#Grillo e i Comizi-Show: “Te lo do io il dissenso”

Sono uscite le date del nuovo tour di Beppe Grillo, intitolato “Te la do io l’Europa”, a ridosso delle elezioni Europee. Comizi a pagamento quindi, dai 20 ai 30 euro, nei teatri di otto città italiane, da Catania a Milano. Già si riscontrano le prime polemiche: SEL accusa il leader del Movimento 5 Stelle di utilizzare la politica per guadagnare, ma la risposta più o meno ufficiale è che, non prendendo soldi pubblici, è giusto che il M5S si autofinanzi. Teoria che passerebbe meglio se i soldi arrivassero al Movimento, ma chissà forse sarà così.

Ci si dimentica però che un tour privato comporta anche altri vantaggi rispetto alla piazza. Grillo in questo modo evita innanzitutto il rischio contestazioni. Non certo per il biglietto che gli oppositori dovrebbero comprare, ma per la mano libera che la sicurezza avrebbe nella gestione del dissenso. In piazza se contesto è un mio diritto, tu organizzatore non puoi farci nulla: la polizia farà cordone di sicurezza per garantire il tuo diritto di fare il comizio, ma non così lontano da impedire il mio diritto di contestare. In un palazzetto l’organizzatore può sbattermi fuori.

Altra comodità è l’accesso della stampa. Perchè fare figuracce sbattendo fuori dai comizi giornalisti, quando è sufficiente spacciare un evento politico come spettacolo? In uno spettacolo privato, decido io se far entrare tutta la stampa, solo quella estera, o semplicemente non invitare le testate non gradite.

Va bene tutto per carità, mi chiedo però se sia coerente lamentarsi della legge che l’ex PDL ora Forza Italia voleva fare contro le contestazioni, per poi ucciderle nella culla chiudendosi nei teatri e nei palazzetti.

Un po’ di coraggio, dai, che la democrazia non fa poi così male.