Vogliamo ancora la luna

ingrao 2015
La bella vignetta dedicata alla scomparsa di Ingrao di Enzo Apicella

Pietro Ingrao si è spento ieri, dopo un secolo di vita. Non sembra essere casuale che se ne sia andato proprio nel giorno in cui la distanza tra la terra e la luna era minima e si verificava una spettacolare eclissi che colorava di rosso la “superluna”. Voleva la luna, il compagno Ingrao. Comunista fino all’ultimo giorno della sua vita, forse è stato troppo sbandierato come santino a destra e a manca e troppo poco ascoltato e interpellato.

Eppure la sua fede incrollabile a fianco dei più deboli e degli oppressi sopravvisse anche al crollo dell’ideologia che professava, 26 anni fa. Del resto, come ebbe a dire Norberto Bobbio, “Pensate davvero che la fine del comunismo abbia posto fine all’insopprimibile bisogno di giustizia?“. Troppi l’hanno pensato, a partire dai post/ex comunisti che si sono affrettati a chiudere il più grande partito comunista d’Occidente per correre sempre più a destra, anziché fare una riflessione seria sulla Sinistra, con gli arcinoti risultati. Gli stessi, per inciso, che ieri spargevano lacrime per la scomparsa di un leader che negli ultimi 20 anni non si sono filati di striscio.

Lo spessore culturale e politico inarrivabile di un uomo come Ingrao, che gli stereotipi del “grigio burocrate” di partito avrebbero voluto obbediente e trinariciuto (la stessa malattia di cui sono ammalati i post/ex che pensavano di far meglio di lui, cfr minoranza PD sul Senato), sta in due frasi: “la politica è l’arte di pensare l’impossibile. A pensare il possibile sono capaci tutti.” e “il dubbio è l’unica cosa che rivendico in pieno della mia vita.

Il dubbio. Coltivarlo implica necessariamente una riflessione profonda e quindi un livello di analisi inedito oramai nella politica da 140 caratteri, basata su slogan e macchine del fango. La classe dirigente politica italiana è assolutamente sicura di se stessa, a partire dal premier, che dà l’impressione di fare cose senza combinare nulla però ha riciclato tutti i cavalli di battaglia del berlusconismo, migliorandoli. Loro non sbagliano mai, sanno tutto e non hanno bisogno di nessuno: di più, sanno cosa è meglio per la totalità delle persone, anche quando i sondaggi gli danno contro, come sulla riforma del Senato “voluta dagli Italiani” (in realtà indifferenti al tema) e sulla sua elettività (in tutti i sondaggi desiderata da più del 70% degli intervistati).

Ingrao invece coltivava il dubbio. Era eretico per definizione, non si adeguava. E i suoi errori li riconosceva, in pubblico. Uno stile opposto a quello a cui siamo oggi abituati: davvero non si capisce come si possa essere ultrà di Renzi e twittare il proprio cordoglio per Ingrao. Uno che voleva la luna, cioè voleva una società più giusta, democratica, libera, dove la partecipazione dei cittadini fosse assicurata e il bene comune tutelato prima di ogni altra cosa. Una società dove non dominava la precarietà che porta ai ricatti, dove il privilegio veniva sradicato, insieme alla corruzione, alle mafie e ai prepotenti che invece caratterizzano l’attuale.

Ecco, noi, saremo fatti male, la luna la vogliamo ancora. Addio Compagno Ingrao, che la terra ti sia lieve.

62 commenti su “Vogliamo ancora la luna”

  1. Bersellini, sei male informato! In gioventù fu fascista ma aveva già cambiato idea all’epoca della guerra civile spagnola e poi entro in clandestinità come membro del partito comunista!

  2. Ciao Pietro
    Ripartiremo da Antonio Gramsci, dalla sua immensa e straordinaria elaborazione di pensiero, riposizionandoci quale unica forza politica alternativa al neoliberismo imperante.

  3. Ciao Pietro. Non ti curar di loro….vitalizio. e altre porcate. Nn leggono scrivono solo tanto per. Qualcosa di sinistra ha gia’ spiegato come tu nn eri fascista……..mi mancherai compagno. Una mattina mi son svegliata o bella ciao ciao ciao Pietro R.I.P.

  4. chi si permette di scrivere cose ignobili su pietro tutto sommato è invidioso comunista come lui non potremo esserlo mai. ciaooo pietro. ma ti abbiamo amato, qualcuno ha provato a cambiare il mondo e se non ci siamo riusciti non mi pento nè son depressa sono piuttosto orgogliosa in piccolissima parte di aver contribuito anche io, ed a botteghe oscure lo schifoso pam (ma è mafioso anche lui?) non lo vedo proprio… per me è tutto rimasto come prima. io lo schifo non lo vedo. continuo a vedere dinosauri dove ci sono supermerkati. scusate le kappa le ho messe apposta.

  5. Se la luna!!!!!!!! Ci pensa Renzi a darci la luna ed altro, alla faccia della sinistra….. Come la canzone di Mina “Parole parole” ma a mangiare sempre i soliti sia di destra che di sinistra….

  6. Ciao PIETRO vorrei dedicarti una delle piu’ belle frasi dei padri costituenti: “„Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra costituzione.“

  7. Ero un Balilla come tutti gli scolari italiani, a 10 anni di politica non capivo niente, mi ricordo che detestavo la divisa perchè mi faceva sentire uguale a tutti gli altri. Ero alquanto individualista e, forse questo difetto mi è servito per fare un’ottima carriera nella mia professione. Come dire: talvolta i difetti aiutano.

    Il 29/09/2015 07:44, Nino Cardarelli ha scritto:

  8. Mio nonno Giulio Gatti fratello di Aldo martire antifascista non si iscrisse mai al Partito, tuttavia non gli fu impedito di avere un avviatissimo negozio di stoffe, ma teneva nascoste le pezze di stoffa nere per fare camicie. Piccolo eroe di campagna.

    Il 28/09/2015 20:59, Noemi Sinagra ha scritto:

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