A cosa serve realmente il ricordo delle #foibe

Non entro nel merito storico del massacro delle foibe, perché c’è chi per mestiere lo sa fare meglio di me. In quello politico però è bene mettere dei paletti per evitare che, specialmente a sinistra, ci si perda in commemorazioni strumentali che hanno pochissimo a che fare con la memoria.

Ad essere buoni, delle foibe ai fascisti importa poco o nulla. Il loro obiettivo, in questo lunghissimo secondo dopoguerra in cui per varie ragioni siamo ancora impantanati, è di creare una sorta di parità artificiosa tra camicie nere e partigiani.

Non vado nemmeno a pescare i libri di Pansa, il quale rivendica un’oggettività nella consultazione ed esposizione delle fonti storiche a cui non credono nemmeno i bambini dell’asilo, se non altro perché la ricerca ha sempre a che fare con un filtro ideologico: ma il giornalista di Libero (guarda caso) pensa di esserne immune. Né mi interessa smontare pezzo per pezzo il mantra dei “fascisti dell’antifascismo” secondo il quale qualsiasi analisi critica sulle fantasiose rivisitazioni storiche degli idolatri del Duce è bollata come negazionismo, violenza e limitazione della libertà.

Ogni 10 febbraio si compie un ulteriore massacro sulle vittime delle foibe: è l’uso a mo’ di bandiera della loro morte da parte di gruppi più o meno noti di nostalgici dell’ordine e dell’imperialismo fascista, con l’avallo (spiace dirlo) delle istituzioni democratiche di questo Paese, le quali non hanno mai mostrato interesse per la verità storica, quanto la smania di piegare quella verità alla gestione degli equilibri di potere di cui il fascismo è stato parte integrante ben più tardi della morte di Benito Mussolini. C’è forse bisogno di ricordare il fallito (e mai se ne conobbe il motivo) golpe Borghese? Abbiamo dimenticato come repubblichini della risma di Graziani o Rauti, quest’ultimo più e più volte “onorevole”, abbiano liberamente fondato e organizzato strutture come Ordine Nuovo, protagoniste della strategia della tensione? Intuisco già la risposta ed è un’altra domanda: e allora le Brigate Rosse?

Ma il punto è proprio questo, la storia e la politica non si fanno a colpi di morti e chi alla fine ne conta di meno ha ragione. Si tratta della stessa subdola strategia usata da Stéphan Courtois ne Il Libro Nero del Comunismo: Chomsky fece notare come prendendo i dati di uno studio di Dreze e Sein si potrebbe arrivare a concludere che paradossalmente la democrazia indiana fece molti più morti del regime di Stalin. Ne consegue che lo storico non può essere un mero raccoglitore di dati, ma un analista e un interprete della realtà passata. Al fascismo questo elemento fondante della ricerca scientifica non piace e gli risulta scomodo, perché gli impedisce di portare nella sinistra la paura di cadere nel negazionismo.

Una volta poste le basi di questo clima da politically correct a partire, a mio parere, già dall’amnistia Togliatti (se non parlassimo di omicidi sarebbe ironico il fatto che evitando il carcere alle camice nere si sia evitato anche agli infoibatori) il fascismo ha avuto modo di lavorare su due fronti. Da una parte scredita la memoria di tendenza “rossa” per cui il 27 gennaio diventa spesso un generico ricordo di tutte le vittime delle dittature (ma la memoria deve essere legata saldamente alla storicità dell’evento perché se ne colga il valore universale) e il 25 aprile è perennemente messo in discussione. Dall’altra parte a vicende come le foibe toglie la dignità storica e ne fa un mito da contrapporre a quello della Resistenza; non c’è umanità, non c’è pietà, non c’è riflessione, c’è invece una continua operazione sociale e politica di revisionismo storico che ha come obiettivo solo ed esclusivamente la riabilitazione del Ventennio e della Repubblica di Salò: è davvero questo che il mio Paese vuole ricordare?

98 commenti su “A cosa serve realmente il ricordo delle #foibe”

  1. Ma nelle foibe,prima di fine della guerra nessun parla,perché in quelle stesse foibe sono stati buttati dentro anche la gente che non era con i fascisti e nessuno a mai parlato perché si ha sempre taciuto per coprire le stragi fatte da loro perché non si è parlato prima???

  2. Ma ci siamo resi conto come i fascisti sono risorti.Centinaia di.link per il duce X mas e di più. Da sinistra e dal L’Anpi silenzio.Ma la snistra che fine ha fatto?Tutti gli ex lotta continua e altri dove sono finiti? Ormai hanno preso piede coi giovani.

  3. Vabbè ma allora anche noi strumentalizziamo le vittime dei nazifascisti scusate. I partiti di sinistra per decenni hanno tentato di coprire queste stragi, e dal 2004 ricordiamo anche le vittime delle foibe, oltre che gli ebrei nel giorno della memoria. Se accusiamo loro di strumentalizzare questo evento, non dobbiamo prendercela quando ci dicono che tiriamo fuori gli ebrei solo quando ci conviene.

    • La linea tra il non strumentalizzare e lo strumentalizzare le morti è molto sottile, dipende da troppi punti di vista (e trovo assolutamente inutili vedere le “stragi di destra” e le “stragi di sinistra”

    • Noi non abbiamo bisogno di riabilitare i valori della Resistenza, perché vivono nella Carta costituzionale, a differenza di chi vuole usare le foibe per mettere sullo stesso piano fascisti e antifascisti (quando la contrapposizione sulle foibe era tra invasori/occupati, tant’è che nelle foibe non ci finirono solo fascisti, come già ricordato in altri commenti). Il senso e il contenuto dell’articolo era un altro. Commentare quello forse sarebbe stato più utile.
      PF

    • Rimane il fatto, incontrovertibile, che i morti fatti durante il nazifascismo in Italia, di italiani sugli italiani, avessero motivazioni etniche e politiche. I morti fascisti in Istria, peraltro uccisi dagli jugoslavi e non dagli italiani, erano percepiti come invasori da parte degli slavi stessi cui per primi era stata tolta la terra dopo l’invasione fascista di quel territorio e il loro isolamento sociale rispetto ai nuovi arrivati. Quindi le differenze sono sostanziali. Da una parte i morti perché ebrei o comunisti, ma a casa loro. Dall’altra i morti di persone che avevano occupato un territorio che era di altri e se ne erano appropriati. Per me non è cosa di poco conto.

    • Francesco Menna Tra i ventimila morti nelle foibe possiamo contarne una grande parte assolutamente lontana dagli ideali del fascismo, semplici cittadini insomma. Sbagli a dire che gli italiani si sono appropriati di terra d’altri, perché quelle zone facevano parte della Repubblica di Venezia, e solo dopo divenute territorio asburgico; rimanendo comunque zona di grossissimi contrasti durante le guerre risorgimentali, per poi essere riannesse all’Italia già al termine della prima guerra mondiale, quando ancora Mussolini non era salito al potere. La colpa di Mussolini fu il reprimere le minoranze, però già conquistate da altri, attraverso l’imposizione della lingua e cose del genere. L’utilizzo delLe foibe è “giustificabile” tra il 25 luglio e l’8 settembre del 43 (le prime insomma), ma quando sono state riutilizzate a guerra terminata, nel 1945, dopo che Tito aveva ottenuto quelle zone dell’Italia orientale, vanno a rappresentare una delle più grandi sciagure che i comunisti abbiano mai compiuto. Se tutto fosse come dici tu inoltre non riesco a capire per quale motivo il partito comunista italiano per decenni abbia cercato di nascondere questo fenomeno. L’unico a parlarne fu proprio il comunista Concetto Marchesi, (oltre che parlamentare anche professore dell’Università di Padova) il quale cercò di ricordare una sua studentessa, assolutamente non fascista, vittima proprio delle foibe. Ciò che si va a criticare delle foibe non è la strage nei confronti dei nazifascisti, ma quella nei confronti di Italiani che colpe non avevano, ed il tentativo di oscurarlo da parte dei politici di sinistra.

    • Qualcosa di Sinistra l’articolo l’ho letto tutto, e se davvero dici che non l’ho capito vado a prendermela con la maestra delle elementari che evidentemente non mi ha insegnato bene a leggere. Sono d’accordo quando voi dite che certi fascistoidi tentano di utilizzare le foibe per mettere sul loro stesso piano i comunisti. Ciò che io ho fatto notare è che comunque come loro strumentalizzano questi fatti, anche noi ogni tanto ci facciamo prendere un po’ la mano ed utilizziamo giornate della memoria e stragi a nostro favore. Tutto qui.

    • Caro Luca Padalino, tutto esatto quello che dici. Come sai se si viene repressi è storicamente provato che anche gli innocenti ci vadano di mezzo. Il punto è che le foibe hanno avuto un fattore scatenante totalmente politico e non razziale né ideologico. Questa, lo ripeto, è differenza abissale. Che non giustifica le foibe. Ma che le pone certamente su un piano diverso rispetto alle stragi nazifasciste gratuite quanto efferate. Quelle che, insomma, oggi i fascisti cercano tristemente di mettere sullo stesso piano per sminuirne la ferocia e usare la tattica del tutti delinquenti, nessun delinquente. Non ci riusciranno. Punto.

    • Graziano Bergo ricordati che imporre la propria lingua e isolare le etnie che si sono insediate da secoli dopo la caduta della Serenissima, non può portare a nulla di buono. Non mi pare un concetto così difficile da comprendere. Poi se vogliamo tornare alla preistoria e ai Neanderthal, facciamo pure, pur di fare revisionismo triste e sciocco.
      P.S.: sinceramente un dialogo con uno che ritiene gazzettadellasera fonte d’informazione, è un esercizio che non mi attrae. Prima si studia e si devono sapere i fatti. Poi si parla. A occhio chi pubblica contenuti di quello e altri siti di bufale, non ha studiato granché.

  4. Un bell’articolo dettato da una posizione ideologica. Le foibe sono il risultato del regime nazionalista di Tito nella visione di ina grande Jugoslavia. In quelle orrende buche ci andarono a finire tutti compresi anche esponenti comunisti locali. Purtroppo, noi italiani, non avendo voluto fare i conti con la storia, come fecero i tedeschi, ci troveremo sempre con queste diaspore ideologiche.

  5. Se non vi piace parlare o non riuscite a comprendere chi fossero i morti delle foibe parliamo degli italiani donne e bambini che sono dovuti fuggire (300.000?)e poi cercare di sopravvivere sbrigandosela da soli senza aiuti statali e con pochissima solidarieta’ e hanno dovuto accettare il silenzio assordante del loro dramma ignorato , soffocato o rimosso per circa 60 anni (oppure peggio ancora strumentalizzato) Piu’ di due generazioni di italiani scomodi che bollati da fascisti (anche quando non lo erano) derubati delle loro proprieta mai veramente compensate e che sono sono dovuti ‘scomparire ‘ perche’ non erano politically correct mentre le ex camicie nere e balilla in italia che hanno voltato gabbana dopo la liberazione non hanno avuto problemi a reintegrarsi e continuare ‘business as usual ‘come nulla fosse accaduto

  6. Ma strumentalizzazioni e vergogne assodate….la storia parla chiaro. Prima i fascisti si sono accaniti sulla popolazione slava e poi a disfatta compiuta i titini si sono vendicati sulla popolazione italiana inerme ed innocente. Tito non rappresenta la filosofia di Marx nemmeno lontanamente e i suoi scagnozzi erano solo bestie mentre oggi alle commemorazioni sono ancora sempre e quasi tutti fascisti dentro. Stop! Mettetela come volete

  7. …E lo vogliono paragonare all’Olocausto. Gli Ebrei sono stati sterminati per appartenenza ad una Razza, mentre le foibe sono frutto di vendette di un popolo Serbo che è stato invaso dalle truppe Nazifasciste. Purtroppo la storia insegna che la vendetta non guarda in faccia nessuno…Compresi gli innocenti.

  8. I morti sono sempre vittime non c’è colore né bandiera , i veri partigiani lo sanno ….la morte rende tutti uguali….se poi pensiamo ai bambini non c’è nulla di diverso da quelli dei campi di concentramento o da quelli siriani che ogni giorno sgranati i loro occhi sull’orrore della bestialità umana .

  9. Ottimo articolo: chiunque lo legga con finalità capziose alla fine dovrebbe ammettere che la contrapposizione è strumentale. Ho usato il condizionale perché non sono sicuro che il noto “chiunque”lo ammetterà facilmente.

  10. Non c’è per me un giorno di memoria per questo o per quello.
    La mia coscienza si china e soffre ogni volta che guardando una stele di marmo leggo in memoria, ai caduti di tutte le guerre.

  11. Penso che di fronte a queste giornate della memoria non ci debbano essere “ma” o “però”, le foibe sono state un momento di terrore e di abominio del genere umano in un contesto storico di vendetta ; è giusto ricordare nella speranza che tutto ciò non si ripeta.
    Fa rabbia che venga strumentalizzato, ma fare polemica alimenta la strumentalizzazione.
    Comunque: ora e sempre resistenza!!!

  12. Si può fare di meglio. Prendila come una critica costruttiva, Qualcosa di Sinistra, l’ho dovuto rileggere tre volte per capire bene dove volevi arrivare. O meglio, dove volevi arrivare si capiva anche alla prima lettura, ma mi sfuggivano un po’ di collegamenti. Condivido il messaggio di fondo, ma non credo sia utile né ad un’audience di sinistra né ad un’audience di destra. Sappiamo già che i regimi comunisti del 1900 e tutti gli errori che hanno commesso vengono quotidianamente strumentalizzati e privati di un’analisi obiettiva basata su quanto il loro modo di agire si discostasse dagli ideali che propugnavano. Noi lo sappiamo e chiediamo onestà intellettuale, loro sono in malafede o non ci arrivano perché sono ignoranti e ci chiedono a nostra volta di essere intellettualmente onesti e di non fare disparità. Lavoriamo allora su noi stessi. Condanniamo le foibe, ma, prima ancora di sottolineare quanto il contesto e le motivazioni fossero diverse, sottolineiamo anche che i regimi comunisti del passato hanno agito fuori dai nostri ideali. Prendiamo le distanze da quelle dittature violente, per quanto, magari, su alcuni punti fossero davvero in buona fede. Anche Mussolini ha promosso iniziative di natura socialista, non per questo deve essere riqualificato. Dobbiamo lottare per ripulire il termine comunismo da quell’accezione dittatoriale che gli è stata affibbiata dai fascio-capitalisti, ma per farlo dobbiamo essere i primi a condannare il passato. Inutile sottolineare la malafede della destra. La malafede e la prostituzione intellettuale sono requisiti fondanti della mentalità destrorsa. È per questo che oggi la sinistra non esiste. È per questo che abbiamo mollato. Perché la malafede e l’ignoranza sono un muro invalicabile. Non sono scardinabili con la logica e il buonsenso. Mostriamoci onesti, trasparenti e investiamo sull’educazione. Il futuro è nostro, il tempo non può che darci ragione.

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