#Referendum, l’insostenibile giravolta della #Serracchiani

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«Il Partito si è mosso – diceva il funzionario Mario Rossi – evitiamo che le persone vadano a votare al referendum del 17 aprile, è troppo scomodo che i cittadini possano esprimersi liberamente e democraticamente su questo tema»

«Che poi è inutile, sicuramente non ci capiranno nulla: vuoi che qualche giovane sui social network non faccia becero populismo a favore o contro le trivellazioni? E poi come spieghi a un vecchietto che le drilling off-shore nel mare Adriatico sono solo quelle entro le 12 miglia di costa, che sarebbero interessate solo tre grandi piattaforme petrolifere di cui una gestita da corporation privata estera?» rispose l’amico di partito, Luca Bianchi.

«Eppure non capisco perché, ma ricordo come tempo fa la Vicesegretaria Serracchiani abbia espresso dissenso verso le trivellazioni in Adriatico, partecipando anche a una marcia a Monopoli

«Ti starai sicuramente sbagliando: la linea è sempre stata quella. E noi siamo fedeli alla linea. Sempre. Il Partito è tutto, dissentire dal partito è niente.»

Al di là della provocazione espressa sopra, è chiaro che il centralismo democratico di leniniana memoria pervade ancora il mondo post-ideologico con una enorme variante: mentre durante il secolo scorso i partiti si imperniavano attorno a una ideologia che perseguivano e il centralismo democratico rappresentava un momento di sintesi della discussione interna ai ‘quadri’ – di tutti i partiti, da quelli comunisti a quelli della destra sociale – oggi non è più così. Oggi i partiti fondano se stessi attorno al dominio del nulla ideologico, al dover semplicemente pigliare quei pochi voti degli elettori che vogliono ancora esprimere una preferenza. Se il gioco politico si riduce a mera macchina elettorale, a un semplice ingranaggio che deve stampare pacchetti di voti consistenti, è chiaro che chi presiede il partito farà di tutto affinché si segua la linea del momento, il pensiero dominante del giorno, anche contraddicendo se stesso. Mentalità che poi si ripercuote anche sulla schiera dei funzionari locali, degli amministratori di campagna, dei giovani scapestrati che si credono ribelli e che sono inseriti strumentalmente nel grande ingranaggio del cambiamento perenne di pensiero.

Ieri la Serracchiani diceva A, oggi ha detto B, domani dirà C. Questo è il leitmotiv che il Partito impone. E non importa se il web scova che ieri diceva A: l’importante è che oggi segua la linea.

56 commenti su “#Referendum, l’insostenibile giravolta della #Serracchiani”

  1. Ma Bersani lo ha fatto capire chiaramente l’altra sera da Floris: dopo aver rivendicato fieramente il proprio passato comunista ha contestato a Renzi lo scontro con i sindacati… perché il sindacato dovrebbe essere usato per far accettare ai lavoratori sacrifici attraverso la contrattazione collettiva aziendale. Non ci sono destra e sinistra nel PD, ma c’è un obiettivo di destra perseguito con strumenti diversi.

  2. Questo è di destra o di sinistra? http://www.cgilra.it/news.aspx?id=1615 “I lavoratori – commenta il segretario provinciale della Filctem Cgil, Massimo Marani – ci chiedono di impegnarci per dare voce a una più corretta e visibile informazione. In Upstream c’è la consapevolezza che, qualora si affermassero i Sì , dopo il 17 aprile saranno le aziende a decidere le sorti di migliaia di lavoratori in base alla profittabilità complessiva dell’intero business, non certo in base alla chiusura di singole piattaforme. Peraltro le piattaforme di pertinenza ravennate a rischio chiusura entro il 2018, poiché si trovano entro le 12 miglia e in scadenza concessione, sono ben 15. Ciò significherebbe semplicemente
    la chiusura del Dics”.

  3. non riesco a capire come un partito di sinistra, premesso che sono stato iscritto al PC, collaborato alla creazione delle sezioni operaie delle tiburtina per il PC, ho sempre votato sinistra, adesso PD, perche il mio e’ ideologico di sinistra, non capisco perche’ non si ha il coraggio di decidere, se tu Governo o Partito sei per le trivelle, VOTI NO, se sei contrario voti SI: Astensione e’ la piu’ grande mistificazione che un politico o partito possa fare. Con affetto ai conpagni..

  4. Questa volta la cosa più di sinistra è esattamente boicottare! Rederendum strumentalmente politico, contro l’ambiente ed i lavoratori. Non riesco a credere che Sel, Rifondazione e anche la Fiom non spendano una parola per le migliaia di lavoratori a rischio, solo per dire “no ai petrolieri”: allora chiudiamo Mirafiori per dire no alle auto e agli Agnelli! Bestie!

  5. Ecco qua. Apostrofare “non di sinistra” chi non condivide le strumentalizzazioni intorno a questo referendum è quantomeno patetico…
    E non sono del PD eh…

    • Non si parla del PD ma del “e hanno il coraggio di definirsi di sinistra”.
      Io sono di sinistra ma penso che questo referendum sia solo un modo per lanciare dalla finestra 350milioni di euro che potevano essere utilizzati per finanziare la ricerca sulle rinnovabili ed abbandonare gradualmente il fossile.

    • Mentre istituire una commissione imparziale composta da esperti del settore invece che fare un referendum non sarebbe stato meglio?
      Finirà come in Grecia con Tsipras. Il referendum serve solo a legittimare scelte che sia in caso di vittoria del sì che del no avranno impatti negativi sulla popolazione italiana.

  6. stanno informando per niente, oppure disinformano proprio perchè il referendum vada a vuoto………….e poi chi ci governa non è di sinistra, il p. d. ha smesso di essere un partito di sinistra da dopo la svolta è un partito di destra e di ladri e di massoni……….!!!!

    • Mio consiglio è di leggere l’articolo: capirà che non si sta disquisendo sulla materia del referendum, ma sul continuo cambio di posizione dell’apparato di turno, che va dove lo porta il cuore. Saluti, (D.C.)

    • Veramente or ora Orfini ha ricordato come il PD si fosse già espresso contro il referendum. È che per i sinistri del passato ogni occasione è buona per attaccare Renzi

    • Io non sono una sinistra del passato caro signor Pecce, ma semplicemente una persona onesta e coerente. Quindi, il sig. RENZI e il suo manipolo di lacche’ fanno di tutto per essere attaccati.

    • Caro sig. Pecce, ho premesso che voto PD, per cui Renzi, quello che scrivi e’ solo una scusa per non prendere posizione, se il Governo si e’ gia’ espresso sulle trivellazioni, si doveva dire di votare NO , e non lavarsi le Mani che e’ sempre LA posizione piu’ semplice. Ma spesso ci so sbatte il muso…..

    • è inutile discutere con i piddini . ormai hanno perso il senno della ragione. Eppoi Renzi è un fascista della peggior specie perché è segretario di un partito che dice di fare cose di sinistra . si della ” sinistra” , nel senso di sinistro ” finanziera” . aveva ragion e Silone Ignazio quando in anni non sospetti durante la costituente diceva : voi non dovete avete paura dei comunisti, ora, ma quando non lo saranno più , o non lo saranno mai stati veramente, ed avranno il.potere in mano . Profetico. Oggi il guitto di rignano lo definirebbe gufo. Peccato che di gufi così non ce ne siano più . sarebbe unondo migliore

  7. Purtroppo l’assoluto protagonista di questo referendum è la disinformazione.

    1) parliamo di trivellazioni GIÀ FATTE da venti anni e più.
    2) parliamo di metano.
    3) il referendum, quindi, riguarda l’eventuale possibilità di continuare a sfruttare giacimenti già operativi di metano.
    4) entro le dodici miglia marine non ci saranno nuove trivellazioni, perché già proibite. 5) oltre le dodici miglia marine non è più territorio nazionale, quindi basterà trivellare a dodici miglia e un metro e noi ci attacchiamo.

    Quindi questo referendum è un po’ come avere l’illuminazione vegana nel bel mezzo di una bistecca alla fiorentina.

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