A Parma stele per i caduti di Salò. E un ventenne la rimuove

Contro tutto e tutti, il 2 giugno scorso, durante le commemorazioni per la festa della Repubblica e dell’Unità d’Italia, Pietro Vignali, sindaco di Parma, ha dato il suo assenso perché venisse posata una lapide a ricordo dei caduti della Repubblica sociale italiana. E poiché alle proteste dei comitati antifascisti e dei partiti di opposizione, nulla è successo, a risolvere la questione è stato un ventenne che, armato degli strumenti da lavoro necessari e di tanta pazienza, ha scardinato la lapide dal muro, senza danneggiarla, l’ha posata a terra, per poi andare a denunciarsi dai carabinieri come “antifascista”.

Questo l’epilogo di una vicenda nata male, ma che è finita peggio: alla richiesta delle opposizioni di riferire sull’accaduto, il sindaco ha fatto rispondere il suo vice. Le opposizioni non ci sono state e hanno abbandonato l’aula, mentre i cittadini che protestavano in consiglio sono stati portati via con la forza dalla polizia municipale. Il vicesindaco Buzzi, in un aula consiliare semivuota, ha dichiarato: “La lapide è stata pagata totalmente dall’associazione dei repubblichini e questo non è revisionismo, ma pietà per i morti e, nel 150esimo dell’Unità d’Italia, abbiamo cercato di avere una matura visione storica e un doveroso segno di rispetto.

A stretto giro di posta è arrivata la replica del comitato antifascista di Parma. “La Rsi, con sede a Salò fu uno stato fantoccio creato dai tedeschi, che il 10 settembre 1943 avevano occupato militarmente Nord e Centro Italia, a capo del quale misero Mussolini, da loro stessi liberato il 12 settembre. La Rsi si distinse particolarmente nella feroce repressione antipartigiana al fianco e per conto dei nazisti. La pietà umana non può essere confusa con i fatti, la storia, le idee. Le idee non sono certo uguali, sono ben diverse: libertà, democrazia, progresso sociale e uguaglianza sono i valori dell’antifascismo codificati nella Costituzione del ’48. Così pure diversi sono i fatti storici, fatti di cause, il nazifascismo, e di effetti, la resistenza partigiana, ben distinti e non sovrapponibili. La pietà umana sia per tutti i morti, il ricordo pubblico, la commemorazione e la celebrazione no. Nessuna onorificenza e nessuna commemorazione per i fascisti nessuna strada e nessuna lapide”.

Accade in Italia, nel 2011. E’ come se in Germania dedicassero un monumento ai generali delle SS che gestivano i campi di sterminio. Accade solo in Italia. E siamo nel 2011.

76 commenti su “A Parma stele per i caduti di Salò. E un ventenne la rimuove”

  1. Mah…in fondo a Salò sono morti per la loro idea e per portare avanti la loro causa, giusta o sbagliata che sia.

  2. Una volta per tutte: i morti della Repubblica Sociale Italiana non sono riconosciuti come caduti in guerra neppure dalle convenzioni internazionali perché la stessa R.S.I. (altrimenti nota come “Repubblica di Salò”) non è MAI stata riconosciuta a livello internazionale se non dal Terzo Reich tedesco, dall’Impero del Sol Levante e da qualche altro Paesello di poco rilievo che non ha MAI avviate regolari relazioni diplomatiche con la stessa R.S.I., per cui non capirò mai come fanno nostalgici e revisionisti a pretendere il riconoscimento dei repubblichini come regolari caduti SOLO ED UNICAMENTE PERCHÉ (sic!) INDOSSAVANO UNA REGOLARE UNIFORME MILITARE! COME SE (parafrasando il ben noto proverbio) L’UNIFORME FACESSE IL SOLDATO! Se domani mi presentassi al bar con un’uniforme anch’io (che non ho mai fatto il militare per riconosciuti motivi di salute) potrei essere preso per un militare, soprattutto da chi non mi conosce affatto, per cui finiamola con le cavolate e pensiamo a cose più serie!

  3. ma,io mi chiedo…chi dice ..onore a tutti i morti…rispetto forse,onore per nulla.causa fascismo l’italia è andata in guerra,che ha perso,se ne siamo usciti è grazie ai partigiani,che,ricordo,non eran certo solo comunisti.e ora? revisione,i “buoni” sono i repubblichini.scusate,ma vi siete bevuti il cervello,e mi riferisco a il davide alienato o a teresa basilone..la propopaganda berlusconiabna è riouscita afer breccia ,come si vede.sarebbe ora di anadre,se non altro,a rivedersi un po di storia,prima di scrivere..con questo non amo il livore ,e non ho questo sentimento ocntro i fascisti.di sicuro però non mi piacciono,ne quelli di una volta ne quelli di oggi,che invece di livore ne dimostrano eccome. tutto qui.mi sento offeso nel leggere simili commenti buonisti.oltretutto avendo due genitori che partigiani lo sono stati,rischiando la vita per noi e per il paese…

  4. Oggi più che mai c’è bisogno di antifascismo.
    Basta con le riabilitazioni ed il revisionismo.
    Siamo sinceramente stanchi.
    Basta.

  5. bravo ragazzo ,sa bene la storia o per lo meno glie l’hanno raccontata come si doveva

  6. Nell’ottobre 1943 fu fondata tra Salò e Gargnano la Repubblica Sociale Italiana, conosciuta come Repubblica di Salò. La presenza, nella cittadina lombarda, del Ministero degli esteri, delle cabine per i giornalisti e del servizio traduzioni comunicati esteri, che emettevano tutti i comunicati ufficiali della Repubblica, fece sì che quest’ultima sia conosciuta con il nome della città, anche se la capitale rimaneva ufficialmente Roma.
    La scelta di portare i principali ministeri sulla riva benacense fu in primis dovuta alla vicinanza con la Germania (che all’epoca comprendeva direttamente nel Tirolo tutto l’attuale Trentino-Alto Adige ed arrivava fino al comune di Limone), favorendo il controllo nazista dello stato-fantoccio di Mussolini, e rendendo difficile invece a quest’ultimo, vista la decentralizzazione rispetto al teatro di tutte le vicende economiche e militari, l’effettivo esercizio del potere. In secondo luogo la zona era scarsamente interessata dall’attività partigiana (tale fenomeno rimase limitato anche in seguito, per la presenza della RSI) ed era al di fuori dalle aree industriali del nord d’Italia, pesantemente bombardate dall’aviazione alleata.
    Il ministero degli esteri occupò villa Simonini (oggi hotel Laurin), come sede ufficiale, e l’albergo Barbarano per i dipendenti e la mensa. Tale ministero era presieduto ufficialmente dallo stesso Mussolini, la cui residenza era però villa Feltrinelli a Gargnano, e raramente ne usciva.
    Il secondo ministero effettivamente dislocato a Salò era il Ministero della cultura popolare (MINCULPOP), la cui divisione Spettacolo occupò villa Amadei ed il palazzo della Croce Rossa Italiana. Per quanto riguarda i media, a villa ex Angelini erano presenti le cabine telefoniche riservate ai giornalisti, mentre l’Agenzia Stefani, agenzia di stampa della propaganda fascista, si trovava nell’edificio della scuola elementare; presidente era il senatore Luigi Barbini e segretario Ernesto Daquanno. Detta agenzia era in collegamento con il palazzo del Capitano-Rettore Veneto (all’interno dell’attuale municipio), sede dell’ufficio interpreti per la traduzione dei comunicati esteri.
    A Salò erano presenti anche le forze di polizie e militari: nel liceo scientifico si trovavano un reparto della Muti e uno della Xª Flottiglia MAS al comando di Junio Valerio Borghese, nella casa del Fascio (oggi bar Italia) stazionavano le guardie di Mussolini, agli ordini del console della milizia Albonetti. In piazza Vittorio Emanuele, allora piazza Ettore Muti (eroe della prima guerra mondiale e seguace di D’Annunzio nell’impresa di Fiume), l’ex palazzo Castagna, ora sede della banca Valsabbina, ospitava il comando del Corpo di Polizia Repubblicana, il cui capo era Tullio Tamburini.
    Nell’ex collegio civico, in via Brunati, c’era il comando della Guardia Nazionale Repubblicana che aveva sostituito la soppressa arma dei carabinieri; il comando era affidato a Renato Ricci. Altri ufficiali si trovavano presso l’ex caserma dei carabinieri, mentre l’oratorio maschile era a disposizione di un raggruppamento delle Brigate Nere. Infine il teatro comunale veniva utilizzato, oltre che per spettacoli di valore artistico, anche per convegni e assemblee politiche.
    Poche furono le visite di Mussolini a Salò; una sola ufficiale, per rendere omaggio alla salma di Serafino Mazzolini, sottosegretario agli Esteri, deceduto nella villa Portesina di Salò il 23 febbraio 1945.
    Durante la ritirata, il 29 aprile 1945, i tedeschi fecero esplodere delle bombe che colpirono l’intera famiglia di un funzionario del Ministero degli Esteri, Arduino Arduini. Per quanto riguarda la Resistenza, essa non fece grandi azioni sul territorio comunale, ma l’unico atto degno di nota è la fuga di un capo-partigiano dall’ospedale civile, con sparatoria in cui morirono due fascisti, organizzata dal gruppo partigiani della zona.

  7. assistiamo ogni giorno ad atti di fasciscmo da parte del Governo, questo autorizza i soliti faziosi facinorosi ad operare le solite nefandezze ed iniquità…..continuiamo a combattere il fascio come ci hanno insegnato i Grandi Padri della Resistenza…………

  8. NON C’ENTRA UN CAZZO CHE DAVANTI ALLA MORTE SI E’ UGUALI! SI E’ UOMINI PER CIO’ CHE SI DECIDE DI FARE IN VITA, SENNO’ ANCHE QUELLI CHE AMMAZZANO LA PROPRIA FAMIGLIA E POI SI SUICIDANO SICCOME SONO MORTI BISOGNA RISPETTARLI. CHI ADERI’ A QUELLA REPUBBLICA SBAGLIO’ SAPENDO DI SBAGLIARE E NON PUO’ PURE PASSARE PER VITTIMA PER IL COSIDDETTO REVISIONISMO STORICO

  9. Io la penso come Walter ho pubblicato la canzone di De Greogri perchè c’è un verso che dice “dalla parte sbagliata,si muore” , a mio avviso i gesti con cui ci si può definire antifascisti sono altri, poi posso sbagliarmi.

  10. Matteo secondo me sbagli…io devo convivere nella mia città con una sede di FN,ed è solo per rispetto alle autorità che non chiediamo scioperi e manifestazioni continue per la sua chiusura;
    Ti dico questo per farti passare il mio pensiero:Il fascismo si combatte,non si resta indifferenti ad esso,ne notarlo e pensare che altri se ne preoccuperanno e lo sconfiggeranno,bisogna andare in prima linea e colpirlo finchè non scompare

  11. perchè morire per un ideale anche se sbagliato non ha valore, chi siamo noi per giudicare? la storia la scrive chi vince, questo da sempre… iragazzi di 20 anni(quanto potevano essere fascisti convinti) tolti dalle patrie galere galere dopo la fine della guerra e fucilati dai partigiani era giusto? e le foibe quale libro di storia cèle ha raccontate a scuola? la verità non è mai unica, dipende solo da che punto la si guarda…

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