto altro che innalzare drasticamente il numero degli astenuti, che oramai sono una componente stabile tra il 40 e il 50% (in Italia 30 anni fa votava il 95% della popolazione). E anche quando i disillusi si recano alle urne, non scelgono né la sinistra alternativa al PD né il Partito Democratico: scelgono il Movimento 5 Stelle (ovviamente laddove i candidati sono presentabili, come la Appendino e la Raggi). Che è sempre meglio della destra becera e populista, a mio avviso (anche se certi fini intellettuali da bar che circolano per il web considerano “fascisti” tutti quelli che non la pensano come loro, ieri su questo blog ne abbiamo avuto un assaggio).

Il PD non è nemmeno più democratico da un pezzo: basta vedere il livello di discussione interna alle direzioni di partito, gli insulti che vengono quotidianamente riservati alla minoranza, quel clima da “caccia ai gufi” che si è scatenato in questi mesi ogniqualvolta che un militante o un dirigente osasse criticare il grande capo carismatico che tutto vede, tutto capisce, tutto risolve. E tutto perde, come è successo alle ultime amministrative. Anche ora, la colpa non è del grande capo ma dei sotto-capi che non hanno capito, delle “candidature sbagliate”, come se in tutto questo il renzismo come stile di governo, assorbito dai sotto-capi, non c’entrasse nulla. E chi si consola con Sala, come abbiamo ben spiegato ieri, dovrebbe averla vissuta la campagna elettorale delle ultime due settimane a Milano: quello che doveva essere il candidato del Partito della Nazione ci mancava poco che sventolasse una bandiera con falce e martello e intonasse bandiera rossa, pur di recuperare il voto a sinistra che aveva bellamente snobbato fino alla batosta del primo turno che gli assegnava un vantaggio di nemmeno 1 punto percentuale (5mila voti) sull’inesistente Parisi.

Ma il PD è flagellato anche da una questione di cui certi suoi dirigenti dovrebbero conoscerne tutti gli aspetti, dato che a porla fu Enrico Berlinguer più di 40 anni fa: la Questione Morale. Renzi l’ha ammessa, ma non ha fatto nulla per risolverla. E a rileggere le parole che Berlinguer utilizzava per descrivere “gli altri partiti di governo” sembra di leggere un’analisi del PD di oggi:

«I partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e di clientela: scarsa o mistificata conoscenza della vita e dei problemi della società e della gente, idee, ideali, programmi pochi o vaghi, sentimenti e passione civile, zero. Gestiscono interessi, i più disparati, i più contraddittori, talvolta anche loschi, comunque senza alcun rapporto con le esigenze e i bisogni umani emergenti, oppure distorcendoli, senza perseguire il bene comune. La loro stessa struttura organizzativa si è ormai conformata su questo modello, e non sono più organizzatori del popolo, formazioni che ne promuovono la maturazione civile e l’iniziativa: sono piuttosto federazioni di correnti, di camarille, ciascuna con un “boss” e dei “sotto-boss”. La carta geopolitica dei partiti è fatta di nomi e di luoghi. Per la DC: Bisaglia in Veneto, Gava in Campania, Lattanzio in Puglia, Andreotti nel Lazio, De Mita ad Avellino, Gaspari in Abruzzo, Forlani nelle Marche e così via. Ma per i socialisti, più o meno, è lo stesso e per i socialdemocratici peggio ancora…»

Pur di prendere più voti alle amministrative il PD ha inciuciato con il peggio della classe dirigente meridionale, salvo prendere una batosta che dovrebbe oramai insegnare a Lor Signori che l’onestà, la trasparenza e l’impegno contro le mafie e la corruzione, checché ne dicano certi mammasantissima, paga e fa vincere. Perché come disse Calamandrei: “In politica, la sincerità e la coerenza, che a prima vista possono sembrare ingenuità, finiscono alla lunga con l’essere un buon affare.

Altro che lanciafiamme nel partito: servono semmai mattoni, calcestruzzo e una buona dose di concretezza e umiltà. Ma come abbiamo scritto in occasione dei cinque anni di questo blog, non avrebbe alcun senso costruire un partito se prima non viene forgiata una nuova cultura della Sinistra aperta e moderna, che si liberi di quella mentalità ottusa da trinariciuti di partito, e ricostruisca l’alfabeto ideale con cui rispondere a quel bisogno di sete e di giustizia che è maggioritario tra i cittadini, che per disperazione e mancanza di alternative o si buttano nell’astensione o si buttano sui volti nuovi del M5S.

Se il Partito Democratico non vuole fare la fine del Partito Socialista Italiano di Bettino Craxi o della Forza Italia di Berlusconi, cioè sparire con il suo leader, può fare solo una cosa: liberarsi dei vari Guerini-Orfini-Serracchiani, inadeguati al ruolo quanto Freddy Krueger maestro elementare, e puntare su una figura che non identifichi la sua persona con il partito, ma identifichi il partito con un progetto politico e un’idea di società che parli alla parte più giovane, creativa e innovativa del Paese per orientarla su obiettivi di giustizia sociale e solidarietà.

Ad oggi l’unico che sembra avere le qualità e la giusta dose di concretezza e umiltà per tentare un’impresa del genere sembra essere il governatore della Toscana Enrico Rossi, da sempre antagonista di Renzi, ma da tempo in rotta di collisione anche con i residuati bellici della vecchia guardia, che con la loro sterile opposizione e l’incapacità di proporre un’alternativa anzitutto ideale al renzismo ne costituiscono il principale alleato e stampella. Il compito è arduo assai, visto il livello di degrado raggiunto in quel Partito, e il governatore della Toscana, che studia da segretario oramai da più di un anno, non può pensare di fare da solo, ma dovrà invece formare una squadra di persone che in ogni territorio sia espressione di intransigenza morale, capacità politica e quel minimo di spessore culturale. Non è necessario che i neuroni funzionanti siano più di due, perché già quest’ultima qualità sarebbe una vera e propria rivoluzione, rispetto al Giglio Magico del pupo fiorentino).

Ad oggi alternative credibili non se ne vedono: si spera che quel che resta della militanza attiva e perbene del PD voglia giocarsi fino in fondo questa carta. Altrimenti quello che accadrà è facilmente prevedibile: l’irrilevanza politica e l’identificazione del vecchio elettorato di centrosinistra con il M5S modello Raggi-Appendino. Il che, sia chiaro, da queste parti non viene vissuto come una tragedia, dato che quello che dovrebbe importare, alla fine, è il bene della collettività, non quello di una parte politica. In funzione di quello dovremmo ragionare, perché in funzione di quello ragionava la Sinistra, ma oramai sembriamo essercene tutti dimenticati.

E forse, alla fine della fiera, questo è il vero problema da risolvere.

150 commenti su “Il #PD sopravvivrà a #Renzi?”

  1. certo che farà la fine del psi per governare a raccolto cani e porci il compagno Berlinguer non l’avrebbe mai permesso, meglio una buona opposizione che un mal governo. una domanda: la politica che sta facendo il pd è quella di sinistra? noooo la sinistra è con la gente che lavora non con le banche. questa sinistra io non la voterò mai più

    • o non voti, oppure dammi un alternativa, io ho cominciato lavorare nel 75 sai quanti scioperi abbiamo fatto per ottenere quello ci hanno e ci stanno togliendo, si può andare avanti così?

    • Allora è benen che la sinistra rimanga perennemente all opppsizone, perché la storia imsegna che quando è al potere, i danni prodotti travalicano abbondantemente i benefici. E il PD di ogi ne è l ennesima riprova.

    • Penso che sei indietro di decine di anni il mondo sta cambiando e forse non te ne sei accorto, il grande movimento operaio degli anni 60/70/80/90 è terminato oggi ci confrontiamo con il mondo del lavoro che non è piu di massa ma di poche associazioni di servizzi

    • Pietro Massaroli vedo che sei in linea di quello che asseriva il compagno Ingrao negli anni 90,ecco perchè allora, una forza di sinistra non potrà mai governare il paese secondo quello che stai dicendo

    • a mio svviso bisogna creare un movimento della sinistra ALLA eNRICO BERLINGUER che non sia una sinistra che faccia opposizione x fare cadere il governo oppure Seméliciamente dire mandiamoli a casa;creare una forza di sinistra che sappia mettere qualunque governo sia alla prova é incalzarlo con iniziative che spingono a soluzioni i giovani;delle donne;dei lavoratori é lavoratrici:dei pensionati:

  2. Analisi lucida interamente condivisibile …….ma non so quanto il pupo toscano se ne renda conto. Hanno buttato tutto il patrimonio di più generazioni, credono di sapere ma l’ignoranza li pervade, sono ahimè molto pessimista……

  3. .. il centrosinistra ha cominciato a perdere la sinistra da quando Bertinotti ha fatto saltare il governo Prodi . Cambiare il paese stando all’opposizione per l’eternita’ non è una buona idea ..

  4. Questa mattina ho un esame, ma quando torno a casa vi faccio un commento abbastanza dettagliato di quello che penso.

    Finirà nel dimenticatoio di Internet, ma magari qualcuno lo leggerà fino in fondo.

    Per me la sinistra non è morta e non deve morire.

    Io inizio gia’ a presentarmi dicendo che sono attivo nel M5s, ideologicamente non definito al 100%, ma credo di potermi definire di sinistra (con qualche spruzzatina di destra qui e là, spero, intelligente e non renziana).

  5. Purtroppo e a malincuore anch’io sono pessimista. L’unica possibilità di salvezza potrebbe essere la resa di Renzi e la sua consapevolezza di avere fatto “un gran disastro”. Dentro il PD c’è tanta arroganza che non era una carateristica della sinistra , ma i presuntuosi (generalmente ottusi e ciechi) difficilmente riconoscono i propri errori.

  6. Inatteso endorsment per Enrico Rossi. Non condivido questa analisi. Mi sembra di leggere un post grillino. A mio avviso non vi accorgete che l’identificazione del partito con il suo leader esisteva anche ai tempi di Berlinguer. Infatti se si dice, il PCI di Berlinguer ci si riferisce a un preciso modello politico. Io invece credo che il partito democratico oggi stia facendo un grande sforzo, per entrare nella storia. La vecchia classe politica è stata per troppo tempo legata a schemi novecenteschi di destra e sinistra. Oggi, il nostro Paese ha bisogno di riforme e questo PD, in qualche modo le sta facendo. La politica è perseguire il bene comune, anche se si rischia di andare contro il popolo. Io sinceramente, che la Raggi e l’Appendino possano fare qualcosa, solo perché hanno una bella faccia non ci credo. L’elettorato può essere ingrato e allora cosa facciamo, non perseguiamo più i nostri obiettivi e gli andiamo dietro per accaparrarci dei voti? Non la vedo così.

    • Forse non mi sono spiegato bene. Per me, il bene comune non coincide, con il popolo, in quanto quest’ultimo è spesso soggetto ad isterismi, irrazionalità e visione corta del mondo. Invece un uomo politico, razionale che sa cosa deve fare la politica, riesce anche nel lungo termine a perseguire ciò che è bene comune e non solo di chi urla di più, come molti populisti. Non so se rendo l’idea.

    • Mi chiedo come faccia lei a scrivere su un blog che si chiama, “qualcosa di sinistra” quando è chiaramente un grillino. Ragazzi, fino a 5 anni fa si parlava di puttane, ballerine e nipoti di Mubarak, in Parlamento. Oggi si parla di riforma costituzionale, Jobs act, diritti civili e varie altre riforme sono in ballo. Parlare come parlate voi, seguendo pappagallescamente, quello che dice un ex comico trombato, è da chi viaggia con i paraocchi e non da chi sa leggere la realtà.

    • Antonio Schettini, l’Appendino e la Raggi secondo Lei non potranno fare qualcosa di buono. La Boschi e la Madia si ? Cerchiamo di analizzare quello che sta succedendo all’interno del PD senza guardare in casa degli altri. L’ultima tornata elettorale ha ampiamente dimostrato che è una tecnica assolutamente sbagliata, tant’è che abbiamo perso una gran fetta di elettori.

    • Nino Quagliariello, mi auguro di sbagliarmi, perché a me pare che Raggi e Appendino, siano state votate solo perché con la faccia pulita. Ma quello che hanno promesso, dovranno anche attuarlo. Tipo voglio vedere quando mettono il reddito di cittadinanza, che a mio avviso non risolve la disoccupazione e aggrava lo stato delle casse pubbliche. Vedremo. Il populismo serve a poco.

  7. All’indomani delle elezioni comunali 2016 è evidente la sconfitta di schieramenti e di sinistra e di destra, a cui associare un inaspettato trionfo cinque stelle. Credo che questo abbia avuto la meglio non tanto per proposte innovative, progetti efficienti e realizzabili, quanto per gli ideali (più che idee) su cui da qualche anno a questa parte fonda il proprio programma politico. Con rammarico è infatti constatabile nelle originarie forze politiche la perdita di quegli ideali di trasparenza, coerenza, sincerità, servizio, rimpiazzati con le più ostiche caratteristiche della politica non sana: corruzione, clientelismo, assegnazione di appalti, patti con la mafia, formazioni di coalizioni “pro absoluta victoria”, il tutto cucito da segreti inciuci. Si è perso ahimé quel senso di dovere, di responsabilità reciproca e di orizzonte verso il quale tendere: migliorare il Paese all’insegna del tanto prodigato BENE COMUNE, ideale regolativo dell’azione politica.
    Oggi l’Italia vive una grande epoca di carenza culturale, ove la professionalità non garantisce di certo la convivenza tollerante, lungimirante e consapevole: spesso sono gli stessi “professionisti” a giocare sporco, non restituendo a noi giovani un’immagine limpida di buona politica. Più che stare a pensare a strategie politiche (di ampio ambito d’azione) auspico il contagio del sentimento che ormai accomuna la maggior parte dell’elettorato italiano, stanco dei personalismi e dell’inefficacia di superficiali manovre, talvolta non condivise, altre volte affidate a: non limitatevi ad intercettarlo, ma immergetevene, perché da questo, a prescindere dal colore politico, si potrà rifondare una politica imparziale e vera, che non sia staccata dalle numerose problematiche della gente, insomma <> (cfr. Berlinguer)

  8. So che non c’entra tantissimo con il destino del pd (di cui, ai fatti, mi importa pochissimo), ma riallaciandomi al finale dell’articolo, provo a gettare un sasso: vi siete resi conto di ciò che sta accadendo alla realtà politica e sociale nella nuova era globale? Avete intuito il tentativo, nemmeno così velato, di cancellare la democrazia in favore di una oligarchia finanziaria? Non è fantasia di un complottista. La realtà la viviamo tutti i giorni. Stiamo delegando le scelte fondamentali per la vita di milioni di persone a istituti di credito marci sino al midollo. Addirittura, le fatiche di una vita lavorativa saranno gestite non più dallo stato ma dalle banche. Riuscite a realizzare la portata del fenomeno a cui assistiamo attoniti e in silenzio? Quale sinistra, mi domando io. Quale patto cittadini – stato, se il nostro destino reale e quotidiano è affidato alla finanza distruttiva? Si riparte da qui, per me, perché questo sarà il tema del futuro. Se la sinistra vuole ancora esistere e rappresentare il “popolo” deve sganciarsi dalle élite economiche e finanziarie e indossare un vestito vecchio, ma oggi più che mai necessario.

  9. Questo è un paese orfano, orfano di padre politico ( un partito di sinistra) e madre votante (gli elettori di sinistra). Si lascia l’incombenza del voto a chi ancora possiede le palle per votare. Si sta consegnando l’Italia in mano a chi vorrebbe un’Europa con Farace e Alba Dorata, a chi vince i ballottaggi con i voti della lega, di FI, di casapound e di fratelli d’Italia. Si sta consegnando l’Italia agli omofobi, ai razzisti e agli xenofobi. Stiamo dando questo bellissimo paese in mano a dei cialtroni ignoranti, populisti e demagoghi. Urliamo al cambiamento ma lo stiamo affidando a qualcosa che sovvertirà tutto ciò che abbiamo conquistato. Si vuole l’alternativa dritta in faccia, quando l’alternativa andrebbe cercata, voluta, desiderata. È proprio in quella direzione che bisogna andare, l’alternativa va costruita, anzi, RI-costruita. È lì che dobbiamo mettere la voglia e il desiderio di cambiare questa strada che ci sta conducendo verso un lento ma inesorabile declino socio-culturale. Smettiamo di guardare gli eroi degli altri e costruiamoci i nostri. Noi siamo i protagonisti della nostra vita, a noi tocca il compito di migliorarla, a noi è stata donata una grande possibilità: IL DIRITTO DI VOTO. Esercitiamolo, torniamo ad essere l’Italia che tutti noi conoscevamo, non l’Italia dei pagliacci, ma l’Italia dei valori morali, imprescindibili ed assoluti.

  10. Oddio, ho anch’io il sospetto che alla fine la sinistra del PD finirà per convergere tutta su Rossi. Che però è (o era fino a pochissimo tempo fa?) vicino a Rifare l’Italia, cioè a Orfini. Per come la vedo io, quella di Rossi è una candidatura molto personalistica, che ora alza i toni contro Renzi dopo essere stato renziano, anche se a modo suo. E se vogliamo tornare ad essere seri (“come una volta”), bisogna anche criticare chi “si candida”, da solo oltretutto, invece di “mettersi a disposizione” di un progetto politico che neppure Rossi ha. Non basta sventolare un po’ di rosso e criticare Renzi. Preferirei, PRIMA dei nomi, capire la mia area (diciamo: Bersani-Speranza-Cuperlo-D’Alema, ad essere larghi?) che idea di Partito ha, per esempio. Se vogliamo essere alternativi al renzismo (al comitato elettorale, alle sezioni chiuse, alla “dittatura della maggioranza” che, a tutti i livelli, consente magnanimamente la discussione solo per poi imporre con i suoi numeri le sue proposte) non dobbiamo, credo, riproporre lo stesso schema velandolo con un po’ di sinistra in più. Se vogliamo un partito “democratico”, che decide ma che sa fare sintesi, non abbiamo bisogno di autocandidature, anzi, abbiamo bisogno di costruire un fronte ampio e complesso, in cui ci sta bene anche Rossi, ma che potrebbe allora comprendere anche (per dire eh) Franceschini, e quella parte di Margherita – Popolari che non ne possono più di Renzi.

  11. Nella società moderna il leaderismo è una componente importante e fisiologica della politica. Quello che si contesta a Renzi non è tanto il contenuto della sua proposta, anche se non sempre del tutto condivisibile, ma è il metodo che utilizza, monocratico, accentratore, direi da Re Sole. Ciò però fa parte del suo dna e contribuirà, già lo sta facendo, anche a modificare lo spirito del partito e ad alimentare la moria di militanti. Il problema è però vincere il renzismo con le forze non del renzismo stesso ma con le armi del confronto dialettico, altrimenti si cadrebbe nello stesso errore. Ora la domanda spontanea sarebbe… ma il Pd ha ancora al suo interno queste capacità, esiste ancora lo spirito democratico del confronto leale e dei contenuti o Renzi ha paligeneticamente già trasfigurato tutto? La mia purtroppo è una interrogativa retorica…

  12. Ma smettetela di piangervi addosso!! La gente vi gira le spalle perchè invece di risposte ha ricevuto promesse, inciuci, e avvisi di garanzia. Siete ormai distanti dalla realtà quotidiana del popolo ( dibsestra e di sinistra) presi a farevib TV le vostre elugubrazioni da policanti con giornalisti compiacenti. E la gente lo ha capito bene cosa vi interessa. Ora pagherete il prezzo di tanta tracitanza, e qualcuno di voi dovrà anche andare in galera per aver fatto tanto il frocio con il culo degli Italiani. Contro il movimento avete ormai solo parole, che nessuno più vuole ascoltare.

  13. “Ad oggi l’unico che sembra avere le qualità e la giusta dose di concretezza e umiltà per tentare un’impresa del genere sembra essere il governatore della Toscana Enrico Rossi” ma state scherzando? spero chi ha scritto questa cosa non sia toscano. Sanità allo sfascio, impoverimento, degrado, disoccupazione, privatizzazioni e soprattutto inquinamento, questa è la Toscana di Rossi.

    • Federico premetto che non sono del PD e tanto meno un simpatizzante di Enrico Rossi, sono di Firenze chi ti ha detto che la sanità toscana è allo sfascio??? Ti garantisco che la sanità toscana è a un buon livello , in certe specializzazioni è a livelli europei.

    • Alfiero Beverini io sono di Lucca e causa motivi familiari ho avuto modo di inoltrarmi nel mondo oscuro della sanità toscana. I nuovi ospedali sono grandi ambulatori che hanno già grossi problemi di manutenzione o presentano palesi errori. L’organizzazione dei reparti e soprattutto dei pronto soccorsi lascia a desiderare con attese di 2h40 per un codice verde (cosa ripetuta più volte, aggirata da un sistema informatico che fa passare gente con codice verde dopo 10 minuti senza una vera urganza per recuperare la media). Ho visto gente in fin di vita essere dimessa e mandata a casa senza alcun tipo di assistenza, persone con l’alimentazione forzata senza sacchi per 4 settimane, assistenza domiciliare di 20 minuti una volta a settimana per invalidi gravi. Per non parlare dell’organizzazione amministrativa, un muro di gomma gigantesco e profondamente arrogante, tanto da minacciare sia di persona che per telefono. Chiudo con un episodio molto semplice, lei sa quanto ci vuole per una mammografia in un ospedale pubblico? 1 un e 4 mesi. Poi se si vuole basare sulle limitate eccellenze negli ospedali principali può farlo, ma queste non tirano su il livello medio che è decisamente ridotto male.

    • Alfiero Beverini lascialo perdere, adesso potrà andare a curarsi a Roma o a Torino, li si che cambierà tutto in meglio…
      P.S. Non voterei il PD nemmeno sotto tortura (così come il M5Stalle) ma quando sento parlare male della Toscana mi incazzo…

    • Le esperienze di vita non sono barzellette. Spero che non le capiti pure a lei. e per favore tolga la faccia del Che che le si addice poco alle risposte che dà. firmato un ragazzo di sinistra (di certo non quella degli ultimi 30 anni)

  14. siccome il pd non è ormai un partito di sinistra e Sala ne è la più chiara immagine ne evinco che è bellamente inutile stare qua a chiedere se sopravvivera o no a renzi, cambierà nome come ha fatto da occhetto in poi fino a confluire definitivamente nel pnf

  15. Il PD si è già perso quando nel 2013 si persero le elezioni e Bersani si dimise come aveva predetto e Letta prese il comando di un governo che di sinistra non aveva nulla, ora non piangiamo sul latte versato tentando di dare la colpa ad un Premier che al posto del Presidente del Consiglio dovrebbe fare il presidente di Proloco.

  16. Credo proprio di no ormai è sbiadito contaminato inquinato è un’accozzaglia di gente affarista per i propri interessi individualista come tutti i partiti Prima faceva scuola oggi fa schifo

  17. Lo ha riempito di faccendieri e arrivisti, quando avrà perso completamente la credibilità ci sarà il fuggi fuggi e rimarrà qualche povero convinto col 2/4%. Come è successo col psi (come fatto notare da altri), l’ideale ha pagato pegno per i delinquenti. Ora socialisti vuol dire ladri.

  18. No, il PD non sopravviverà, perchè non significa più niente per chi è di sinistra o ancora meglio, chi è comunista (come me) Scomparsa ogni ideologia ,ogni dignità e moralità di una volta che era un distinguersi di una sinistra intellettuale ed intelligente.

  19. Non credo che siamo alla frutta anche se come viene chiamato Renzi (il pupo toscano) io credo che la tutta vecchia guardia del PD abbia remeato contro ogni buona iniziativa per poter far affondare una forza progressista come è attualmente oggi il PD.riflettete riflettete

  20. Se nel PD ci sono dei dissidenti (e non pochi cedo) abbiano il coraggio di dimettersi e fondare un movimento/partito che collimi con le proprie dissenzienti idee. Quando il “reuccio” si troverà con 4 gatti, forse si ravvederà delle cazzate fatte (ma non ci credo).

  21. Se va avanti così no ,mi duole dirlo perché io sono sempre stata da sinistra ….. lui è Attila ha fatto un macello della sinistra , ha attuato tutto quello che voleva Berlusconi ha tolto l’articolo 18 una sinistra vera non si comporta così .

  22. Già dopo la svolta era diventato il P. S . I. di Craxi………..ma io credo che sopravviverà a Renzi, perchè penso che Renzi si solo uno a cui i poteri forti tirano i fili, a lui non importa nulla tanto s’ arricchisce ……..al massimo i poteri forti ne troveranno un altro da mettere al suo posto……!!!

  23. CON QUESTO PD (CHE LA PAROLA “SINISTRA” NON SA COSA VUOL DIRE), SI FARA’ SULSERIO LA FINE DEL PSI. TORNIAMO, MAGARI CON POCHI VOTI, AD ESSERE DI SINISTRA. LA VERA SINISTRA………CAZZO

  24. Eccoli quelli di sinistra…
    Il movimento non sarebbe destra becera?
    Sono beceri e populisti tanto quanto salvini , anche se in modo diverso.
    Se vi piacciono le destre votatele e non sbragateci le palluzze definindo ‘accettabilmente di sinistra’ persino il msi 2.0.
    Ma per piacere!

  25. 8600 battute per dire che voi, che vi ritenete addirittura di sinistra, siete pronti a saltare sul carro dei vincitori, magari per andare a fare i radical chic li vero?
    Siete più Renzi di Renzi!
    Bravi!
    Applauso!

    Cambiate nome in ‘qualcosa di vendibile’ che è decisamente più appropriato.

  26. Il P.C.I. con la morte di Berlinguer non è sopravvissuto perché Berlinguer era il partito. A suo tempo il COMPROMESSO STORICO non fu accettato con grande simpatia, me compresa, ma con il senno di poi devo dire che Berlinguer / Aldo Moro avevano capito che l unico modo per governare bene per il bene del popolo italiano quella era l unica strada giusta. Poi Aldo Moro fu ammazzato dalle BR e Berlinguer morì a Padova!

  27. Buonasera Lorenzo Pagliani , Bertinotti ha fatto saltare tutto non solo contro Prodi ma soprattutto con la scissione di RIFONDAZIONE COMUNISTA per motivi di protagonismo e antagonismo con Ferrero a favore del suo pupillo Vendola. Da quel. Momento ho chiuso con quella parte di sinistra!

  28. quello che ho capito io della politica dopo 50 anni che vado a votare è che la sinistra si è divisa in tanti piccoli rigagnoli … mi sapete dire a livello ideologico la differenza tra rifondazione comunista e comusti italiani ? perchè non hanno trovato un minimo di accordo per restare insieme ? secondo me la chiave è questa la sinistra deve smetterla di pensare alle poltroncine (sgabelli ) ,e unirsi solo così potrà contrastare i Renzi i Berlusconi e cc. Altrimenti sono chiacchiere di bottega .

  29. Secondo me bisogna rifondare una sinistra forte con ideali veramente di sinistra e ascolti il popolo i lavoratori e faccio politica casa per casa come si faceva una volta non abbiamo bisogno di vecchi democristiani che guidò il partito

  30. Il Presidente Renzi non ha dato risposte agli Italiani, sulle pensioni, lavoro, sanità, scuola ecc.ecc.., per questo è stato bocciato ! ! ! ! !
    Al popolo italiano la riforma istituzionale interessa poco e niente ! ! ! ! !

  31. Il pd non è un partito , ma una cozzaglia di ingordi e di farabutti attaccati alla poltrona ..mediocri figli dell ipocrisia e della disonestà …italiani popolo di intelligenti svegliatevi e cacciamoli via ….un modo c e’ : …la revoluzion….

  32. La politica è perseguire il bene comune ma le riforme di Renzi sono devastanti allora è meglio che si fermi perché non è vero che le riforme si fanno anche contro il popolo, sempre dico sempre si deve fare il bene del popolo!!!
    Pensate di sapere tutto di andare avanti a testa bassa senza ascoltare gli elettori ma Essi si vendicheranno alle urne come è successo alle amministrative

  33. Lorenzo studia un poco di storia contemporanea, la sinistra ha cominciato a perdere quando alla Bolognina (RI) il signor Occhetto, Veltroni , D’Alema ecc ecc hanno sciolto il PCI, cosa c’entra Bertinotti.

  34. O ci si abitua a partiti “contenitori” (anche con posizioni fortemente dialettiche, tipo Sanders/Clinton per intenderci) oppure non c’è partito che può sopravvivere al proprio leader. L’elettorato oramai non vota più un partito… Possiamo fare un bagno nella nostalgia, ma la realtà è questa…

  35. Come fara ‘ il PD a fare un sussulto quando il Segretario non riconosce i propri errori! Nonostante la batosta elettorale insiste nel dire che non e’stato un voto di protesta ma un voto di cambiamento!!!! Ma fa finta di non capire: e’stata protesta per il modo con cui conduci il Paese il Partito!!!!!!

  36. Renzi e’ estraneo al Pd.Se Renzi continua a governare in modo cosi schifoso sparisce.Ma come si possono fare leggi porcate come job act legge sulla scuola italicum ….meglio che il Pd sparisca.

  37. E’ ora che nasca una nuova formazione di sinistra forte, con una ledership sicura, politicamente e moralmente ben definita, che ponga al primo posto il lavoro, i giovani la solidarietà fra cittadini, la giustizia fiscale e la lotta alle mafie e alle lobies di qualsiasi tipo!!!

  38. No, è un malato terminale. Morirà per i troppi privilegi della dirigenza, per i troppi carrozzoni di parenti e amici sul territorio, per l’ormai enorme distanza dagli elettori, per la rimozione della Memoria e dei valori fondanti.

  39. sarebbe interessante sapere chi c’è dietro Renzi a muovere i fili…Per quanto riguarda il PCI basterebbe rispolverare le prime tessete del partito, dove sono scritti i doveri e i comportamenti che debbono avere i “compagni” i veri “compagni”…

  40. Se il PD continuerà a sostenere la politica di Renzi, che non può essere definita di sinistra, farà la stessa fine di Craxi. Debbo dire che è sulla buona strada e le elezioni comunali lo hanno mostrato inequivocabilmente. Renzi è un pericolo per la sinistra proprio perché il suo unico interesse è di carattere privato. Le leggi debbono mettere in evidenza lui stesso, il riformatore, il rottamatore. Non esistono valori, non esiste popolo, esiste la sua vanità. Un pericolo, confermo.

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