#Renzi-#Grillo: uno show, nient’altro

Una delle prime cose che ti insegnano in un corso base di scienza politica, quando si parla di comunicazione, è che i talk show non servono a convincere i telespettatori che tizio abbia ragione e caio no, bensì a rafforzare le convinzioni e le idee dei rispettivi elettorati di appartenenza. Alla fine di due ore di talk show politico, anche grazie al conduttore che fa da mero intermediario di posizioni diametralmente opposte, nel 90% dei casi nessuno cambia idea: quelli del PD continueranno ad essere convinti delle ragioni che li porta a votare PD e così via. Solo nei casi in cui la performance sia stata particolarmente brillante o penosa, possono esserci evidenti spostamenti di opinione, ma tarate sul singolo personaggio, raramente su tutto l’apparato politico che rappresenta.

Da 10 mesi c’è una nuova forma di politica spettacolo, che va ben oltre i talk show: le dirette streaming delle consultazioni. Il merito di questa nuova e raffinatissima nuova frontiera della trash-tv spetta al Movimento 5 stelle: non c’entra nulla la trasparenza, serve solo a galvanizzare il proprio elettorato, con slogan e frasi ad hoc volte a suggestionare non il proprio interlocutore, ma il pubblico a casa.

Beppe Grillo è stato obbligato dalla consultazione popolare a sottomettersi alla “farsa” delle consultazioni e, poiché l’animale politico non è scemo, ne ha approfittato per ribadire la propria leadership (Di Maio e quell’altro sembravano dame da compagnia) e rafforzare l’immagine dei duri e puri senza compromessi dei cinque stelle.

Matteo Renzi, subissato dalla foga oratoria di Grillo, è riuscito a mettere a segno giusto un paio di colpi, utili per galvanizzare il proprio di elettorato (Beppe, esci da questo blog), ma alla fine le consultazioni in diretta sono state lo show politico di Beppe Grillo, che è riuscito a mettere in crisi il pupo fiorentino proprio sul suo campo. Ma questo ha intaccato per un attimo la figura di Renzi? Nemmeno un po’, anzi, il suo elettorato, anche quello deluso, serrerà i ranghi di fronte al segretario premier incaricato che è stato verbalmente sommerso dalle contumelie del leader a 5 stelle.

Se ne deduce che questa nuova e raffinatissima forma di trash-tv (durata, per fortuna, molto poco) sarà la nuova frontiera della manipolazione dell’elettorato. Il che potrebbe essere un gran vantaggio, se non altro per liberare una volta per tutte dai palinsesti televisivi ore e ore di talk show e approfondimenti politici che tolgono spazio alla cultura e alla bellezza. Aboliamo i talk show, facciamo un paio di dirette streaming a settimana, dove due tizi in una stanza se le cantano e poi se ne vanno: sarebbe una liberazione.