La Repubblica è fondata sul #Lavoro?

Gira da decenni una favola di origine oscura e sconosciuta, nei circoli, nelle redazioni di giornali, nella camere del lavoro e nei palazzi delle istituzioni. La favola interpreta a suo modo il primo comma dell’articolo 1 della Costituzione Italiana e ormai è entrata nella convinzione e nella memoria popolare:

L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro

Infatti tutti i leader nazionali sono unanimi: Matteo RenziBeppe GrilloMatteo SalviniNichi Vendola, tutti a intendere con lavoro proprio l’occupazione, l’attività salariata. Ma interpretare la parola “lavoro” dell’articolo 1 della Costituzione come “impiego” è sbagliato, semplicemente perché i Padri Costituenti della Repubblica non le hanno mai dato questa accezione.

Nell’articolo 1 della Costituzione per “lavoro” s’intende il contributo che ognuno può dare al bene comune, alla collettività. E’ infatti così che l’Onorevole Amintore Fanfani, primo firmatario dell’emendamento che ha definito l’articolo in questione, lo ha inteso:

art1 mozione vincenteamendolaamendola

Che “lavoro” fosse inteso come “contributo al bene comune” era per altro opinione diffusa, come dimostrano parecchi altri emendamenti bocciati che insistevano sul medesimo concetto. Anche perché il lavoro come attività stipendiata è invece ampiamente tutelato all’articolo 4:

“La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.”

amendola

Nemmeno il Partito Comunista, per intenderci, voleva far assumere all’articolo il significato che danno oggi sindacalisti, politici e i giornalisti. L’Onorevole Giorgio Amendola presentò col sostegno del Partito una caratterizzazione classista: “L’Italia è una Repubblica democratica di lavoratori“. L’emendamento non fu approvato per soli 7 voti.

Un paese che non spiega e insegna a scuola la sua Costituzione, o almeno i suoi principi fondamentali, è un paese senza cultura istituzionale. Il continuo spettacolo che stiamo vedendo in questi giorni in Parlamento ne è la prova. Un paese che va avanti a slogan, a leggende, senza interessarsi dei contenuti e del significato delle cose non va da nessuna parte.