Dalla tessera #PD-EXPO al partito liquido

Speravo fosse uno scherzo.

Speravo che quella locandina che mostra uno sconto sul biglietto per l’EXPO accompagnata al tesseramento al Partito Democratico milanese per gli under 30 fosse soltanto uno scherzo di cattivo gusto, forse di qualche grillino bontempone.

Invece no.

Sono andato sul sito del PD Milano e ho trovato, accanto al crowdfunding per l’app “Bella Ciao Milano”, la locandina di cui sopra.

Siamo oltre le truppe cammellate, siamo oltre persino il panino e bibita alle manifestazioni di Forza Italia. Molto candidamente il Partito Democratico di Milano ha scelto di mettersi al pari di una tabaccheria o di una promozione di pentole in acciaio inox Mondial Casa (quelle di Giorgio Mastrota, per intenderci) e di passare, insieme alla tessere annuale, anche un biglietto per quest’opera non molto pulita e sicuramente non ancora conclusa che è EXPO2015.

Siamo al partito liquido, a quel partito che, abiurando ogni forma di ideologia fondante o scaturente da esso, subordina il militante a una logica clientelare unendo all’onore-onere della militanza politica activa quello del tornaconto personale e del risparmio economico.

E il tentativo di fare paragoni con l’aiuto finanziario da parte di partiti o associazioni sindacali che, in altri termini, forse non conosciuti dalla segreteria PD e dalla sua schiera di difensori, chiameremmo mutualismo (pratica che tutt’oggi utilizza, ad esempio, Syriza, fornendo servizi di prima necessità a chi, per colpa dei tagli dei governi liberali e socialisti, ne è sprovvisto), denota la bassezza intellettuale e il pressappochismo tipico di questa fase del Partito Democratico.

Questo non si chiama mutualismo: mutualismo è fornire cibo, servizi sanitari e culturali, persino un alloggio a chi è costretto a non averli. Immaginate adesso che gli “under 30” di cui parla la locandina siano i ragazzi della LUISS a cui Renzi si è rivolto dicendo che ci sono “università di serie A e università di serie B”. Anche loro sono “under 30”, eppure se lo potrebbero ben permettere un biglietto all’EXPO a prezzo non ridotto.

E alla faccia dell’attività politica.