Fu una dose letale di tangenti ad uccidere Craxi, non i giudici

Se in Italia le parole avessero un senso (e soprattutto la storia e le sentenze della magistratura), Bettino Craxi sarebbe semplicemente, nell’ordine: l’assassino del Partito Socialista Italiano, un politico corrotto e, soprattutto, un latitante. Oltre ad essere l’artefice di quella cultura politica su cui si basa l’attuale Berlusconismo e che tanti guasti e mali ha provocato all’Italia.

In un Paese serio, a chiudere la questione Bettino basterebbero le 3 sentenze definitive emesse dalla Cassazione (10 anni per le tangenti Eni-Sai e la Metropolitana Milanese; prescrizione per le mazzette dalla berlusconiana All Iberian). O i 40 miliardi giacenti sui suoi 3 conti svizzeri personali, gestiti non da tesorieri PSI, ma dall’ex compagno di scuola Giorgio Tradati e poi dall’ex-barista Maurizio Raggio, destinati agli “interessi economici anzitutto propri di Craxi” (Sentenza All Iberian).

Senza contare quella ventina d’anni accumulati tra primo e secondo grado e l’attività di spionaggio condotta contro Enrico Berlinguer e i vertici del PCI, nella speranza di poterlo infangare (ma il suo odio per Berlinguer non riuscì a produrre gli effetti sperati: la vita privata di Enrico era più candida dell’anima di un bambino).

Ovviamente l’Italia non è un Paese normale, figuriamoci se serio. Del resto, come potrebbe esserlo? Con il premier che tra una battuta e una bestemmia si infila in molteplici lettoni di Putin perché “ne avevo 11 fuori dalla porte e me ne sono fatte 8” e “faccio il premier nel tempo perso”, cosa ci si può aspettare? Onestà, coerenza, trasparenza, rettitudine? Ma quando mai. Al massimo qualche filippica su chi cerca di far rispettare la legge. Che, puntualmente, è arrivata oggi, con un’inedita difesa d’ufficio del suo padrino politico, che con la legge Mammì (pagata bene e anche in cash) ha consegnato a lui e all’Italia un monopolio illegale che ha prodotto non-cultura per 30 anni.

Ebbene, non sto qui a ricordare i disastri politici di Bettino Craxi, mi preme però precisare al Presidente del Consiglio una cosa: i Di Pietro, i Borrelli dovevano ancora nascere quando il Psi di Craxi era già in piena metastasi di tangenti. Nani e ballerine, opportunisti e piduisti, Craxi li riunì tutti alla sua corte, mettendo alla porta galantuomini come Norberto Bobbio, mentre gli iscritti dalle sezioni se ne andavano, i militanti si trasformavano in esattori di tangenti e il partito scompariva dalle città. Quando arrivò Mani Pulite il più antico partito italiano non esisteva più e la sua direzione (lo ricorda l’architetto Larini, quello che portava i soldi nell’ufficio di Craxi in Piazza Duomo) si riuniva al ristorante Matarel per parlare solo di affari.

Craxi non fu ucciso dai giudici, ma da una dose letale di tangenti. E se Milano e l’Italia hanno perso il proprio primato culturale e politico nel mondo, molto lo dobbiamo proprio al suo affarismo eretto a sistema. Lo chiamavano “Milano da bere”; Milano se la sono bevuta, assieme all’Italia, e infatti oggi ci restano solo le macerie. E Berlusconi, che da moderno Nerone, ha appiccato il fuoco e si diverte a vedere la città bruciare.

47 commenti su “Fu una dose letale di tangenti ad uccidere Craxi, non i giudici”

  1. e’ proprio vero dal letame puo’ nascere un fiore , ma pezzi di merda come il nostro capo del governo….

  2. E’ vero. Posso dirlo io con sicurezza quando succedevano gli scandali per tangenti. Infatti diro’ sempre che la rovina dell’Italia e’ iniziata con Bettino Craxi. Ed a quei tempi la gente stravedeva per lui come sucede ora per Berlusconi. Io…. una di quelle poche persone a cui non piaceva affatto per la sua spavalderia, arroganza ecc, e quel modo di canzonare tutti gli avversari. Non lo scordero mai. E mi dispiace dirlo, posso solo che biasimarlo per quello che ha fatto e dove ci ha portati. ( allo sperpero delle casse dello Stato e di cui ha continuato Berlusconi suo degno compare).

  3. Ma noi, anche se siamo il nord dell’Africa non abbiamo gli attributi per ribellarci, siamo un gregge di pecore che segue un pastore che fa quello che vuole.

  4. Troppe imprecisioni, scusatemi. Detestare un politico va bene. Ma Sembra che lo schifo della politica italiana origini da Craxi. Non e’ cosi’….

  5. Ma se Craxi è scappato ad Hammamet vivendo da re in una villa da sogno, altro che esilio, vorrei essere io in esilio come lo è stato lui. Ed è morto di vecchiaia godendosi i soldi rubati agli italiani. Il nano di Arcore farà lo stesso, ad Antigua, ci scommetto! Spero solo che lo faccia al più presto!

  6. devo riconoscere a Craxi una statura politica, oltre ai denari che ha incassato , ma il berlusca è assolutamente una nullita in tutti isensi e non parliamo di staura. Mi vergogno di vivere in un paese con simili inettitudini e nullità come bossi ,berlusconi, maroni calderoli, gasparri, e ciliegina scilippoti.

  7. non condivido questo pensiero, tangentopoli ha fatto cambiare tutte le bandiere…Craxi aveva detto no! IO rimango PSI con il garofano. quindi sarà anche morto ma la sua bandiera era sulla montagna vincente. poi al psi arrivò bobo che la bruciò, come un figllio che non sa niente di politica.

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