Lettera di un padre al figlio omosessuale

Nate, ho sentito per caso la tua conversazione telefonica con Mike la scorsa notte, a proposito dei tuoi piani di fare coming out con me. L’unica cosa che ho bisogno che pianifichi è di portare OJ e il pane a casa dopo la scuola. Siamo allo scoperto, come te adesso. So che sei gay da quando avevi sei anni e ti amo da quando sei nato.
Papà.
Ps: tua madre e io pensiamo che tu e Mike siate proprio una bella coppia.

Non ci sarebbe nulla da aggiungere a questa lettera di un padre al figlio omosessuale, a cui ha saggiamente risparmiato una grossa dose d’ansia.

Invece io due riflessioni voglio provare a farle.

Perciò i benaltristi chiudano pure questa scheda del browser e passino a letture più consone alla loro sempiterna ricerca di cose più importanti di cui discutere. Saluti gattopardeschi a costoro.

Perché è così difficile e così tremendamente importante dichiarare ai propri cari di essere omosessuali? Perché un padre, una madre, un fratello o una sorella sono figure purtroppo e per fortuna insostituibili nella nostra vita, siano essi naturali o adottivi. Sono le uniche persone che al di là di ogni pur bella e valida retorica sull’amicizia esisteranno sempre, per amarci e tediarci, per supportarci o distruggerci. L’amico, per quanto importante, è comunque il frutto di una ricerca e un incontro, ma nessuno di noi ha scelto i propri genitori così come loro non hanno scelto noi e nonostante questo dovremo fare i conti gli uni con gli altri per il resto dei nostri giorni.

Non ci scelgono né eterosessuali né omosessuali, così come non ci scelgono maschi o femmine, stupidi o intelligenti, belli o brutti. Quello che scelgono è di volere per noi il meglio della vita, a volte sbagliando completamente direzione, ma muovendosi costanemente e soltanto per amore disinteressato. Anche solo per questo loro testardo tentativo i genitori meritano tutta la nostra comprensione e pazienza.

E qui arriva la seconda riflessione. Se non fossimo immersi in un ambiente così settario, così culturalmente spento e reazionario, se non ci si ponesse il problema della sessualità altrui e anzi si ritenesse diritto consolidato per tutti quello di dividere la propria esistenza con la persona che si ama, il coming out sarebbe la cosa più facile di questo mondo, ovvero basterebbe al Nate della lettera portare a casa Mike e non una donna, senza incorrere in ansie e preoccupazioni, in questo caso abilmente dipanate dal padre, ma non per tutti è così, anzi.

Quando si tocca il tema dei diritti degli omosessuali mi viene in mente un classico del cinema americano: Indovina chi viene a cena. I gay di oggi sono i neri di ieri. Potrebbero essere le persone più meravigliose o più spregevoli del pianeta ma per buona parte della società non ci sarebbe alcuna differenza.

Io so benissimo che una coppia così sarebbe fregata in partenza, sia qui in America sia in tutto questo sporco mondaccio

Spencer Tracy / Matt Drayton riassume con semplicità tutta la preoccupazione del padre di una donna bianca che sta per sposare un afroamericano e quasi cinquant’anni dopo è esattamente la stessa dei genitori di Nate, ma anche di quelli cui il coming out dei figli provoca un doloroso senso di impotenza.

Non è solo per la “comunità” omosessuale che la società di oggi deve fare una scelta radicale di ripudio della dittatura di una maggioranza sciocca. Lo deve fare anche per le migliaia di padri e madri che sono costretti a vedere i propri figli additati, derisi, colpevolizzati ed emarginati. Paradossalmente proprio da quelle stesse persone che si dicono paladine della famiglia, tanto da sfilare tutte impettite in cortei di ispirazione clerical-fascista, col plauso incondizionato della società ipocrita e individualista, i cui silenzi/assensi hanno sempre avallato la scrittura delle più nefaste pagine della Storia.

11 commenti su “Lettera di un padre al figlio omosessuale”

  1. Cinzia Cindy Bartaletti, sapessi a me quanto mi fa senso invece vedere una con la foto di un gatto esprimersi in un modo tanto dispregiatorio, deprimente e così tristemente sentito al punto di arrivare a scriverlo!!!!! magari al tuo gatto tu dai dei bacetti, e se ti dicessero la stessa cosa, che fai senso perchè baci un animale come la prenderesti? esci dalla tua chiusura mentale ed amplifica il tuo raggio visivo per vedere oltre le apparenze!!!!! ti mando un abbraccio, tanto è virtuale e non dovrai correre a vomitare o a disinfettarti! ;)

  2. Si ama un figlio con tutto ciò che comporta, io ha due splendidi figli, un maschio e una femmina e vi giuro che ho sempre detto loro che la loro sessualità sarebbe stata per me e mia moglie l’ultimo dei problemi, abbiamo sempre aperto il dialogo con loro e vi garantisco che fino ad ora ha funzionato. Un bacio a tutti i figli del mondo.

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