“Mussolini ha reso grande l’Italia”: Vademecum contro le balle fasciste

A settant’anni dalla Liberazione e dalla morte del vigliacco d’Italia, la destra italiana non si è mai smarcata dal Ventennio fascista. Abbiamo già dimostrato come il dibattito culturale entro di essa sia sterile, fermo e anzi tendente a rimpiangere quel periodo che va dal 1922 al 1943 noto come appunto come “ventennio”. Lo vediamo nelle parole di molti esponenti reduci delle varie trasformazioni storiche del Movimento Sociale Italiano, prima fra tutti Giorgia Meloni, che su twitter ci dà un esempio di come a destra si tenda al rimpianto delle “glorie” fasciste.

Su Facebook e fra la gente mi capita spesso di leggere e sentire miti sul fascismo, di come “Mussolini ha reso grande l’Italia”, che “quando c’era il duce tutti avevano lavoro”, che “quando c’era Mussolini le strade e i treni erano puliti”.

Questo articolo si pone come vademecum per sfatare i falsi miti sul fascismo.

“Quando c’era Mussolini tutti avevano lavoro”

FALSO. L’Italia fascista fu meno lambita dalla grande crisi del ’29, anche se va notato come la produzione industriale italiana calò progressivamente fino al 1933, dove toccò il picco negativo rispetto al 1929 con quasi il -25%. Sempre al 1933 va fatto risalire il picco dei disoccupati, che raggiunse il milione di unità per poi calare fino al 1938, l’ultimo anno in cui verranno registrati i dati sulla disoccupazione. La disoccupazione calò sì durante gli ultimi anni del fascismo, ma per un’ovvia ragione: ci si stava armando per la guerra e l’industria venne tutta riconvertita per scopi bellici. Tale fattore sarà anche alla causa dell’altissima disoccupazione a seguito della Liberazione. Inoltre va notato come il fascismo, più che intervenire per irrobustire l’economia italiana attraverso l’industrializzazione delle regioni più arretrare e lo sviluppo delle zone depresse, preferì dare luogo a una massiccia politica dei lavori pubblici o a soluzioni extra-economiche (negli anni che corrono tra il 1934 e il 1938 furono occupati in media, per opere pubbliche, circa 250 mila lavoratori al giorno per un periodo annuo di 267 giorni).

“Quando c’era il duce nessuno scioperava”

E grazie al cavolo che nessuno scioperava! Già nel 1925 con il patto fra la Confindustria e la Confederazione delle corporazioni fasciste – noto come Patto di Palazzo Vidoni – la dittatura fascista abolì di fatto il diritto a scioperare. Il patto prevedeva infatti che la Confindustria riconoscesse come unica sigla sindacale la Confederazione fascista e che la Confederazione riconoscesse come unica rappresentanza degli industriali la Confindustria. Il regime diventava di fatto l’unico sindacato d’Italia. Fu con le leggi fascistissime che il governo vietò espressamente lo sciopero, facendolo diventare reato (Codice penale del 1930, cd ‘Codice Rocco’, artt. 330-333 e 502 e seguenti).

“Grazie a Mussolini la donna divenne protagonista nella politica”

FALSO. Anche se nel 1923 Mussolini partecipò al nono congresso della Federazione Internazionale Pro Suffragio, le donne non votarono mai sotto la dittatura fascista: nel novembre del ’25 il fascismo approvò una legge che estendeva il voto in ambito amministrativo alle donne, ma appena tre mesi dopo, il 4 febbraio del ’26, il voto amministrativo locale veniva soppresso per tutti i cittadini, sostituendo al sindaco la figura del podestà, il quale nominava anche i consiglieri comunali, nominato dal governo. Le donne voteranno per la prima volta il 2 giugno del 1946, per la scelta fra monarchia e repubblica e per l’Assemblea Costituente.

“Senza il Duce non avresti preso la pensione”

FALSO. Il sistema della previdenza sociale fu istituito in Italia nel 1898 con la creazione della Cassa nazionale della previdenza: si trattava di una assicurazione volontaria, finanziata dai contributi pagati dai dipendenti, ed integrata dall’intervento statale e da versamenti volontari dei datori di lavoro. Nel 1919 divenne obbligatoria l’assicurazione per invalidità e la vecchia con la Cassa nazionale per le assicurazioni sociali (CNAS), che prevedeva l’iscrizione obbligatoria per tutti i lavoratori. Questa istituzione divenne nel 1933 Istituto Nazionale Fascista della Previdenza Sociale (INFPS). L’ultima modificazione del nome avviene nel ’43, diventando INPS.

“Mussolini sradicò la mafia”

FALSO. La nomina a prefetto di Palermo di Cesare Mori avviò una vasta campagna di propaganda antimafiosa da parte del regime. Mussolini si vantava dell’azione del prefetto che in realtà colpì solamente la bassa mafia, come lui stesso raccontò nelle sue memorie. Egli mirava però a colpire l’alta mafia. Caso emblematico dell’opposizione del fascismo è quello di Alfredo Cucco, leader del fascismo siciliano. Mori era convinto che Cucco avesse ottenuto dalla mafia voti, appoggi e denaro con cui fondare un giornale, “Sicilia Nuova”. Cucco venne espulso dal PNF e il Fascio di Palermo sciolto. Ciò ebbe di riflesso la reazione dell’alta mafia che agì direttamente su Mussolini per screditare l’opera di Mori, reputata troppo ambigua o troppo violenta. Mori divenne presto un personaggio scomodo per il fascismo e suoi gerarchi (Grandi, Balbo e Farinacci non avevano mai visto bene Mori) fino ad essere sollevato dall’incarico di Prefetto.

“Il duce amava gli italiani”

Voglio concludere questa breve carrellata proprio con la più celebre, quella che Mussolini amasse gli italiani. Chiariamo che Mussolini non amava gli italiani. Mussolini dichiarò di avere bisogno di qualche migliaio di morti per sedersi al tavolo delle trattative insieme al suo alleato, Adolf Hitler. E ebbe più di qualche migliaio di morti: 350000 furono i soldati italiani caduti o dispersi durante la seconda guerra mondiale. A questi vanno aggiunti i 15000 (sui 45000 internati) morti nei campi di sterminio italiani e i 40000 deceduti (su 600000 internati) nei lager tedeschi. Durante la guerra di Liberazione dall’oppressione nazi-fascista perirono circa 110000 italiani sia in Italia che all’estero, oltre che i migliaia di civili uccisi dai bombardamenti. Alle morti fisiche fanno aggiunte quelle psicologiche e morali inflitte nei 28000 anni di carcere e confino inflitti agli oppositori politici e ai nemici dello stato. Non dimentichiamo, oltre ai morti e alle persecuzioni, l’onta enorme e incancellabile delle Leggi razziali o di provvedimenti come quello dell’oro alla Patria, nel quale gli sposi venivano invitato (leggasi obbligati) a donare le proprie fedi nuziali allo stato.

Se questo è amore, preferisco essere odiato.

58 commenti su ““Mussolini ha reso grande l’Italia”: Vademecum contro le balle fasciste”

  1. Articolo frammentario, largamente incompleto e poco documentato.
    Rimandiamo il ragazzo a studiare un altro po’ la storia prima di scrivere cose del genere che, ad una sinistra seria, fanno più danno che altro.

  2. Forse l’aspetto riguardante l’amore per gli italiani andrebbe argomentato meglio, visto cosa sono state le leggi razziali.
    Però nel complesso, visto l’attuale revisionismo storico, mi piace e lo condivido.

  3. Certo che una tale affermazione da chi milita attivamente il cui partito è erede del Pci…..
    Se sta gente non sa da dove proviene…ma dove vuole andare?????

    • Concordo sul male fatto,ma cose buone ne ha fatte?ha instituito leggi che abbiamo ancora?ha costruito qualcosa che abbiamo ancora?
      Non voglio assolutamente elogiare il fascismo ma perché si guarda solo il marcio in tutto??

      Devo davvero mettermi a scrivere quanti morti e male ha fatto il comunismo?

    • Non va elogiato nessun partito violento o che ha recato drammi alle famiglie perché non avevano le stesse idee. Penso solo che non abbiamo bisogno di gruppi squadristi di nessun colore. Questa non è politica e i politici e ce ne sono senza far nomi che predicano bene e razzolano male. Sappiamo che avere delle responsabilità di Governo non è semplice specialmente in questi anni di crisi; ma quando andate a votare riflettete bene per non andare dalla “padella alle brace”. Auguri a dopo elezioni.

  4. Prima di scrivere elogiando il fascismo pensate a quelle famiglie che hanno perduto i loro nonni durante la repressione delle camice nere con quei Tedeschi che hanno massacrato famiglie italiane. Non dimenticate il passato.

  5. se è per questo anche molti architetti, storici , giuristi e intellettuali marxisti realmente di sinistra hanno detto la stessa cosa…pur nella piena opinabilità delle loro affermazioni

  6. Ecco appunto le famiglie italiane all’epoca del fascismo , quel despota, non lo voglio nominare perché mi viene il vomito,diede in mano l’Italia in mano a quel maledetto tedesco, e ne fece scempio.Le famiglie massacrate, decimatedalla furia cieca e dell’orrore, tutto il nostro popolo sotto scacco dei nazisti e dei fascisti.Oggi mi tocca sentire dai nostalgici neofascisti che ambiscono a salire al governo che prima di tutto vengono le famiglie italiane , la patria …….Ma a chi vogliono imbambolare.?Si devono nascondere sotto terra e non venire più fuori.Anche oggi sui tg quel leghista che tira fuori la razza Bianca che è a rischio estinzione.Si è smascherato da solo……Ma per favore

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