Hanno ucciso Vittorio Arrigoni

Lo hanno ucciso senza aspettare la scadenza dell’ultimatum che loro stessi avevano dato al governo di Hamas per la sua liberazione. Vittorio Arrigoni, che dal 2008 viveva nella strisca di Gaza, era stato rapito ieri a Gaza City da un commando di estremisti salafiti che minacciava di ucciderlo qualora il governo di Hamas non avesse rilasciato un gruppo di suoi militanti. Inutile lo sforzo delle forze di sicurezza di Hamas, che avevano dato il via ad una vera e propria caccia all’uomo contro il tempo: il suo cadavere è stato rinvenuto in una casa abbandonata.

Pacifista, militante dell’International Solidarity Movement (ISN), che comprende militanti da tutto il mondo che protestano pacificamente contro l’occupazione israeliana, Arrigoni è stato ucciso perché reo di diffondere i vizi occidentali in Palestina. I vizi. Un po’ come se si uccidessero le persone perché fumano, bevono un bicchierino di grappa ogni tanto e magari, mentre lo fanno, si guardano qualche film made in Hollywood.

E’ stato impiccato, senza troppi complimenti. Ha pagato semplicemente il fatto di essere diverso. Diverso, ma non estraneo al dolore e alla sofferenza del popolo (quello vero) palestinese. Ucciso da i soliti fanatici impazziti che in ogni società e in ogni tempo operano col sostegno di minoranze che mettono in pericolo le conquiste che ben più sagge maggioranze hanno vanamente conquistato.

Oggi è morto un italiano su un campo di battaglia, quello dei diritti umani. Si spera che gli venga riservato un trattamento pari a quello degli altri italiani morti in giro per il mondo. Con una differenza, però: lui non era pagato migliaia di euro al mese per fare quello che faceva.

 

39 commenti su “Hanno ucciso Vittorio Arrigoni”

  1. vediamo se avrà funerali di stato e tutti quei pagliacci al governo intorno

  2. vediamo se avrà funerali di stato e tutti quei pagliacci al governo intorno

  3. Questa volta i sionisti c’entrano ben poco: lo ha ucciso un gruppo estremista di salafiti. I salafiti si rifanno al movimento islamico della Salafiyya, ossia il ‘Movimento degli antenati’, istituito dal riformista egiziano Rashid Rida verso la fine dell’Ottocento, che ha come principio fondamentale il rifiuto netto di tutto quanto possa essere classificato come occidentale EB.IT STAFF

  4. Dentro al blog di Vik “Guerrilla Radio”, c’è un testo di apertura, in alto, una specie di proclama, di intento… contro, anche, “[…] l’imperdonabile assopimento della coscienza civile […]”.
    Quando penso a gente come Utopia mi vengono in mente un mucchio di domande che avrei voglia di fare loro, magari, davanti a un bel bicchiere di vino… si perché la prima cosa che penso è che, con gente così, a starci bene insieme ci si mette un millesimo di secondo.
    Per come la penso io e per come sento il mondo, Utopia fa parte di una specie di persone particolari che mi rendono felice di essere un essere umano, cosa che, sempre più di frequente, non mi succede, anzi, con sempre più pericolosa frequenza sento l’esatto opposto.
    A mio modo di vedere era un partigiano!
    Lavorava, anche, con gli ultimi chiusi nel carcere a celo aperto che è, oggi, Gaza.
    Noi provincialotti passiamo il tempo a sfanculare i negher ma non sappiamo leggere nei loro sguardi e, tanto meno, ci interessa provare a leggere nei loro sguardi. Noi proviancialotti, magari, siamo stati all’estero in qualche villaggio turistico o capitale e ci permettiamo di giudicare. Noi proviancialotti proviamo, a volte, ad avere una morale…
    Vivere con una coscienza come quella di Utopia deve essere tutta un’altra storia. E’ un po’ come vivere con un apparecchio acustico alle orecchie potentissimo che ti fa sentire anche il grido dell povere formiche che muoiono, quando le calpesti camminando o il lamento di un fiore reciso. Insomma ci hanno portato via Vik, un ragazzo che faceva quello che io penso sarebbe giusto fare… io lo penso, lui lo faceva.
    Poche palle, tutto, come al solito, continua, continuano le guerre, i bombardamenti, gli sbarchi e le cazzate dei legaioli che, ahimè, ci metteranno ancora qualche annetto prima di sopirsi…
    Io mi consolo pensando che, forse, ho ancora un po’ di quella coscienza civile che Vik, giustamente, proclamava essersi assopita nella nostra società… mi consolo, anche, pensando che fare quello che faccio ogni giorno, tentando di trasmettere quella coscienza e quel rispetto che è nella mia anima ai miei tre figli, è la mia missione personale, il mio dovere e la mia rivolta verso un mondo che, spesso, non è il mio.
    Ho vissuto e vivrò sempre cercando di rispettare quello che Vik, Utopia, scriveva alla fine dei suoi articoli:

    “Restiamo Umani”

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