Gramsci, Saviano e i riformisti

Roberto Saviano ieri, non avendo nulla di meglio da fare, è salito in cattedra su Repubblica per elogiare i riformisti (se ne sentiva proprio il bisogno). La sua opinione è, per carità, legittima, benché sia fondata su una ricostruzione storica totalmente falsa e tendenziosa. E se anche fosse vera, ma non lo è, da uno scrittore come Saviano ci si aspetterebbe ben altra profondità nel trattare un argomento del genere.

L’uso strumentale di Gramsci e di Turati per difendere poi l’amico Walter, nell’orgoglio ferito dall’accusa di essere di destra, è di cattivo gusto: se voleva recensire il libro di Orsini, poteva farlo senza dargli il solito titolo sensazionalista alla Scalfari, ma farsi dare uno spazio più ampio nell’inserto dedicato (ma così non lo avrebbe letto nessuno). Anche perché, se magari il compagno Veltroni avesse detto e fatto qualcosa di sinistra negli ultimi anni, forse non avrebbe avuto bisogno di tenere una conferenza stampa per replicare alle accuse.

Ma non è questo il punto. Saviano (o meglio, Orsini) dice una serie di corbellerie da far accapponare la pelle. Tralasciando le frasi estrapolate dal contesto di Gramsci o di Togliatti (che definì Turati l’uomo più corrotto a sinistra semplicemente perché si era convertito alla causa della guerra) e la filippica contro gli estremisti fuori dal Parlamento, degna di Sallusti e compari, Saviano accomuna l’intolleranza al comunismo italiano, dimenticandosi che se non fosse stato per le strutture clandestine del Pci durante il ventennio e le brigate Garibaldi, oggi quelli come lui forse potrebbero esprimersi dalle patrie galere. O forse molto semplicemente sarebbero ad incensare il regime (non che ora non lo faccia). Dimenticandosi che la Costituzione italiana è nata dal compromesso tra comunisti, socialisti e democristiani. E che in prima linea contro mafiosi, corrotti e terroristi c’erano anzitutto i comunisti (abbia la bontà di dare visibilità ai sindacalisti morti ammazzati in Sicilia dagli amici dei sedicenti riformisti di allora).

L’autore di Gomorra pare però avere la memoria corta e lacune in storia, dato che scrive:

“Non è un caso che i fascisti prima e brigatisti poi avessero in odio soprattutto i riformisti. Non è un caso che i fascisti temessero Matteotti che aveva denunciato brogli elettorali. Non è un caso che i brigatisti temessero i giudici riformisti, i funzionari di Stato efficienti. Perché per loro i corrotti e i reazionari erano alleati che confermavano la loro idea di Stato da abbattere e non da migliorare.”

A parte che se così fosse, Saviano dovrebbe spiegarci come mai Mussolini si sia affrettato subito a mettere in galera Gramsci nel 1926, mentre Turati lo lasciò a piede libero, benché sorvegliato (il leader socialista fuggirà dall’Italia con l’aiuto di Pertini e Rosselli su un motoscafo e riparerà a Parigi, ma i documenti dell’epoca evidenziano come fosse stato lasciato a piede libero per dare l’apparenza di normalità all’estero); ma la frase sui giudici riformisti è risibile: i giudici erano giudici, che applicavano le leggi dello Stato, per questo venivano ammazzati. Non certo perché fossero “riformisti” (che è, appunto, sinonimo di socialista). Lui stesso usa poi la parola reazionari, di fronte alla quale un “riformista” socialista come Turati gliele avrebbe cantate chiare.

Senza contare che se destra e sinistra oggi non significano più niente (e non è vero: disegnano una visione del mondo diametralmente opposta, aldilà delle formule), il riformismo significa ancora meno ed è ancora più squalificato: riformista oggi non si definisce soltanto Veltroni (sarebbe il male minore), ma anche Alfano, Berlusconi, la Santanchè. Quando stava nel PD, pure la Binetti si definiva “riformista cattolica” (un ossimoro).

Il riformismo, in Italia, non ha mai contato un fico secco. Anzi, se proprio vogliamo dirla tutta, la famosa secessione dell’Aventino, che permise de facto a Mussolini di chiudere il Parlamento, fu sostenuta proprio da Turati e dal suo Partito Socialista Unitario (quello di cui faceva parte Matteotti, fondato nel 1922, dopo l’uscita dal PSI). Addirittura il PCd’I di Togliatti e Gramsci era contrario, ma i documenti dell’epoca riferiscono di pesanti pressioni proprio dei riformisti sui comunisti, che cedettero per evitare le critiche e le probabili accuse di collaborazionismo.

Se avessimo aspettato il riformismo, Mussolini sarebbe morto nel suo letto ad ottant’anni, come Francisco Franco. Lo stesso PSI negli anni della Resistenza si dimostrò addirittura più filo-sovietico del Pci, se è possibile (memorabili le frasi di Pertini su Stalin e l’Urss, benché l’ex-presidente della Repubblica si definisse proprio un socialista libertario come Turati).

L’anomalia italiana (che prima era caratterizzata dal più grande partito comunista d’Occidente, oggi dall’assenza di un partito di sinistra decente) scaturisce proprio dalla frettolosa decisione nel 1989 di chiudere i conti con il proprio passato, senza fare un’analisi seria degli errori e di come portare avanti gli obiettivi, sempre validi, del socialismo, nonostante la fine del socialismo reale in Russia.

Non c’entra nulla l’intolleranza dei comunisti verso gli altri (Berlinguer tutt’ora è visto come fumo negli occhi e come un traditore da parte dei reduci del movimento studentesco degli anni ’70), c’entra il fatto che, mentre negli altri paesi si rinnovano e al tempo stesso si consolidano le proprie identità, l’Italia è l’unico paese nel quale in vent’anni si è cambiato quattro volte simbolo, mantenendo sempre la stessa classe dirigente (salvo i deceduti).

Rinnegare però i propri padri, nella speranza di trovare eredi, e inventare nuove identità per non dover fare i conti con quella che effettivamente avevano, ha portato i post-comunisti a produrre solo una cosa: una marea di orfani e figli unici, che con la disintegrazione della dimensione collettiva si sono rifugiati in un arido e desolato egoismo individualista. Anziché diventare padri di una nuova eredità, sono rimasti gli eterni giovani di quella vecchia.

Erano così preoccupati a dimostrare all’Italia intera che non erano più (e non erano mai stati in alcuni casi) comunisti, che non si sono minimamente preoccupati non solo di definire una volta per tutte cosa sono (e cosa vogliono diventare), ma soprattutto cosa pensano e vogliono fare per ridare la speranza ai milioni di poveri, di svantaggiati, di diseredati a cui la Destra non parlerà mai, perché il suo elettorato di riferimento è un altro.

Ma tutto ciò non si spiega solo con il DNA burocratico-comunista che tutt’ora anima le loro menti (e che era l’unica cosa che dovevano abbandonare 20 anni fa). In alcuni anche in modo inconsapevole (il che è ancora peggio). Bensì per il fatto che sentendosi liberali, cadendo nell’amnesia, hanno espresso il nuovo conformismo, adattando ad esso l’antica forma mentis e i vecchi comportamenti.

Ne deriva che non esiste alternativa, perché tutto viene reso uguale, tutto viene eguagliato e infilato nel tritacarne, tutto viene reso così semplicemente e totalitariamente comunista (nel senso più deteriore del termine), che alla fine vince il padre del conformismo, che è espressione di quelle forze reazionarie che non vogliono il Cambiamento, perché questo scalfisce i loro interessi e privilegi e li costringe a mollare anche solo un’oncia delle loro ricchezze.

Diceva Enrico Berlinguer:

Quali furono infatti gli obiettivi per cui è sorto il movimento per il socialismo? L’obiettivo del superamento di ogni forma di sfruttamento e di oppressione dell’uomo sull’uomo, di una classe sulle altre, di una razza sull’altra, del sesso maschile su quello femminile, di una nazione su altre nazioni. E poi: la pace fra i popoli, il progressivo avvicinamento fra governanti e governati, la fine di ogni discriminazione nell’accesso al sapere e alla cultura. Ebbene, se guardiamo alla realtà del mondo d’oggi chi potrebbe dire che questi obiettivi non sono più validi? Tante incrostazioni ideologiche (anche proprie del marxismo) noi le abbiamo superate. Ma i motivi, le ragioni profonde della nostra esistenza quelle no, quelle ci sono sempre e ci inducono ad una sempre più incisiva azione in Italia e nel mondo.

Un consiglio a Saviano: si legga, non in riassunto, Gramsci e Berlinguer. Ne capisca, se ci riesce, il senso e il significato non solo delle loro parole, ma anche della loro vita. Poi, se gli avanza anche un po’ di tempo, si faccia un bel bagno d’umiltà. Ricordandosi che riformisti erano anche i socialisti craxiani e i ministri socialdemocratici che intascavano tangenti e si iscrivevano alla P2.

91 commenti su “Gramsci, Saviano e i riformisti”

  1. l ennesima cazzata del pontefice saviano…dispiace perchè quando parla di camorra o malaffare è davvero bravo,ma quando allarga le sue disquisizioni teoriche spesso toppa

  2. Saviano ha anche detto che Israele dà riparo sicuro agli arabo-israeliani e che é un paese democratico e che garantisce il rispetto dei diritti umani. Più che farla fuori dal vaso, questo é proprio fuori di testa.

  3. tra teorici e cronisti c’è una differenza abissale. saviano ha dimostrato di essere un bravo cronista con il suo lavoro, ma non può permettersi di ergersi a teorico della politica senza averne, come ampiamente dimostrato, le basi. è evidente che nella lunga storia della sinistra italiana, saviano si sia perso qualche puntata.

  4. Gli elogi sperticati per il governo Monti e per la Fornero, le genuflessioni verso lo Stato d’Israele e ora queste affermazioni sul Pci. Non c’è nulla di cui meravigliarsi, ha sbagliato chi gli ha attribuito il dono dell’infallibilità.

  5. mbe pero’ anche berlinguer riceveva finanziamenti sostanziosi dall’u.r.s.s. o no?….e napolitano lo sa bene o no?…..craxi benche’ abbia sbagliato di roforme ne ha fatte e come…vi inviterei a rivedere un attimo la storia politica che non ha nulla a che vedere con le ideologie pessime di allora..

  6. Vorrei solo offrire una riflessione linguistica. Smettiamola di criminalizzare le parole, solo perché i Berlusconi e i Craxi si definivano riformisti non significa che essere riformisti sia una brutta cosa. Significa solo che ne hanno distorto il significato.

  7. Appunto, Saviano è uno che racconta fatti, non vedo perché debba dire sempre cose giuste, belle e che piacciano alla sinistra. Saviano fa parte di una nuova corrente che racconta il brutto del sistema che ci ha preceduto. Può dire cose giuste, come può dire cose sbagliate. E soprattutto, pur ammirando Gramsci, Berlinguer, ecc ecc, non possiamo considerarci di sinistra e poi considerare queste figure come santi laici alla quale pregare in nome di un PCI quasi come una dottrina catechista.
    Si può essere schierati da una parte pur riconoscendone i limiti e i problemi, questo la sinistra Italiana proprio non riesce a capirlo. Si ha sempre la presunzione che il proprio partito debba essere il bene assoluto, e se ha qualche problema allora è una merda capitalista che pensa solo ai soldi.
    Non ha senso tutto ciò.
    Io possono condividere o no le parole di Saviano, in questo caso non le condivido, pur ritenendolo una persona valida, ma soprattutto, una persona, non un santo.

  8. Eh no! La sx ha sempre fatto riflessioni e dibattiti al proprio interno sul suo passato. Ci sono stati aspri scontri e il dibattito continua ancora adesso. Sono gli altri che si credono i benedetti da Cristo o credono di avere ragione perché comandano. Le riflessioni a sx ci sono sempre state. Ecco perché i libri scritti da dx sono numericamente ridotti.

  9. la verita’ nuda e cruda, e’ che prima i padroni avevano PAURA del comunismo e quindi facevano concessioni per tenere buona la gente, oggi che questa paura non c’e’ piu’ non hanno remore e si scatenano nello sfruttamento e nella barbarie dell’impoverimento di tutti per l’arricchimento di pochi…

  10. Il PCI, il partito che stava vicino alla gente, che difendeva le classi più deboli, che non ha conosciuto la parola corruzione,che stava accanto ai partigiani, che ha avuto 11.000 morti nella guerra di resistenza, il suo segretario davanti ai cancelli delle fabbriche a Genova come a Torino, i suoi militanti a Portella della Ginestra contro la mafia, Saviano vuoi altro o è forse il caso che leggi qualche libro di storia?

  11. Saviano proviene da una cultura di estrema destra.Si è formato nutrendosi delle ideologie di intellettuali nazisti ed è ovvio che debba dire queste cose.Ricordiamoci che,per questo motivo, lo scorso anno il grande scrittore Vincenzo Consolo si è rifiutato di illustrare e presentare un suo libro.Onore a Vincenzo Consolo!!!!!!!

  12. Definire Gramsci, morto nelle galere fasciste, come l’ispiratore delle br, mi sembra una forzatura, forse perche’ è morto 50 anni prima, forse perchè combatteva contro i fascisti e non contro un paese democratico. Anche perchè gli eredi di Gramsci, in primis Berlinguer, hanno sempre combattuto le br, cosa che invece non ha fatto il “riformista” Bettino Craxi che voleva fare accordi con le br durante il rapimento Moro. In quanto alla tolleranza del pci, Saviano dovrebbe informarsi da chi c’era.

  13. sempre detto che saviano è sopravvalutato… ha scritto in primis come mondadori, andiamo!

  14. nessuno è un santo nè tantomeno profeta,sia in patria che nel mondo intero…Saviano lo ammiro e lo stimo per tante sue battaglie e denunce,tuttavia questo nn toglie che a volta dica cose nn condivisibili o esca fuori dal seminato come capita spesso a chi,assurto agli onori della cronaca,sale in cattedra e fa il maestrino anche su questioni dove maestro nn è..E’sicuramente un personaggio notevole,ma lontano anni luce dalla grandezza estrema di uomini come Enrico Berlinguer,di fronte a cui è la Storia a doversi inchinare e come tutte le cose grandi,come insegnava Nietzsche,”esigono che di loro si taccia o si parli con grandezza!”…

  15. Saviano, puo anche stare zitto su qualcosa che non conosce e che non ha mai capito,IL COMUNISMO ITALIANO

  16. mi fa piacere che questo scritto di Saviano su Repubblica anche se strumentale, perché vorrebbe tirare la volata a Veltroni, abbia però concesso a tutti i compagni socialisti e comunisti di tornare a parlare alla pari sul terreno politico. Il comunismo non c’è più ma esiste ancora il socialismo che può unire in una comune battaglia la sinistra italiana ed europea contro l’europa dei liberisti. Il passato è passato adesso tocca a noi.

  17. Ottimo l’articolo di risposta, pur non conoscendo la storia a fondo l’articolo di Saviano mi ha lasciato parecchio perplesso… Ma Saviano sta perdendo colpi, si è montato la testa ed evidentemente parla di argomenti che non conosce a fondo…

  18. A Saviano non basta la camorra, deve mettere becco da sapientone ovunque: dal calcio alla musica passando per Pietro Taricone…

  19. Il punto è che da persone come Saviano ci si aspetterebbero articoli di ben altra profondità. Può trattare questioni scivolose come queste e può dare le sue opinioni, ma non può spacciarle per verità storiche. Dire che la tradizione comunista in questo paese è stata una tradizione di intolleranza verso il riformismo, prendendo ad esempio finanche i brigatisti e tirando in ballo alcune frasi di Gramsci estrapolate dal contesto, è vergognoso. Dopo ieri ci sarà gente che dirà che il PCI di Berlinguer finanziava i terroristi, perché dal dire che erano intolleranti e che lo erano anche i brigatisti e dire un’assurdità del genere il passo è breve. Quelli come Saviano dovrebbero fare cultura e informazione. EB.IT STAFF

  20. Credo che Saviano abbia dato una lettura della storia molto distorta. Gramsci ha portato grandi novità nel panaorama politico di allora. I veri brigatisti caro Saviano sono stati i riformisti interventisti e i riformisti dell’Avanti di Mussolini, per finire con Craxi e Berlusconi. Ricordo che negli anni 80 mentre Craxi elogiava l’unione sovietica, Berlinguer parlava di un nuovo socialismo, l’eurocomunismo e veniva cacciato dal congresso dal PCUS, proprio per la ventata di democrazia e libertà che proponeva!!! Altro che intolleranza. Grazie Enrico per essere stato un uomo di grande onestà materiale e morale e per averci trasmesso il senso alto della politica. Cosa che non possiamo dire di chi è fuggito di fronte alla giustizia e di chi ha evitato il carcere con le leggi ad personam. Caro Roberto, non è un caso se la sinistra riformista non è riuscita a conquistare il centro – sud dell’Italia, dove prima imperversavano il PSI e la DC poi FORZA ITALIA l’UDC e AN. Adesso il PDL, l’MPA di Lombardo di Miccichè… sono rimasto senza parole e dispiaciuto della tua analisi

  21. Non fosse altro perche quel poveraccio di Antonio Gramsci gli hanno fatto fare un bel po di anni in galera e al confino fino a farlo morire nel tentativo dichiarato di farlo smettere di pensare non come pericoloso bombarolo (ed allora ne avrebbe avute ben tante di ragioni) ma come INTELLETTUALE è testuale e documentato che quella cima di rapa di Benito….. ordinava… “QUESTUOMO DEVE SMETTERE DI PENSARE”…. Altra cosa è l’interpretazione e luso distorto del pensare di questi preziosi intellettuali anomali comunisti quando erano viventi … figuriamoci a guasi un secolo di distanza…… Quanta acqua è passata sotto i ponti e se Berlinguer potè osservare L’ESAURIRSI DI OGNI SPINTA PROPULSIVA DEL PENSIERO E DELLE ESPERIENZE DI POTERE ISPIRATE AL COMUNISMO E DELLA STESSA INTRPRETAZIONE OTTOCENTESCA ED IDEOLOGICA DEL MARCXSISMO…….. PER NON PARLARE DEI CAMALEONTISMI SOCIALDEMOCRATICI VECCHIO STILE……. NON PENSARE COME IL GATTOPARDO PER NOI E PENSARE SECONDO I PIU’ POSITIVI VALORI DI QUESTI INTELLETTUALI INTEGRALMENTE ONESTI E ISPIRATE DALLE IDEE DI RAZIONALE;SOLIDALE LIBERTA’ DEMOCRATICA. QUESTO E’ IL PATRIMONIO AL QUALE TUTTI POTREBBERO ATTINGERE PER LE IDEE DI UNA NUOVA E INEDITA’ IDENTITA’ POLITICA SENZA PREGIUDIZIALI IPOTECHE MA ANCHE SENZA RENDITE.

  22. Ma diamo retta ad un SIONISTA DOPPIOPESISTA ED IPOCRITA come saviAno? Lui, quando parla di Gramsci deve lavarsi la quella bocca criminale che si ritrova!

  23. E non è la prima volta che si permette di distorcere grossolanamente la storia: lo ha fatto definendo israele una “democrazia sotto assedio”, lo ha fatto dicendo STRONZATE sulla riapertura delle indagini sulla morte del compagno Peppino Impastato, e se qualcuno prova a criticarlo e a pretendere spiegazioni viene bannato dal sto spazio

  24. Saviano l´ha fatta fuori da vaso….e´ un ignorante in questo caso, dovrebbe limitarsi a parlare di cio´ che conosce…

  25. Ma Saviano ha mai letto qualcosa di Gramsci? Cosa centra con le Br? Il riformismo è stata la rovina dell’Italia e non bisogna mica per forza essere dei moderati per essere persone oneste e rispettabili! Facile parlare quando hai in cassa milioni di euro, quando invece rischi il posto di lavoro, vieni sfruttato rischi la vita in fabbrica o nei cantieri. Ti vengono tolti i diritti e ti costringono a firmare accordi col ricatto allora è impossibile essere riformisti. L’unica difesa al fascismo fu il Pci, Berlinguer ci ha salvato dal fare la fine del Cile negli anni 70 e l’Italia l’hanno liberata i partigiani a maggioranza comunisti. A volte il successo da alla testa!

  26. http://www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2012/02/28/news/elogio_dei_riformisti-30626737/index.html?ref=search questo è l’articolo di Saviano, la mia domanda è sempre la stessa, come si fa a mettere nella stessa frase Berlinguer e Craxi, un uomo onesto ed un ladro…craxi ci ha lasciato in eredità berlusconi che ha portato indietro il paese di 20 anni. Poi io ringrazio i miei due nonni partigiani e tutti i partigiani in generale, perchè son sicuro che senza di loro ora non sarei qui a scrivere su FB. Buona notte a tutti.

  27. penso che dovremmo imparare tutti ad avere più rispetto per le opinioni altrui.
    certo, anch’io penso che Craxi e Berlusconi siano stati il peggio che la storia contemporanea d’Italia potesse produrre, e che meglio sarebbe stato se non ci fossero mai stati, (nel senso che non avessero mai fatto politica) ma se loro con tutto il loro lerciume hanno (quasi) sempre vin to e governato e la sinistra espressa da Berlinguer ha (quasi) sempre perso e fatto l’opposizione, un motivo ci sarà.
    sicuramente abbiamo pagato il particolare quadro internazionale (guerra fredda e brutture varie), ma non pensiamo che anche la sinistra di Berlinguer abbia commesso degli errori ?
    rispetto per Saviano, anche se non condivido le sue opinioni in materia di “riformismo”.
    non dimentichiamoci che si tratta di una persona che quotidianamente rischia la vita.

  28. Saviano dovrebbe fare l’affabulatore di cose mafiose e camorristiche e non tranciare giudizi senza aver prima studiato…non si può diventare filosofi della politica se si è solo dei cronisti e come hanno ricordato in parecchi: ha pisciato fuori dal vaso…si è montato la testa…

  29. Commenti poco lucidi e onesti i vostri . Avere la sfacciata presunzione di non accettare critiche e di neanche provare a confrontarsi con esse è una peculiarità tipica della sinistra e di gran parte dei suoi elettori! Per quanto riguarda la difesa di Saviano di Israele, è una sua libera opinione . Saviano ha origini ebraiche , sua madre è ebrea sefardita , difendere lo Stato D ‘Israele mi sembra quindi leggittimo .

  30. Simone, noi abbiamo replicato nel merito. Ognuno può avere le opinioni che vuole, può anche dire che gli asini volano, si basasse però su realtà fattuali, non su interpretazioni proprie della storia. Quell’articolo, in cui paragona la tradizione del PCI a quella extraparlamentare (ma lo sa Saviano che tutt’ora in certi ambienti Berlinguer è visto come il male assoluto dai reduci del ’77?) è semplicemente vergognoso. Un articolo del genere ce lo aspettiamo da Sallusti, non da Saviano. Senza contare che, del senno di poi, sono piene le fosse: prima di giudicare gli errori di qualcuno, è bene andare a guardarsi le condizioni storiche in cui agiva. Il Compromesso Storico, per dire, fu modellato sull’esperienza positiva tedesca della Gross Koalition, in cui la SPD, per nulla legittimata fino ad allora a governare, acquistò credibilità in tal senso… l’errore di Enrico fu quello di pensare che gli americani avrebbero permesso al PCI quello che avevano permesso nel 66-69 alla SPD. Ha fatto anche altri errori, ma li ha sempre riconosciuti e fatti perché seguiva un ideale, non il portafogli. E questo ci basta per non accettare le semplificazioni di Saviano su gente come Amendola, Pajetta, Gramsci e Berlinguer. EB.IT STAFF

  31. “Se avessimo aspettato il riformismo, Mussolini sarebbe morto nel suo letto ad ottant’anni, come Francisco Franco”in realtà direi che se avessimo aspettato il riformismo non avremmo mai avuto Mussolini, infatti Mussolini è stato messo al governo dal re perchè quest’ultimo aveva paura dei comunisti e di fare la fine degli zar.

    PS complimenti per il nuovo sito, ora finalemente possono commentare anche i non iscritti a facebook

  32. a chi diceva che Berlinguer prendeva soldi dall’ urss forse non si ricorda che fu il primo che denuncio il regime comunista dissociandosi..se non conoscete storia e politica non state a parlare..sarebbe meglio anche levarvi il voto perche’ poi convinti che in italia ci sia stata una dittatura comunista e non fascista (magari come ho sentito da alcuni organizzata dai partigiani….) siete riusciti a gettare con la vostra ignoranza l’italia nella merda..ma vabbe’ sorvoliamo…ci basta che non spariate cazzate dando aria…zolle con due gambe…

  33. certa gente che confonde l’ebraismo con il più bieco sionismo fascista non ha capito proprio nulla. La descrizione di saviano è schifosa!mio nono partigiano e comunista fino all’osso si mise contro i suoi compagni che volevano fare fuori un crucco prigioniero. Questo per me sarà sempre l’essenza dell’essere comunisti!

  34. Saviano dovrebbe capire che il brigatismo era nero!!! Hanno fatto di tutto per abbattere il potere operaio e ci sono anche riusciti ma con la violenza e l’omicidio di persone che lottavano per dei diritti… Ora che non esiste più niente di questa coscienza unitaria che univa i lavoratori di quegli anni ecco i risultati..saviano dovrebbe solo stare zitto…Non sputi addosso al Pc o agli operai,perchè se oggi è un uomo libero di dire queste cose lo deve a persone che hanno sacrificato la loro vita per salvarci

  35.  Dopo aver commentato e postato l’articolo in questione,aggiungo che nella condizione di Saviano,per quello che gli è successo personalmente,la sua libertà evidentemente non solo materiale,è stata ulteriormente segnata da interpretazioni dic…iamo anche di convenienza.Lui deve molto,perchè è di molto che è stato sorretto nella sua popolarità,e certo non da chi non poteva offrirgli niente se non la pari indignazione. Ma per le stesse ragioni c’è chi viene rimosso di peso e chi viene protetto. Questo Saviano chissà se lo dirà.

  36. X Simone: confondere l’ebraismo con il sionismo è da “qualunquista”. Ci sono tanti ebrei israeliani che criticano la politica CRIMINALE di israele, come Ilan Pappe che è stato cacciato da israele proprio perchè criticava il suo stato (DEMOCRAZIA?)
    Poi addirittura chiamare israele “DEMOCRAZIA SOTTO ASSEDIO” é davvero da persona in malafede.
    Il sionismo è un movimento politico folle (ULTRANAZIONALISTA) , per cui ATTENZIONE a paragonarlo all’ebraismo.

    Ah, non solo l’ha definita tale, ma non ha neanche risposto ad Vittorio Arrigoni (anche lui lottava a fianco degli oppressi, in una terra martoriata, ma era senza scorta e lo faceva sul territorio…piuttosto che dai salotti radical chic) che gli pose domande ben precise: che differenza fa tra brusca che sciolglie un bambino nell’acido e il tuo amico perez che nell’acido, per meglio dire nel FORSFORO BIANCO, ne ha sciolti + di 300?
    E tuttora CENSURA E BANNA chi prova a chiedere una risposta nel suo spazio FB, seppur postuma, a Vittorio Arrigoni (assassinato barbaramente in Palestina) … questo è il chiaro atteggiamento di chi è in malafede o di chi è fascista!

  37. Complimenti per l’articolo, il “caso” Orsini è interessante e anche il caso “Saviano”)  e mi permetto di postare anche un mio pensiero sulla questione, scusandomi se è troppo lungo

      La Repubblica ha pubblicato
    in poco tempo , nella pagina culturale, 4 articoli (maledetto me che
    non li ho conservati) nei quali, non con i criteri della ricerca, ma
    usando il grimaldello dell’estrapolazione delle frasi e del vero e
    proprio gossip, ha fatto passare (per interposta persona: il recensore
    di turno) l’intellettuale italiano rispettivamente per: alleato di
    Mussolini, protetto e privilegiato dai fascisti e, ora, per un
    delinquente da strada. L’autore dell’ultimo lavoro, (quello recensito
    da Saviano) Alessandro Orsini, passa invece per brillante e giovante
    studioso. alcuni dei suoi lavori sono in realtà rimasticature ben poco
    originali del più trito anticomunismo d’annata (vedi “il rivoluzionario
    benestante, pamphlet davvero significativo). Il Suo lavoro sulle BR
    (premiato ad “Acqui Storia”) annega in un mare di banalità, alcune
    riflessioni che la storiografia sulla lotta armata ha ormai fatto
    proprie da 30 anni e prende l’occasione per scatenare la sua ira
    “riformista” (!) contro ogni tentativo di ogni epoca storica (!!) di
    rivolta contro il potere, mettendo insieme anabattisti, valdesi (manca
    Spartaco) e additandoli tutti come estremisti destinati a finir male.
    Forse leggere qualche libro in più a questo ragazzo non gli farebbe
    male così collocherebbe gli eventi storici nella giusta prospettiva.
    Inoltre il libro sulle BR è pieno di castronerie fattuali (che non
    posso qui riportare) e manca totalmente l’analisi del periodo storico
    (BR come Monadi apparse dal nulla). Saviano prima di leggere Orsini
    dovrebbe leggere Gramsc

  38. “Uno dei più famosi studiosi di Gramsci, Angelo D’Orsi, contattato telefonicamente da Articolotre, è durissimo : “il problema è che Saviano andava fermato prima, l’avete costruito voi dei media, ed è difficile poi abbattere gli idoli: ora gli è concesso di parlare su qualunque tempo, è diventato opinionista su qualunque tematica.”

  39. Ma che cavolo dite! Mi viene voglia di non postarvi piu’. Certo che le rispettava messo alle strette le rispettava eccome! Di fronte a Vidali, poi… ah ah ah!! meglio ridere va’! Comunque io passo tutto e poi se si ride bene e se no pazienza.

  40. La questione è semplice : Saviano ha detto un idiozia, priva di fondamenti storici. Mi dispiace per Fazio e per i suoi 2.000.000 di euro di contratto, pagati dal nostro canone, poverini fanno gli ” spettacoli” assieme, prendono un pacco di soldi e noi a campare con molti, molti meno euro!!!!!!!!!

  41. Ciao Pierpaolo,
    ho un figlio della tua età, quindi non ho vissuto il sessantotto, ma gli anni di piombo me li ricordo bene…
    Soprattutto so, per averlo vissuto personalmente cosa ha significato fare politica di “sinistra”, ed impegnarsi nel sindacato, dagli anni 80 ad oggi.
    Non voglio entrare nel merito di una polemica con Saviano che poco mi interessa.
    Saviano è un uomo, capace, intelligente, ma pur sempre un uomo.
    La popolarità acquisita, pagata cara sulla sua pelle, ed il rispetto che provo nei suoi confronti, comunque non significherà mai che io possa essere sempre daccordo con lui.
    E’ da parecchio che non firmo più deleghe in bianco…. 30 di “discussioni” hanno lasciato il segno…
    Tutti
    noi, più o meno inconsapevolmente, ci siamo trovati, o ci troviamo,
    dietro una barricata, lottando per difenderla, e se possibile farla
    avanzare.Il problema è che quelle barricate sono l’origine delle nostre disgrazie.Servono solo a dare un senso ad entità politiche e sociali anacronistiche.Ma che non servono a noi. Per lo meno non oggi.Nel
    nostro vocabolario comune, siamo abituati, ci hanno abituato, ad
    utilizzare parole diventate pesanti come macigni che però contrastano
    con la realtà che viviamo, e che dovremmo vivere.Parole come “maggioranza” ed “opposizione” mi indignano.Sono concetti astratti, inutili, e, mi ripeto, anacronistici.Io non ho mai votato nessuno per fare “opposizione” (anche se nel mio caso solo quello hanno fatto).Così come “destra” e “sinistra”, oggi cosa sono, cosa rappresentano???Solo per costruire finte barricate, a spese nostre.A
    volersi spingere un passo più in là, che è poi il nodo fondamentale, la
    rappresentanza dei cittadini andrebbe completamente ripensata.Come
    diavolo si può concepire la presenza di centinaia di
    formazioni/aggregazioni politiche che tra loro si defiscono “diverse”??Capisco che l’ideale sarebbe che ognuno di noi avesse il “Suo” partito politico, ma diamine….Possibile che siamo così incapaci di arrivare ad una sintesi collettiva??Rimarrò sempre convinto che le “contrapposizioni” oggi debbano essere superate.Le guerre, anche quelle utili e necessarie, nella storia le abbiamo combattute sempre noi, il popolo.
    “Noi siamo convinti che il mondo, anche questo terribile, intricato mondo
    di oggi può essere conosciuto, interpretato, trasformato, e messo al
    servizio dell’uomo, del suo benessere, della sua felicità. La lotta per
    questo obiettivo è una prova che può riempire degnamente una vita.”    EB

    Si può credere e lavorare per un mondo diverso.Senza
    tirare in ballo utopie ed ideali, che hanno generato danni immensi,
    semplicemente affidandosi alle Idee di ognuno, facendone una sintesi,
    appunto.Per motivi di lavoro ho visitato molti posti dell’Italia, dell’Europa e del Mondo (compreso zone calde come Iraq ed Iran).I desideri e le necessità degli uomini sono le stesse ad ogni latitudine (PACE – Lavoro – Dignità – Futuro – …).Per questo mi permetto un pensiero, che vorrei estendere a tutti i giovani che incontro:non fatevi imbrigliare dagli schemi “storici” a noi così tanto cari… avete l’opportunità di ripensare davvero regole democratiche migliori.Berlinguer aveva pensato ad una “terza via”, che non abbiamo mai conosciuto….Voi potete inventarvi una “quarta via”, una “quinta via”, o come diavolo la vorrete chiamare…Ma non legatevi al passato… trovo davvero assurdo che in un mondo dove tutto muta ad una velocità impressionante, noi ci si debba rifare ancora a parole d’ordine del 1800!!Un caro salutoSalvatore

  42. Mi permetto di postare qui la risposta di Alessandro Orsini alle critiche dello studioso gramsciano D’Orsi che riflettono anche il contenuto dell’articolo. Ritengo che la risposta di Orsini sia utile per tenere alto il livello del dibattito:
    ***Angelo D’Orsi, professore nell’Università di Torino, ha attaccato Roberto Saviano per avere recensito il mio ultimo libro suRepubblica (Gramsci e Turati. Le due sinistre, Rubbettino): “Saviano – ha detto − l’ha fatta fuori del vaso e il libro di Orsini è una porcheria”. D’Orsi ha addirittura dichiarato che Saviano “andrebbe fermato”, limitandolo nella parola.Lo sfogo di D’Orsi conferma la mia tesi. Due sono le principali culture politiche della sinistra.Vi è la sinistra di Gramsci, il quale invitava a chiamare “porci”, “scatarri”, “pulitori di cessi” e “stracci mestruati” coloro che erano in disaccordo con i suoi convincimenti ideologici; e vi è la sinistra di Turati che condannava l’insulto e promuoveva il libero confronto delle idee.  La sinistra di Gramsci produce un tipo di intellettuale che ricorda la figura del chierico della Chiesa medievale: è un organo del Partito. E il Partito è concepito leninisticamente come una macchina da guerra il cui dichiarato obbiettivo è la dittatura. Certo, nei Quaderni, Gramsci alla strategia della “guerra di movimento” oppose la strategia della “guerra di posizione”. Ma si trattava pur sempre di guerra. E in guerra non c’è spazio per la tolleranza. C’è solo un imperativo: annientare l’avversario incominciando con la sua degradazione morale, che non può fare a meno dell’insulto.Sotto il profilo del metodo, D’Orsi ha attaccato il mio libro perché, a suo dire, non terrebbe in considerazione il contesto in cui Gramsci pronunciava le offese e gli inviti alla violenza contro i suoi critici. A D’Orsi rispondo che il contesto storico-politico in cui vissero Gramsci e Turati fu lo stesso. Nonostante ciò, Gramsci e Turati difesero principi e valori opposti, come ho spiegato nella nota sul metodo che chiude il volume.Gli uomini, pur essendo influenzati dal contesto in cui vivono, rispondono in maniera differente davanti agli stessi stimoli. Questa diversità nel rispondere in situazioni analoghe è, in larga parte, una conseguenza dei valori interiorizzati dall’individuo. La crisi economica che investì la Repubblica di Weimar coinvolse milioni di tedeschi, ma non tutti abbracciarono il nazismo. Allo stesso modo, non tutti i professori universitari italiani giurarono fedeltà a Mussolini. Gli uomini non rispondono in maniera meccanica agli stimoli che ricevono dall’ambiente esterno.Gli uomini scelgono. Gramsci e Turati militavano nello stesso partito quando Mussolini si affermò al congresso socialista di Reggio Emilia; quando ci fu il biennio rosso; quando Lenin impose il Terrore; quando Mussolini conquistò il potere. Eppure, scelsero valori opposti, perché le loro culture politiche erano inconciliabili. Turati promosse sempre la pedagogia della tolleranza. Gramsci, invece, la pedagogia dell’intolleranza e l’elogio dell’insulto. Il metodo dell’analisi culturale comparata − che ho impiegato per la prima volta nello studio della figura di Gramsci − ha esattamente questo obiettivo: mostrare il potere condizionante delle culture politiche e delle teorie pedagogiche, le quali non coincidono con l’azione, ma la predispongono in maniera decisiva.  Alessandro Orsini

    • Quanti professori universitari non giurarono fedeltà al fascismo in Italia? Orsini si documenti. Turati, che avrebbe promosso sempre la pedagogia della tolleranza, si schierò a favore della guerra. Orsini si documenti. Il metodo dell’analisi culturale comparata è stato impiegato per la prima volta a proposito non soltanto di Gramsci, ma anche di Lenin e Stalin da Domenico Losurdo per dimostrare che, senza contestualizzazione, è storicamente fallimentare: un solo esempio, il suffragio femminile, teorizzato da Stuart Mill, fu però applicato per la prima volta senza limitazioni dalla Comune di Parigi del 1871 e in seguito introdotto proprio da Lenin in Unione Sovietica nel 1918. Orsini si documenti.

    • Durante il biennio rosso, infine, Turati e Gramsci militavano nello stesso partito soltanto nominalmente, dato che la linea giolittiana di Turati, già messo sotto accusa da Lenin nel 1917 per il suo interventismo, fece fallire miseramente le rivendicazioni operaie costituendo di fatto lo scivolo ideale per la presa del potere da parte del fascismo. Orsini si documenti.

  43.  http://www.esserecomunisti.it/?p=41056&utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=un-revisionismo-storico-in-nome-del-bene-assoluto
    posto l’articolo sul Manifesto di oggi che rammenta anche gli articoli di cui parlavo sotto apparsi su Repubblica

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