Per Enrico, Per Esempio

25 gennaio 2009. Poco meno di sei mesi al 25° anniversario della morte di Enrico Berlinguer.

Avevo preparato con cura il lancio di EB.IT – il primo sito web su Enrico Berlinguer (http://www.enricoberlinguer.it), perché ero oramai stanco che non ci fosse nemmeno un sito dedicato alla figura politica e ideale più importante della Sinistra del Novecento, assieme a quella di Antonio Gramsci. Nessun luogo dove raccogliere discorsi, memorie, foto, interviste. Solo wikipedia e qualche altra pagina amatoriale.

Ero pronto. Almeno per quanto riguardava il materiale, lo ero. Sei mesi prima avevo raccolto abbastanza materiale su Berlinguer, per la mia tesina di maturità sulla Questione Morale. Berlinguer, la sua tensione ideale, la sua capacità di vedere lontano, il suo essere così umanamente diverso dai politici che vedevo ogni giorno in tv, tutto questo mi portò a impegnarmi nella politica attiva, se così si può chiamare l’iscrizione ad un partito e, paradossalmente, oggi è la causa per cui non sono iscritto a nessun partito.

Il mio primo vero incontro con Enrico fu però a 18 anni, quando mi capitò tra le mani il libro di Chiara Valentini “Berlinguer, l’Eredità difficile”. Era luglio, faceva caldo. Forse il fatto che quella biografia fosse a metà prezzo influì positivamente sulla mia scelta di comprarla. Nulla accade per caso. E se mi finì quel libro tra le mani, sono tutt’ora convinto che si sia trattato di un segno del destino.

Dopo 3 giorni chiusi quel libro e avevo voglia di conoscere, di sapere, di leggere direttamente cosa diceva e cosa pensava Enrico Berlinguer, senza i filtri delle interpretazioni altrui. Volevo farmi una mia idea, senza passare delle idee altrui. Volevo leggere Enrico per come era.

Ma la mia sete di conoscenza non fu placata, né da internet, né dalla saggistica, né tanto meno dalle biblioteche: per reperire materiale su Berlinguer dovetti fare i salti mortali tra improbabili librerie e gli archivi storici del corriere della sera, qui a Milano.

Più scoprivo cose su di lui, più mi chiedevo come mai fosse stato abbandonato nella pratica quotidiana da quelli che si definivano i suoi eredi e ai quali mi ero iscritto proprio per quel motivo: i Democratici di Sinistra. Scoprii a mie spese perché Berlinguer era un ricordo troppo scomodo.

E la mia battaglia per la Questione Morale, nel momento di costituzione del Partito Democratico, trovò molta poca eco negli ambienti ufficiali e di partito (anche se sulla rete il mio piccolo blog sulla questione morale si avviava a diventare uno dei 200 blog più letti d’Italia). Come ogni Cassandra che si rispetti, a quei tempi fui sbeffeggiato dai vari satrapi di turno (che oggi si leccano le ferite), quindi decisi di dedicarmi alla costruzione del più grande sito web su Enrico Berlinguer.

È strana la vita: il primo nucleo di quello che oggi è uno dei siti web più visitati in Italia (con un blog, Qualcosa di Sinistra, che in 3 mesi è diventato il 42° blog di politica più letto in Italia) non è stato altro che un mero esercizio per l’esame di informatica che dovevo dare il 16 febbraio 2009.

Giorno in cui vide la luce EB.IT – il primo sito web su Enrico Berlinguer. A quell’esame fui bocciato e a settembre cambiai anche facoltà, per approdare a scienze politiche (sono passato da quello che avrei dovuto fare per trovare lavoro a quello che mi piaceva fare, fregandomene delle aspettative di lavoro). Ma se tornassi indietro, rifarei tutto, anche l’anno di ingegneria, e non solo per le fantastiche persone che ho conosciuto e quello che comunque ho imparato, ma soprattutto perché mi ha dato quel minimo di conoscenze per creare questo sito web.

Senza il quale, oggi non esisterebbe l’Associazione Nazionale Enrico Berlinguer, Qualcosa di Sinistra e quell’enorme network di oltre 123.000 persone che in poco meno di 2 anni siamo riusciti a far incontrare su facebook.

Oggi, 16 febbraio 2011, il popolo della Sinistra ha un sito web su Enrico Berlinguer dove poter leggere direttamente quello che Enrico scriveva e diceva (il nuovo DataBerlinguer), esprimere la propria opinione (EB.IT Forum), fare politica nel nome di Enrico fuori e tra i partiti (l’Associazione), tornare a dire Qualcosa di Sinistra ad una platea di oltre 123.000 compagni.

Il tutto con pochi soldi, tanta passione, molto coraggio, ma soprattutto grazie anche all’esempio di persone come Enrico Berlinguer. Perché tutto quello che ho messo in piedi, tutto quello che io e quelli che hanno deciso di dare una mano stiamo facendo, non è qualcosa per avere successo o reclamare poltrone o rendite di posizione in questo o quel partito.

Tutto quello che abbiamo fatto e facciamo lo facciamo per ringraziare Enrico, che è morto a Padova, come un eroe, e che ha dato tanto: alla Sinistra, all’Italia, ma soprattutto a noi giovani nati dopo il Crollo del Muro di Berlino, a cui mancano riferimenti ideali puri ed esempi sani per ispirare la nostra lotta contro le ingiustizie e i privilegi.

Diceva Sandro Pertini, un’altra stella nel firmamento dei grandi esempi che ci rimangono, nel suo famoso appello ai giovani: “Ecco l’appello ai giovani: di difendere queste posizioni che noi abbiamo conquistato; di difendere la Repubblica e la democrazia. E cioè, oggi ci vuole due qualità a mio avviso cari amici: l’onestà e il coraggio. L’onestà… l’onestà… l’onestà. E quindi l’appello che io faccio ai giovani è questo: di cercare di essere onesti, prima di tutto. La politica deve essere fatta con le mani pulite. Se c’è qualche scandalo; se c’è qualcuno che dà scandalo; se c’è qualche uomo politico che approfitta della politica per fare i suoi sporchi interessi, deve essere denunciato.”

E questa ci pare una missione più che gratificante, affinché tutto il sangue versato da tanti giovani italiani, morti per darci la possibilità di scrivere oggi su questo blog e di manifestare il nostro pensiero, non sia scorso invano.

Grazie, a chi ha creduto, a chi ci crede e a chi ci crederà. A chi resiste, e non se ne vergogna. Saremo sempre di più, passate parola.

21 commenti su “Per Enrico, Per Esempio”

  1. Caro Valerio, mi sembra un po’ eccessivo. Ho considerato e considero Berlinguer una grande figura politica e morale, un punto di riferimento incancellabile anche in questa dannatissima fase storica, ma ogni tempo ha i leaders che deve avere e noi siamo qui a fare la nostra parte. In ogni caso i Veltroni, i D’Alema e i Fassino sono incommensurabilmente migliori della fauna politica che attornia il signor B. Non è una considerazione consolatoria, ma realistica.

  2. anche io e mio marito eravamo al suo funerale……!!!! che emozione quel giorno…..!!Certamente fosse sempre vivo lui ,i vari Fassino D’Alema Veltroni dovrebbero andare a fare un lavoro dove si fatica veramente e non si guadagna un c…………..!!! SEI SEMPRE NEI NOSTRI CUORI !!!

  3. oggi nessuno e capace e può dire “il nostro partito”,mancano le idee e la volontà di ricercarle,tanti troppi ricercano l’apparire più dell’essere,solo con la nostra cultura possiamo sperare di migliorare,un ricordo ad Enrico.

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