Quelle parole di #PrimoLevi che nessuno dovrebbe dimenticare

“I mostri esistono, ma sono troppo pochi per essere davvero pericolosi. Sono più pericolosi gli uomini comuni, i funzionari pronti a credere e obbedire senza discutere… Occorre dunque essere diffidenti con chi cerca di convincerci con strumenti diversi dalla ragione, ossia i capi carismatici: dobbiamo essere cauti nel delegare ad altri il nostro giudizio e la nostra volontà.”

Sarebbe bello che nella Giornata della Memoria, oltre a ricordare i morti, lo sterminio, gli orrori di un regime come quello nazista, sarebbe utile anche ricordare come andarono al potere e le riflessioni di un grande intellettuale e scrittore come Primo Levi, che della Shoah è divenuto suo malgrado un simbolo, che fino all’ultimo mise in guardia non solo dai mostri, ma da quegli uomini comuni sempre pronti a obbedire senza discutere.

Quanti ne abbiamo oggi di questi uomini comuni? Troppi, seppur divisi sotto diverse bandiere (siano quelle del PD renziano, del M5S grillino, di quel che resta di Forza Italia). Scriveva Norberto Bobbio, all’indomani dell’elezione a Segretario del PSI di Bettino Craxi per acclamazione negli anni ’80:

L’elezione per acclamazione non è democratica, è la più radicale antitesi dell’elezione democratica. È la maniera, che dopo Max Weber non dovrebbe avere più segreti, con cui i seguaci legittimano il capo carismatico; un capo che proprio per essere eletto per acclamazione non è responsabile davanti ai suoi elettori. L’acclamazione, in altre parole, non è un’elezione, è un’investitura. Il capo che ha ricevuto un’investitura, nel momento stesso che la riceve, è svincolato da ogni mandato e risponde soltanto di fronte a se stesso e alla sua emissione. Possibile che il congresso che ha compiuto un tale atto, e l’onorevole Craxi che l’ha accettato, non si siano resi conto dell’errore madornale che stavano compiendo, soprattutto nel momento in cui il partito socialista e il presidente del Consiglio che lo rappresenta sono accusati, a torto o a ragione, di tendenze autoritarie?

Usiamo questa giornata per riflettere sulle inquietanti analogie con il periodo che portò al potere Hitler e combattiamo non tanto i mostri, ma quegli uomini comuni pronti a obbedire senza discutere. Come si fa? Con dosi massicce di conoscenza e di cultura, l’unica arma come diceva Gramsci che hanno le masse per ribellarsi alle masse.

Non è un compito facile: ma se non vogliamo che la giornata della Memoria resti un feticcio da sbandierare una volta l’anno ma testimoni davvero qualcosa è l’unica strada che possiamo percorrere. Anche cominciando a fare un uso più etico dei social network.

12 commenti su “Quelle parole di #PrimoLevi che nessuno dovrebbe dimenticare”

  1. Non posso far altro che sottoscrivere ed appoggiare quanto scritto e riportato nell’articolo.
    Parole purtroppo ancora più attuali, in un periodo di crescente insofferenza nei confronti degli “immigrati” Sta accadendo come algi ebrei sotto la vulgata nazifascista; il disoccupato, il precario , il lavoratore e il piccolo borghese scarica su di loro tutta la rabbia derivante dalla personale e difficile situazione economica. Cari compagni stiamo molto attenti!

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