Niente Aventino, niente Regime. E Napolitano minaccia le elezioni

httpv://www.youtube.com/watch?v=jcQLijS0tu4

Sarà dura accettarla per i duri e puri, ma questa volta aveva ragione Massimo D’Alema. Duole ammetterlo, ma se ieri l’opposizione si fosse abbandonata ad una nuova secessione dell’Aventino come proponeva la Bindi o ad una dimissione in blocco come proponeva Ignazio Marino, il processo breve, che se approvato cancellerà 150.000 processi e introdurrà la figura giuridica dell’innocente a vita (ovvero B.), a quest’ora sarebbe stato già bello che approvato.

Mentre passeggiava soddisfatto col suo solito ghigno polemico, D’Alema ha confidato ai giornalisti: “Se ci fossimo ritirati sull’Aventino, il processo breve l’avrebbero approvato in due ore. Questo dovrebbe capirlo anche il Fatto Quotidiano.

Certo, dopo le tante batoste parlamentari prese dall’opposizione (ci ricordiamo quella sullo Scudo Fiscale che senza le assenze tra le fila dell’opposizione avrebbe fatto cadere il governo nel 2009), non è che D’Alema possa dare troppe lezioni. Però una cosa la Storia gliel’ha insegnata, ovvero che lasciare Montecitorio, soprattutto se è un parlamento di nominati attaccati alla poltrona alle dipendenze di un manipolo di neo-fascisti piduisti, è altamente sconsigliato.

L’eroe della giornata di ieri però ha un nome e un cognome: Roberto Giacchetti. È grazie a lui infatti se la giornata di ieri non si è trasformata nell’ennesima occasione mancata per indebolire parlamentarmente il governo e la maggioranza. Lui si è accorto per primo che erano troppe le assenze tra la maggioranza, lui che ha proposto il voto sul processo verbale che ha mandato in tilt la maggioranza (costringendoli a discutere e, andati sotto, a riscriverlo), lui che ha chiesto il rinvio in Commissione del processo breve (richiesta bocciata per soli due voti), che alla fine ha costretto la maggioranza a richiedere il rinvio del provvedimento a martedì prossimo.

Qualcuno, notando il blocco dell’attività legislativa, ha proposto le dimissioni in blocco di tutta l’opposizione per andare automaticamente a nuove elezioni, ma a ben vedere sarebbe troppo rischioso: non essendoci precedenti, nessuno ci può assicurare che la Camera non funzioni anche solo con la metà dei suoi componenti. O che si assista ad un definitivo colpo di mano come quello del 9 novembre 1926, quando Montecitorio approvava le leggi fascistissime e la decadenza del mandato parlamentare dei deputati aventiniani.

No, i parlamentari presidino il Parlamento (sono pagati per quello) e la società civile si occupi della piazza: ognuno ha la sua sede di lavoro. L’unico modo per sbloccare la deriva neo-fascista di questo parlamento è il suo scioglimento e le nuove elezioni: Napolitano ha il potere di farlo, glielo dà la Costituzione (art.88).

Pare lo abbia capito, perché oggi ha convocato i capigruppo di Montecitorio e ha spiegato che così non si va avanti. Berlusconi non è più maggioranza nel Paese, ma lo è per un soffio in Parlamento grazie alla compravendita di deputati e senatori. Un Parlamento di nominati e di corrotti non si può più accettare.

Basta, si vada ad elezioni.

E fino ad allora, l’opposizione non lasci l’agone parlamentare.

da: http://orgogliodemocratico.ilcannocchiale.it/post/2622346.html

28 commenti su “Niente Aventino, niente Regime. E Napolitano minaccia le elezioni”

  1. ..forse ha capito che si deve dare una mossa lui, che è l’unico a smuovere questa immobilità, non solo deprimente… ma deleteria per tutti! ..Avrà capito che berlusca e i suoi non ‘stanno perdendo tempo’ ma piuttosto, cercano a tutti i costi di ‘guadagnarlo..??!’ … E allora,se ci sei arrivato, datti una bella strizzatina alle palle Presidente, che l’ora è passata da un pezzo! …

  2. meno male, un aventino sarebbe stato, come fu in passato, un grossolano errore. Che Napolitano si decida, adesso.

  3. Sai, non sono del tutto convinto D’Alema avessere ragione.
    E non lo dico perchè è D’Alema. (che cmq dovrebbe veramente stare zitto.)
    E’ vero, storicamente la mossa della secessione dell’Aventino non è stata geniale ma penso che fossero condizioni assai differenti.
    Allora il regime era agli inizi, in piena ascesa, dotato di legettimazione reale, europea e in parte anche popolare.
    E quindi la secessione è risultata come un cedere, un lasciare carta bianca al regime.

    Oggi invece il ventennio è giunto al termine, il regime è in caduta libera, perde pezzi, è disprezzato a livello mondiale (adesso che anche gli “amici” mubarack,gheddafi,ben alì, putin non ci sono più o gli hanno voltato le spalle).
    Il ritiro compatto delle opposizioni a livello Parlamentare,
    avrebbe comunque mandato un forte segnale del punto di non ritorno raggiunto della situazione e dal governo.
    E se non avesse provocato la caduta del governo,
    avrebbe stimolato la definitiva “resa dei conti”…che non sarebbe male.
    Ne ho le palle piene di ‘sti stronzi che nonostanto tutto riescono a mantenere le loro porcate dietro un velo di apparenza legale e provocando indecisione in molte persone sul prendere posizione in modo netto.
    Forse quest’atto avrebbe fatto cadere questo velo, mostrando la reale faccia di ‘sti fascisti di merda, costringendo anche la gente a decidere e finalmente a schierarsi.

  4. Caro Max, quando fu proclamata la secessione, Mussolini stava vivendo il suo momento più difficile e probabilmente sarebbe caduto (considerazioni postume di Gramsci e Togliatti, che io condivido). Non era ben visto a livello internazionale per via del suo passato socialista e rivoluzionario, soprattutto per la sua retorica nazionalista che chiedeva i territori della vittoria mutilata (che avrebbero sconquassato gli equilibri post-bellici).
    Così come per l’ineleggibilità di Berlusconi per le concessioni e la quotazione in borsa di Mediaset (con cui si disfò dei debiti, scaricandoli sugli azionisti), la Sinistra pure sull’Aventino sottovalutò il suo avversario, confidando nell’indignazione popolare… l’indignazione è il motore della Resistenza, ma un popolo stremato, affamato (e pure addormentato) non può indignarsi… ora qualche timido risveglio c’è, ma non si traduce in un risultato soddisfacente nelle urne…

  5. Io no Camillo…. ma tanti si però, e io… spererei di essere tra loro…!! : )

  6. Il Signor Presidente della Repubblica, non ha tra le sue prerogative, quella di tirar per la “gaban” le forze politiche, deve solo al momento opportuno, sciogliere le Camere; i Parlamentari dovrebbero essere sottoposti ad esame otovestibolare ogni mese, NON C’E’ PEGGIOR SORDO DI CHI NON VUOL SENTIRE.

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