Nel ricordo di Vittorio #Arrigoni

Il 15 Aprile di 4 anni fa, veniva ucciso Vittorio ‘Vik’ Arrigoni. Fu prima rapito, e poi strangolato. Non servono troppe parole per dire chi è stato Vittorio Arrigoni. Vik era un attivista, ha operato in tanti Paesi, impegnato nella manutenzione e costruzione di alloggi per senzatetto, per disabili, per i profughi di guerra. Poi arriva in Palestina. Vede. La vive. Si schiera con i palestinesi, contro Israele. Vik, per questo, viene chiuso in un autobus dove viene picchiato da militari israeliani che lo prendono a calci in faccia. Viene abbandonato in Giordania, dove viene soccorso dai militari giordani. Si, basta questo per dire chi è stato Vik. Ma non basta, invece, per dire cosa continua ad essere.

Si, perché Vik continua ad essere, per tutti noi, la dolcezza e l’umanità, quell’umanità che soffre se soffre un suo fratello.

Ho la videocamera con me, ma ho scoperto oggi di essere un pessimo cameraman, non riesco a riprendere i corpi maciullati e i volti in lacrime. Non ce la faccio. Non riesco, perché piango anche io

Si, perché Vik continua ad essere l’umanità, quell’umanità che non si gira dall’altra parte, che non rimane indifferente davanti alla crudeltà.

Faranno il deserto e lo chiameranno pace. Il silenzio del ‘mondo civile’ è molto più assordante delle esplosioni che ricoprono la città come un sudario di terrore e morte

Si, perché Vik continua ad essere l’attivismo, che smuove le coscienze, che ad esse urla.

Qualcuno fermi questo incubo. Rimanere immobili in silenzio significa sostenere il genocidio in corso. Urlate la vostra indignazione, in ogni capitale del mondo ‘civile’, in ogni città, in ogni piazza, sovrastate le nostre urla di dolore e terrore. C’è una parte di umanità che sta morendo in pietoso ascolto

Si, perché Vik continua ad essere il rifiuto della guerra, l’amore per la pace.

Io non credo alla guerra, non voglio essere seppellito sotto nessuna bandiera. Semmai, vorrei essere ricordato per i miei sogni

Si, perché Vik continua ad essere la fratellanza.

Io non credo nei confini, nelle barriere, nelle bandiere. Credo che apparteniamo tutti , indipendentemente dalle latitudini e dalle longitudini, alla stessa famiglia, che è la famiglia umana

Infine, Vik continua ad essere la libertà.

Continueremo a fare delle nostre vite poesie, fino a quando libertà non verrà declamata sopra le catene spezzate di tutti i popoli oppressi

Tutto questo sei e sarai per noi. Ciao Vik, mi permetto di concludere come concludevi sempre tu i tuoi articoli.

Restiamo umani.