Quanta Gazzarra!

Quanta gazzarra! Me l’aspettavo. Non sono così ingenuo da credere che un articolo “contro” Berlinguer in un blog collegato al sito www.enricoberlinguer.it potesse non infastidire le moltitudini di fedeli. E nemmeno nego che la mia intenzione era quella di provocare una qualche reazione visto che tutti gli interventi e i commenti che avevo letto mi sembravano ceri accesi sotto un tabernacolo. Nel conto avevo messo anche gli insulti. Pazienza, c’ho una qualche abitudine.

Per quanto mi riguarda non nego la mia storia e non rinnego la mia formazione culturale e politica ma sono il primo a dire (vedete?) che la mia generazione ha perso (un destino, ahimè!, comune). Le ipotesi politiche da cui partivamo sono state sconfitte. Ma da qui a dire che erano sbagliate ce ne corre. Sicuramente erano ingenue, talvolta semplicistiche, il più delle volte (non sempre) velleitarie ma sicuramente innovative, gravide di idee originali e generose. E non è un buon argomento quello di dire che qualcuno di quei “ragazzi” oggi è passato dall’altra parte. Problemi loro. Che c’entra? È un motivo serio per negare il valore di quell’esperienza? Chi lo afferma lo fa solo per fare della sterile polemica che di certo non aiuta a capire. Ripartire per prima cosa vuol dire sviluppare un’analisi rigorosa, onesta e libera da preconcetti sulla Storia passata. Senza questo sforzo non si potrà mai andare da nessuna parte.

Infine, per rispondere ad alcuni commenti polemici, non sono certo io a negare il ruolo storico del P.C.I. e questo indipendentemente dalle sue politiche degli ultimi vent’anni. Vorrebbe dire proprio essere fuori di testa. È stato un grande partito di massa e una vera scuola popolare, lo ripeto. Al suo seno si sono abbeverati grandi intellettuali (senza alcuna nostalgia per quelli organici) che hanno fatto la cultura del nostro paese. Larghi strati popolari si riconoscevano in lui e hanno sviluppato la democrazia come in nessun altro paese al mondo (prima che irrompesse Berlusconi). Ma questo, ancora una volta, che c’entra? Poi sono le politiche che contano.

Nel precedente articolo era mia intenzione parlare del futuro e non violare un “sacro” sudario perché la fede, anche se non mia, va rispettata. O meglio: violando un sacrario volevo guardare al  futuro. E l’ho fatto prendendo a prestito le parole di Edoardo Sanguineti. Adesso, per essere più semplice e meno intellettualmente provocatorio (tali erano le parole di Sanguineti), mi ripeto ma con parole mie e vi chiedo: ha ancora senso parlare di comunismo? Esistono ancora le ragioni?

Il mondo è cambiato e questo è certo. La globalizzazione ha determinato un nuova organizzazione capitalistica del lavoro. Il primo e il secondo mondo (Europa, America del Nord e altri paesi sviluppati) hanno assunto il compito di manovrare capitali finanziari per produrre profitto (parassitismo) e di erogare servizi per vendere le merci. Ma queste chi le produce? Principalmente i paesi del terzo mondo. E sono le merci di più largo consumo, quelle con minore sapere racchiuso. Il proletariato a livello mondiale in questi anni è fortemente aumentato rispetto ai primi del novecento. Ed è aumentato a dismisura lo sfruttamento. Le aziende occidentali oggi producono merci con un più basso costo del lavoro quando delocalizzano nei paesi del terzo mondo (Asia compresa) e con un tasso di sfruttamento (mancanza assoluta di diritti) pari a quello della prima rivoluzione industriale. Pensate a quanto viene pagato al giorno un operaio indiano o del Bangladesh. Due dollari al giorno, se va bene. Allora il proletariato è sparito? È la balla più grossa che ci si può raccontare. È fortemente diminuito in Occidente ma a livello globale per niente. Quindi le analisi marxiane della società capitalistica hanno ancora un valore. Il problema di questo tempo è che questa massa di milioni e milioni di proletari non si riconosce come classe. Manca la coscienza di classe. E qui allora arriviamo alla provocazione intellettuale di Sanguineti quando afferma che solo un sano odio di classe può ricostruire una coscienza nella classe. Solo la crescita di una coscienza di questo disumano sfruttamento in favore del profitto può partorire un ribaltamento dei rapporti sociali mondiali. Ditemi, dov’è che sbaglio? Ci sono ancora le ragioni? Più forti che mai!

E veniamo al secondo problema: è ancora attuale il comunismo? Partiamo dalla sua definizione marxiana: è il movimento reale che supera lo stato di cose presente. Non lo vogliamo chiamare comunismo? Lo vogliamo chiamare Giuseppe? Va bene lo stesso, non è il nome che conta bensì il senso e la lotta per una società più giusta ed egualitaria dove lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo venga messo al bando. Ma c’è un problema. Il comunismo realizzato nel ‘900 è fallito, il muro di Berlino è crollato ed in Cina non è che stanno tanto meglio. Con questo fatto storico dobbiamo fare i conti. O no? Dov’è che il movimento comunista (nelle sue varie interpretazioni) ha sbagliato? Si può ricominciare a parlare di una società nuova senza affrontare questo snodo cruciale? A me pare di no. E va fatto senza preconcetti, con coraggio, con una critica dura all’esperienze realizzate e abbandonando ogni parrocchia o parrocchietta. E ditemi, qualcuno l’ha fatto? I grandi partiti comunisti occidentali l’hanno fatto? Ma figuriamoci! L’unica cosa che sono stati in grado di fare è quella di negare l’origine, di vergognarsi del passato, di gettare, insomma, il bimbo con l’acqua sporca. No, hanno fatto di più. I figli irriconoscenti di quella Storia hanno sostanzialmente accettato gli orizzonti della società capitalistica e oggi si battono per una sua “aggiustatina” laddove proprio è inaccettabile. E allora la democrazia, il ruolo sociale dell’impresa, i diritti, la legge uguale per tutti e così via. Certo questi sono contenuti corretti per una battaglia tattica di periodo perché sono elementi essenziali per lo sviluppo di una coscienza e mobilitazione di massa ma non possono essere l’orizzonte finale per un cambiamento radicale della nostra società. Quale mondo vogliamo? È questa la domanda cruciale. E non solo per noi ma per tutti gli sfruttati del mondo. E questo lo chiamate estremismo?

In conclusione io credo che oggi sia essenziale una GRANDE BATTAGLIA CULTURALE per far tornare all’ordine del giorno i temi e i contenuti di UN MONDO MIGLIORE POSSIBILE senza portarci dietro categorie e/o esperienze (anche le mie) che hanno dimostrato il loro fallimento. Oggi il compito di chi una volta si diceva comunista e di chi ancora, con orgoglio, ci si dichiara sia quello di contribuire a costruire un progetto per una società diversa dove la felicità degli sfruttati diventi un bene primario come l’acqua che beviamo.

33 commenti su “Quanta Gazzarra!”

  1. Caro Francesco, EB.IT nasce proprio per stanare e difendere la memoria di Enrico da certi attacchi… non c’era bisogno di rispondere, ma ce lo imponeva la nostra coscienza. Se non altro per rispetto ad Enrico che non si merita di essere insultato anche a 27 anni dalla morte da chi non ha mai accettato che ha rinnovato la Sinistra e che, se non fosse morto a Padova, l’avrebbe portata verso più larghi e ampi orizzonti. EB.IT STAFF

  2. Sarebbe interessante conoscere la tua storia politica, tu parli appunto della tua storia, senza specificare quale sia stata, nè, tanto meno ,specifichi quali siano state( o sono) le tue idee. Se non dire genericamente che hanno perso. Ergo, la butti in caciara nel secondo post, visto che nel primo il giochetto non è riuscito. Mi spiace se qualcuno ti ha insultato. Ma ti posso garantire che sentirsi dare del servo del padrone da un figlio di papà che giocava a fare il rivoluzionario in giacca e cravatta e che oggi siede in qualche consiglio di amministrazione o fa il giornalista di mediaset, non è piacevole. specie se il soggetto degli insulti era un operaio che faceva il servizio d’ordine per la fiom cgil ( volontario e in sciopero), con stipendio tutto compreso 300 mila lire mese. Beh, è difficile da dimenticare( ma non ci ho perso il sonno). Specie se questi venduti te li ritrovi tutte le sere in tivvu a spiegare al volgo quanto sia bello il mondo in cui viviamo. Io non mi sono mai sputato in faccia quardandomi allo specchio. Sarei curioso di sapere se loro lo specchio in casa ce l’hanno.

  3. quello era uno di autonomia operaia. il più acerrimo nemico della sinistra negli anni ’70 e ’80. passati tutti, scarpe comprese, sotto le bandiere di forza italia.

  4. Evviva la coerenza!! Ma se ne è accorto Bocciarelli che con questa replica non fa altro che CONFERMARE tutta la politica di Berlinguer? Cosa pensa di aver detto di nuovo? Diritti e sfruttamento del proletariato, nuove energie, lotta alla corruzione., difficoltà di inserimento nel lavoro, ovvero QUESTIONE MORALE … Allora cosa ci dice di sconvolgente???

  5. non dice nulla di sconvolgente… sconvolgente è il fatto che pochi o nessuno risponda in autocritica, ma anche solo dicendo: ok, allora rimocchiamoci le maniche e cominciamo a costruire , ma dal baso… avviciniamo e conosciamo i movimenti e non usiamoli solo quando ci serve, prendiamoci la nostra fetta di responsabilità e ripartiamo da un’educazione culturale e politica serie… nessuno è in antitesi, ma mi pare che tutti parlino, parlino, e fatti…. pochini…!

  6. ecco ci siamo..finalmento un sito di approfondimento culturale.politico, Berlinguer..è ed è stato un uomo serie,che in anni impensabili faceva ruflettere non solo su cosucce …di partito..subito dopo la morte si è taciuto… ma a chi fa tanta paura? E’ come altri,Moro p.e., una grande persona e chi si permettere di occuparsi di qs luogo..sicuramente non ha letto niente di lui…e forse…disturba anche così…o forse al contrario di Berlinguer..non sàcosa è la Politica..conosce la sua …mente…non cediamo …

  7. la politica spiegatemi dove stà,sinceramente questri che sono al parlamento sono soltanto una banda di ladri,politici erano belinguer moro, pertini, de gaspari,almirante etcc e quando ci stavano le tribune politiche si parlava di politica ognuno diceva la sue nel rispetto degli altri ora gridono soltanto per nn far capire nulla

  8. @Patrizia Meloni concordo con te. Anche 40 anni fa avevamo il vizio di parlare per giorni interi. C’era però la voglia di concludere e impostare se non un programma, almeno 5 o 10 punti utili per progredire, insegnare, responsabilizzare. La rete potrebbe somigliare alle case del popolo, ai cineforum, alle assemblee studentesche. Potrebbe essere la sede di discussioni anche costruttive.

  9. …certi uomini andrebbero piantati…si piantati in un orto solo cosi’ potrebbero rinascere….ma le idee , quelle per fortuna sono immortali e nessuno niente e c’e’ le potra’ mai togliere

  10. l’intento di provocare dicendo basta Berlinguer mi sembra tipico di chi nulla ha più da dire, caro il mio Marco Bocciarelli il confronto politico e culturale con ERNICO BERLINGUER tu lo hai perso non solo negli anni della vostra gioventù, non solo nel lungo silenzio che hai prodotto dalla morte di Enrico ad oggi, ancora di più oggi che “attacchi” (tra virgolette) la figura di Berlinguer; naturalemte non la persona, un minimo di dignità ti è rimasta, altrimenti erano calci nel culo!
    Potevi lanciare la tua proposta, forse, su certa sinistra mollacciona e senza spina dorsale, se lo avessi fatto ti potevo dare anche ragione, ma … mi sarei chiesto “… e tu dove cacchio sei stato tutto questo tempo?” e ti avrei visto ancora più piccolo di chi avresti voluto attaccare!
    Se volevi dare una spallata al comunismo ti è riuscita molto male, per 2 motivi:
    1) non puoi attaccare l’ideale del comunismo passando per Berlinguer, è da vili !
    2) la realtà comunista italiana è sempre stata differente da quella del comunismo reale, alla quale tu, con buona probabilità ti ispiravi.
    Oggi sei un perdente, hai fallito, sei tu il primo ad ammetterlo, a confessarlo, ma nel tuo fallimento non puoi tirare giù nessun altro; tu ne sei la causa e tuo è l’effetto!
    Gentilissimo Marco Bocciarelli quando avrai un’altra delle tue mirabolanti idee lascia perdere carta e penna, lascia stare il pc per scriverla, chiuditi nel bagno e raccontatela da solo, otterrai molto di più!

  11. Comumque..”le idee di Enrico Berlinguer” ..servono sempre più!!!
    ma guarda se con quello che succede…qualcuno ancora a da far finta di .”scoprire” e scrivere su qs..quanti dubbi..o non sta bene, ma pubblicano…qualcuno avrà ben consigliato…???? Si può provare a continuare… con la “dolcezza” scusate parola, “sicurezza delle idee, apertura al confronto…che lui aveva… Ormai aspetto tutto..fil qui non avrei immaginato..

  12. Proprio per non gettare via il bimbo con l’acqua sporca bisogna ricordare le proprie radici. E questo non vale solo per Berlinguer, ma anche per Gramsci, Togliatti, Lenin, Majakovskij, Pasolini, Sanguineti etc. E proprio per non farne santini bisogna metterci anche del nostro. Elaborare, sporcarsi le mani, criticare ma costruttivamente, lottare e comunicare. Condivido che le analisi marxiane della società capitalistica hanno ancora un valore, che le ragioni per parlare di comunismo sono più forti che mai, che l’orizzonte finale deve essere un cambiamento radicale della nostra società. Non è un basta, un P.C.I. senza il P.C.I., una semplice nostalgia del passato a dare un contributo al tutto. Dovevo nascere prima? No, io mi sento perfettamente del 1975, sento miei gli anni ottanta e novanta (la mia infanzia e adolescenza), sento miei certi valori e ideali (come l’antifascismo, il pacifismo, l’uguaglianza, la libertà, il pluralismo), sento mie le lotte di oggi (contro il precariato, contro il bavaglio all’informazione, contro la rottamazione della scuola e dei diritti, contro il razzismo). Ed è bene che mi incontri con altri se voglio dargli forza e lievito. Altre strade non esistono!

  13. Le nostre idee berlingueriane servono a noi per diffonderle con il nostro operato e con le nostre azioni nn dobbiamo creare una forzatura agli altri facciamo loro i nostri ragionamenti e chi vuole li accetta chi no prosegue per la propria strada, e per le idee che gli altri propongono!!!!! le imposizioni nn vanno fatte, ma vanno fatti i ragionamenti e le concretezze,anche se fatte dal compagno Enrico adesso facciamole nostre. Chi dice basta Berlinguer è perchè noi gli e le proponiamo come idee passate, ma oggi sono idee del futuro fatte da noi e pensate da noi per un italia libera, corretta,onesta e democratica.

  14. Caro Bocciarelli!!!!!! dire basta su Enrico Berlinguer nn credo possa essere un’affermazione saggia!! è lo stesso che lei dice basta al pensiero libero di milioni di persone; scs se posso suggerirle: tra un paio di secoli forse la sua affermazione potrà avere un risultato !!!!!la invito a insistere cmq se la cosa la rende sereno.grz e mi scusi ancora!!!!.

  15. Cara sig.ra Patrizia Meloni, lei parla di rimboccarsi le maniche,ma nn lo ha ancora fatto? Purtroppo(per i movimenti politici) vivo al Sud Italia,e la cosa mi rammarica,cmq da parte mia il pensiero di libertà onestà e democrazia viene diffuso dal mio Io continuamente in ogni cosa che faccio.Forse sarò ancora un Comunista!!!! si si ma Berlingueriano!!!!

  16. Solo alcune considerazioni brevissime. Ma perchè Bocciarelli pensa che si possa ricominciare a parlare di comunismo, che lui dice moltissimi hanno rinnegato, solo se i comunisti che non hanno rinnegato il comunismo, rinnegano il comunista Berlinguer? Mi sembra una contraddizioni fra le premesse e lo scopo che si prefige. Sul discorso del ruolo del PCI mi sembra che mai avesse abdicato alla trasformazione non dello Stato, ma dell’economia in senso socialista. Infatti dalla lotta di liberazione, alla affermazione dei principi Costituzionali, mai si era sovrapposto il Partito allo Stato, cosa sciagurata che è successa nei Paesi del socialismo reale, che sappiamo come è andata a finire. Allora, solo nel ’77 qualcuno si è accorto di questo DNA del PCI? Oppure se ne erano accorti i capitalisti, quelli che si pensa di combattere con gli slogan, quando il PCI era alle soglie del governo e veramente cominciava a rivoluzionare la società? Un solo esempio e finisco. Il 23.12.1978 fu approvata la Legge 833 “Istituzione del Servizio Nazionale Sanitario”, una pietra miliare, che per la prima volta estendeva a tutti il diritto alla salute, anzi il diritto a non ammalarsi, viste le attenzioni che la Legge riservava alla prevenzione. Ecco un elemento di socialismo che dava fastidio e che è stato svuotato dal CAF e da chi è venuto dopo. Allora il 77, le violenze, tutto serviva a fermare il PCI, non di Berlinguer, ma di tutto il popolo. Infine, vorrei che chi critica ricordi la strenua battaglia di Berlinguer a difesa della scala mobile. Ci hanno infilati in questa scala mobile che scende sempre. Allora, secondo me, poche chiacchiere e per esempio concentriamoci tutti sul referendum per l’acqua pubblica. Saremo tanto più comunisti per quanti più elettori informeremo di andare a votare per difendere un bene comune come l’acqua pubblica. Da lì si riprende un cammino, che non sappiamo se lento o veloce, verso una società giusta. Dipende da noi.

  17. Non parlare di favole.il punto e che tu credi in una classe politica che non esiste. Tutte le cose che dici forse c’e ne 1 su tuttquel che dici riguardo al comunismo magari ci fosse ancora sia il comunismo che Berlinguer

  18. Sono anch’io della generazione anni 60,condivido molte cose del tuo articolo (il ruolo del PCI,la globalizzazione,la necessità di un profondo rinnovamento politico e culturale ecc.),salvo una:perché insistere sulla sconfitta della nostra generazione? Quelli che hanno fatto dell’abiura l’unica loro linea politica hanno forse vinto?Blair è uscito da qualunque idea di socialismo….ma almeno ha governato per diversi anni! Questi hanno fatto la stessa cosa…consegnando il Paese a Berlusconi ed al “berlusconismo” e sono ancora in sella a dare lezioni.
    Non c’è speranza senza una nuova dirigenza in grado di esprimere una nuova cultura di sinistra!

  19. tanto di cappello: complimenti per aver dato voce anche ad un simile personaggio, dimostrando un’apertura al confronto interno che davvero fa onore al sito enricoberlinguer.it. Questa è vera democrazia, anzi, questo è davvero qualcosa di sinistra…

    • Solo chi non ha letto attentamente la Costituzione, chi non sa la sua origine storica e ideale, chi non conosce le biografie degli uomini che l’hanno così dettagliatamente elaborata, può definire la carta costituzionale “capitalistica. !?!?!?. E perchè mai una certa imprenditoria dovrebbe chiedere la modifica dell’art. 41, se fosse come lei dice? credo che difendere la costituzione non solo NON sia una battaglia di retroguardia, come lei sostiene, ma oggi è UN DOVERE politico e morale pretendere che si applichi e si attui pienamente.

  20. Chi non ha capito il pensiero, l’opera, la statura morale di Enrico Berlinguer e ha preso colpi negli anni settanta dal servizio d’ordine dell’allora PCI, presumo che appartenga a formazioni politiche di segno opposto e dunque abbia tutto l’interesse (politico, naturalmente) a dimenticarlo, o a screditarlo come oggi si usa fare, per i vivi e per i morti. Ci sono tanti spazi su internet dove il sig. Bocciarelli può trovare “affinità elettive” ma se proprio l’incubo di Berlinguer gli toglie il sonno, beh, che si legga i suoi discorsi, che studi, studi molto anche la storia d’Italia di quei difficili anni.

  21. tanto di cappello: complimenti per aver dato voce anche ad un simile personaggio, dimostrando un’apertura al confronto interno che davvero fa onore al sito enricoberlinguer.it. Questa è vera democrazia, anzi, questo è davvero qualcosa di sinistra…

  22. Constato che da un po’ di tempo, nei siti seri e impegnati culturalmente interviene qualcuno, con intenti chiaramente provocatori, per turbare la linea degli amministratori e alterare il tono pacato e costruttivo del confronto. Siamo già in campagna elettorale e, coll’aria che tira, ogni mezzo viene usato senza scrupoli. L’aggressione medatica avviene anche nei siti e in questo modo. “Non ti curar di lor ma guarda e passa” diceva il sommo poeta ma oggi ……ATTENZIONE.

  23. Le idee di Berlinguer non sono state sconfitte semmai non sono state applicate! Oggi esse ritornano in tutta la loro valenza a cominciare dai rapporti con i Paesi del terzo e quarto mondo…… fino alle questioni di etica e moralità……. berlinguer non pensava ad una società comunista, fuori dal capitalismo ma ad una società più giusta e mi sembra che questo sia ancora oggi tutta da conquistare… sono assolutamente d’accordo sulla necessità di costruire ancoraggi strategici per un mondo migliore!

  24. ….per me il ragionamento sociopolitico del Signor Bocciarelli, non fa una grinza!! Pur rispettando Berlinguer ,non posso rifiutare un’analisi “comunista” nel vero senso della parola. Cosa che ormai nessuno più fa cercando di aggrapparsi a “santi” del passato sperando in miracoli che non avveranno mai se non si canbia strategia politica.
    Dove sono tutti i comunisti che c’erano ai tempi di Berlinguer? Qualcuno accusa Bocciarelli di essere nel libro paga delPDL…non so se lui ci sarà (anche se lo dubito),,ma sicuramente altri si e li abbiamo visti tutti….Ripeto…:”Dove sono i comunisti che c’erano ai tempi di Berlinguer”? Nel PD ? Non scherziamo..parlo di quelli veri!!! Voglio sperare che siano la grandissima maggioranza di coloro che non votano più per sconforto (per non usare una parola più dura)….e spero anche che alle prossime votazioni si turino il naso e tornino a votare magari solo per arginare gli altri che son ancora peggio!!!Saluti

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