Hai il Q.I. basso? Sarai di destra e razzista

di Pierpaolo Farina

Alla Brock University, Ontario, Canada, non hanno dubbi: se da bambino hai un Q.I. meno sviluppato, con molta probabilità da grande diventerai razzista, conservatore e pieno di pregiudizi. Lo studio, pubblicato sulla rivista Psychological Science, motiva le sue conclusioni mettendo in luce il circolo vizioso alla base del quale i bambini con basso Q.I. finiscono per avvicinarsi e a strutturarsi attorno alle ideologie conservatrici a causa di strutture d’autorità e concetti più semplici da capire, rispetto alla complessità della realtà che li circonda (e in genere delle ideologie progressiste e relativiste).

Ecco un passo dallo studio:

Sfortunatamente queste caratteristiche contribuiscono a sviluppare pregiudizi. Nonostante le loro implicazioni importanti per i comportamenti e le relazioni interpersonali, le capacità cognitive sono state ampiamente ignorate come spiegazioni del pregiudizio.

Abbiamo proposto e testato modelli di mediazione in cui bassa capacità cognitive predicono un maggiore pregiudizio, un effetto mediato attraverso l’approvazione di ideologie di destra (conservatorismo sociale, autoritarismo di destra) e bassi livelli di contatto con i membri esterni al gruppo. In un’analisi di due su larga scala, a livello nazionale rappresentante del Regno Unito, abbiamo scoperto che più è bassa l’intelligenza generale durante l’infanzia, più razzismo si produce in età adulta, e questo effetto è stato in gran parte mediato attraverso l’ideologia conservatrice. 

Un’analisi secondaria di un set di dati degli Stati Uniti ha confermato un effetto predittivo di scarsa capacità di ragionamento astratto-omofobico sul pregiudizio, un rapporto parzialmente mediato sia da autoritarismo e bassi livelli di contatto con l’intergruppo. 

Tutte le analisi hanno tenuto conto dell’istruzione e dello status socioeconomico. I nostri risultati suggeriscono che le abilità cognitive svolgono un ruolo fondamentale, anche se sottovalutato, il ruolo in pregiudizio. Di conseguenza, si consiglia un’accresciuta attenzione sulla capacità cognitiva nel campo della ricerca sul pregiudizio e una migliore integrazione delle capacità cognitive nei modelli di pregiudizio.

29 commenti su “Hai il Q.I. basso? Sarai di destra e razzista”

  1. non avevo dubbi! lo capisci appena aprono la bocca che sono dei co………….ni.

  2. caro Farina,
    prendere uno studio e costruirci un articolo senza commentarne i presupposti e i punti critici mi sembra un modo deludente di fare informazione.
    Tanto più quando si scrive su un blog con titolo Qualcosadisinistra e si cita la considerazione dellacomplessità come elemento importante.

    Lo studio assomiglia a molti altri lavori che “dimostrano” che i neri americani sono più violenti dei loro coetanei wasp. E naturalmente meno intelligenti.

    Forse si sarebbe potuto dire che il QI è una misurazione dell’intelligenza che fa proprio quella operazione di ipersemplificazione che lo studio attribuisce ai “meno dotati” che poi andrebbero a votare a destra.
    Esistono da tempo teorie molto più interessanti, le intelligenze multiple di Gardner, che dipingono un quadro molto più complesso, interessante della realtà e soprattutto intrecciato. Le nostre storie sono intrecciate, e la caduta, la sconfitta di un compagno ha a che fare con la storia di tutti. Forse a spingere a letture razziste della vita è anche una esclusione dalle possibilità di partecipazione, con l’organizzazione competitiva della nostra società.
    Ma in realtà le cose sono molto molto più complesse.
    La meritocrazia non credo sia un modo di leggere la realtà più diffuso a sinistra. Anzi, credo il contrario, spero il contrario.
    Ci sono associazioni che radunano persone con QI sopra un certo valore, il Mensa ad esempio. Sono circoli libertari, di sinistra? Ho seri dubbi.

    Il senso dello studio sembra di quelle tautologie che molto spesso vengono confezionate come ricerche.
    Se prendo una persona, la privo di possibilità di partecipare, la umilio continuamente per le sue performance scadenti, scadenti perchè misurate su un unico asse, che non è quello in cui le sue intelligenze sono sviluppate, gli dico che nella vita non varrà mai niente, è probabile che il lui prevarranno letture difensive e corporative.
    Che scienziati quelli che scoprono queste cose.
    Santi subito.

    Noi di sinistra dovremmo rigettare queste letture della società, io credo.
    Stigmatizzanti, individuali, competitive.
    Proponendo invece letture inclusive, collettive, collaborative.

    C’è però un ulteriore elemento di delusione nel leggere il suo articolo, Farina.

    Mio figlio è un ragazzo con la sindrome di Down,
    QI certamente sotto la media,
    non ha però svastiche tatuate sulla pelata,
    ha una lettura della realtà con meno strumenti di altri, certamente.
    Spero che possa contribuire con la sua lettura semplice alla creazione di contesti collaborativi.
    Dove anche sapere fare bene il caffè, porlo con gentilezza portando un po’ di bene a chi poi lo berrà, possa essere valorizzato.
    Non solo pubblicare articoli scadenti alla Brock University, Ontario.

    Mi viene l’espressione di Vittorio Arrigoni, salutandovi.
    Restiamo umani.

    • Condivido in pieno. L’incapacità dei test QI nel valutare le persone nella loro pienezza e ricchezza è ormai nota. La rigidità di questi test è pari alla rigidità e matematicità con cui questi esperti pretendono di valutare un essere umano.

    • Condivido quanto lei dice,ma credo che nè l’articolo nè lo studio debbano essere letti in chiave razzista.Lo studio mette in luce,come lei dice,che i militanti di destra abbiano meno strumenti per capire la realtà che li circonda.Le posizioni prese di conseguenza a questo ”handicap” hanno cause esterne ai militanti stessi ed è,a mio avviso,quella che lei descrive:la mancata partecipazione nella società. Quello che ”noi di sinistra” dovremmo fare è creare una società il cui substrato non generi i mostri dell’autoritarismo,una società in cui suo figlio possa concorrere alla soddisfazione dei suoi bisogni e dei suoi familiari.
      Per quanto riguarda invece il Mensa e le idee professate dai suoi aderenti entrano in gioco altri fattori sociali.A quanto dicono gli studi,la distribuzione del Q.I. è disomogenea tra le varie classi sociali e si rivela più alto nei membri delle classi sociali più agiate(anche questi studi possano sembrare ad un primo acchito razzisti,ma vi sono delle motivazioni di carattere puramente darwiniano che non approfondisco per evitare di uscire fuori dal tema).Il figlio di un avvocato con un Q.I. di 160 punti non si mostrerà mai molto favorevole ad idee di sinistra,ad esempio l’anomia di alcune frange libertarie,perchè andrebbe contro i suoi personali interessi.
      P.S. Auguro a lei e suo figlio di vivere in un prossimo futuro in cui non esistano limitazioni di nessun tipo per chi ha un handicap cognitivo

    • quando leggo o sento queste parole
      che i malati, di mente in questo caso, intende il dotto commentatore,
      debbano stare in manicomio,
      ah sì certo, in ospedale dice lui
      ecco
      quando leggo questi commenti
      non riesco a non incazzarmi

      che cosa ci distingue dalla destra
      se coltiviamo questi pensieri?

    • Dire che uno ha il QI basso non significa dargli del “malato di mente”. E nessuno ha scritto che i “malati di mente” debbano stare in manicomio. Prego, rimanere in tema con l’articolo, anziché sparare cose a capocchia.
      Grazie,
      PF

    • sparare cose a capocchia?
      beh, forse mi riferivo al commento di Maurizio Pompei, che ne dice, Farina?
      ma non voglio palleggiare polemiche, mi sembra chiaro che lei non voglia cogliere il senso delle argomentazioni che ho provato a proporre, sopra
      magari la proposta di Mario Abbatista, molto interessante, risucirà invece a suscitare la sua curiosità
      io non insisto oltre
      Antonio Bianchi

  3. Smettetela di fare i superiori ! Purtroppo anche a sinistra c’é gente con il qi basso ( soprattutto in parlamento) . Questa superiorità della razza al contrario fa proprio pena. Pensavo che foste un po più seri.

    • Pierpaolo Farina
      ho letto il pezzo di studio riportato
      e il suo commento che precede:
      il ragionamento non gira “per filo e per segno”
      se non stando dentro una lettura ipersemplificata
      dell’intelligenza e dell’uomo.

      Pessimo servizio alla nostra intelligenza.
      Prima ancora di distinguerci in sinistra e destra, basta essere persone.

      Antonio Bianchi

    • Caro Antonio Bianchi,
      è uno studio scientifico, fatto con metodo scientifico. Può piacere o non piacere, ma senza l’esperimento cruciale che lo smentisce, la teoria psicologica che c’è alla base è convincente e suffragata dalle prove raccolte nello studio stesso.
      Se ha uno studio che dimostra il contrario, lo linki e si discuta di quello.

      Saluti,
      PF

  4. Credo che l’articolo meriti almeno una lettura.
    Ma credo anche che il commento del signor Bianchi avrebbe meritato una risposta diversa e maggiore attenzione. Come qualunque tipo di critica costruttiva.

    Non sono uno psicologo e non posso esprimere giudizi tecnici, ma, a mio avviso, il QI, se non interamente, esprime per lo meno una fetta significativa delle predisposizioni di una persona.
    E sicuramente molte teorie estremiste, razziste, omofobe, ecc propongono una lettura della realtà semplicistica che ha una presa facile su una mente altrettanto semplice. Ma il discorso non credo si possa esaurire in una pura questione di sinapsi. L’adesione a tali filosofie dovrebbe essere analizzato anche su un piano morale e su un’analisi di: ambiente, storie personali, istruzione, sensibilità, capacità empatica.

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