Verdi, Wagner e due grillini più sordi che Muti

di Laura Bonaventura

Quest’anno cade il bicentenario della nascita di due compositori straordinari: Giuseppe Verdi e Richard Wagner.

Conosco le opere di Verdi praticamente da sempre, da quando ho sentito in tv e alla radio il Va’ Pensiero (poi stuprato dai leghisti) o l’Amami Alfredo, aria che mi è rimasta impressa nella memoria soprattutto per l’interpretazione di Ileana Cotrubas. Un po’ meno quelle di Wagner, per pura e semplice ignoranza.

So e comprendo, però, che Verdi non era del popolo e per il popolo solo per il suo ruolo politico durante il Risorgimento (tanto che fu anche senatore), ma anche perché il suo lavoro di ricerca, la sua sensibilità verso tutto ciò che l’Europa esprimeva attraverso l’arte – che fosse scritta, visiva o musicale – sono stati da lui tradotti in quanto di più bello e al contempo comprensibile universalmente potesse essere l’opera lirica. Diceva Verdi

Gli artisti veramente superiori giudicano senza pregiudizio di scuole, di nazionalità, di tempo. Se gli artisti del Nord e del Sud hanno tendenze diverse, è bene siano diverse.

Ora che tra Italia e Germania (ma non solo) celebriamo due giganti, ora che in tutti i teatri si avvicendano le migliori esecuzioni di entrambi gli spiriti musicali, il web rilancia una nota stonatissima, che fa venire la nausea a chi continua a credere e a pensare che Verdi e Wagner, e chi con lo studio e la tenacia di anni li fa rivivere, siano patrimonio umano prima che nazionale.

Il pasticcio nasce con l’intervista del Corriere della Sera a Riccardo Muti, personaggio forse non simpaticissimo, ma ottimo direttore d’orchestra, che ha però osato fare un appunto a Grillo e il suo partito:

Mi ricorda Iago, che nell’Otello dice: “Io non sono che un critico…”. Criticare senza dare soluzioni credibili possono farlo tutti. Se dirigessi un’orchestra dicendo solo quello che non va, non risolverei nulla. Gli italiani si sono stancati della vecchia politica, ma ora hanno bisogno di vedere una luce in fondo al tunnel, e di qualcuno che li guidi verso la luce. Invece sento invocare dittature, “il 100% dei voti”: un’avventura che abbiamo già conosciuto, finita malissimo. E poi questo turpiloquio mi fa orrore. Un segno di abbrutimento.

E poiché non in tutto il popolo la cura Verdi funziona e quindi la cultura scarseggia, l’attacco dei fedelissimi del leader genovese viene sferrato direttamente alla persona, anzi al suo lavoro (da ka$ta ovviamente)

muti è un gran paraculoo come lo sono tutti i direttori d’orchestra; furbetti che si spacciano per musicisti anche se non sanno suonare e non hanno mai suonato alcun strumento*; non hanno mai composto nulla di proprio e spesso sono pure stonati. Nonostante tutto si sanno vendere molto bene e sfruttando l’ingenuità altrui si spacciano per grandi artisti, intascando un sacco di soldi e per lo più credendo di essere chissà chi. muti va’ pure a f…………!!!!

Giustissimo …… pigliano migliaia di Euro per agitarsi un paio d’ore come degli epilettici mentre gli altri suonano, ma chi volete prendere in giro? Sarei propio curioso di vedere quando guadagna un direttore d’orchestra in paesi civili come l’Islanda o la Scozia e paragonarlo con quello che pigliano in Italia, poi vediamo se Muti parla ancora o si sta finalmente MUTO

Non so se valga la pena dire a questi due signori che per “agitarsi come epilettici” servono anni e anni di studio e che per dirigere un’orchestra bisogna conoscerla come le proprie tasche, conoscere ogni singolo strumento, i suoi tempi, i suoi suoni, il suo potenziale come individuo nell’insieme. Non so se valga la pena dire a questi signori che Mozart si trasferì a Mannheim per imparare i segreti di questo affascinante e difficile mestiere, o che straordinari direttori furono ad esempio sia Berlioz che Mahler. O che Toscanini, uno che a 19 anni diresse l’Aida a memoria, fu apertamente antifascista e antinazista già prima della marcia su Roma, e i boicottaggi cui per questo andò incontro non riuscirono a scalfire il suo immenso valore artistico. O ancora che Gustavo Dudamel viene da El Sistema, il modello didattico musicale venezuelano voluto da José Antonio Abreu per fornire un canale di riscatto sociale ai ragazzi dei barrios.

Non so se ne valga la pena, perché temo che questi due, più che dell’altrui essere Muti si dovrebbero preoccupare del loro essere irrimediabilmente sordi alle bellezze della musica e delle sue possibili interpretazioni.

* Riccardo Muti si è diplomato in pianoforte nel 1961 e da bambino suonava il violino.

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Nota: No, non condivido nemmeno la pacata risposta firmata “Movimento 5 Stelle, Gruppi di Camera e Senato”:

Apprendiamo dai giornali che il maestro Riccardo Muti avrebbe espresso delle perplessità sul Movimento 5 Stelle, sui valori che lo animano e su quelli che è in grado di esprimere, per questo lo invitiamo a venirci a trovare, alla Camera dei Deputati o al Senato della Repubblica, per un incontro che sviluppi un momento di riflessione comune sui temi che sono a tutti noi cari, anche per formulare insieme nuove proposte che possano aiutare la cultura a riprendersi i suoi spazi, restituire agli artisti il ruolo centrale che in qualsiasi società non decadente meritano e rilanciare l’immenso patrimonio artistico del nostro Paese nel mondo.

Non la condivido perché è il solito subdolo invito che viene fatto a chiunque osi muovere una critica: entrare nel partito e cambiarlo da dentro, lo stesso che trova eco nel grillesco “o con noi o collusi con la casta”. Non è che il rifiuto totale della critica esterna e indipendente, l’omicidio premeditato della discussione argomentata. Il “noi e loro” fa parte, se non lo avete ancora capito, del linguaggio di destra, rispolverato, guarda caso, anche da Renzi alla vigilia del ballottaggio alle primarie…

11 commenti su “Verdi, Wagner e due grillini più sordi che Muti”

  1. il grosso problema del web è che ognuno, specie riparandosi dietro uno pseudonimo, è in grado di dare sfogo alla propria ignoranza (ovviamente compreso me) e trinciare giudizi… non vi faceva pena la capogruppo grillina che, alle argomentazioni serie, rispondeva “oh, mi sembra di stare a Ballarò”? con questo per lei era chiuso il discorso, sulla scia del “l’è tutto un letamaio ed allora distruggiamo il paese”

  2. Io credo che Grillo e i Grillini integralisti stiano veramente esagerando…..e quiesto non mi piace !

  3. visto che citavano l’islanda , non sarebbe male mandarli a svernare la per una quindicina d’anni; anche se il sindaco de luca mi sta molto antipatico faccio mie le sue frasi su questi individui e sul loro capo “che tutto sa e tutto puote”

  4. Ahi la Storia. Mai come in questo momento si potrebbe valutare il “nuovo” del M5S, iniziato come tutto il nuovo da quando il Mondo è Mondo e finito, più o meno, tutto nello stesso modo. Qualcuno iniziò persino bruciando i libri, colpevoli di criticare ed “infettare” le idee, e finì con il bruciare anche gli uomini. Tutti coloro che erano presenti in quei giorni giureranno di non sapere a cosa andavano incontro ma se ne resero egualmente colpevoli. Consiglio ai signori grillini di studiare un po’ di Storia, non fosse per fermare, almeno per apprendere.

  5. Che dire ragazzi… Continuate così, ogni articolo che leggo è più interessante del precedente, e quando sbuca nel desolante panorama facebookiano mi restituisce un po’ di fiducia. Avete una straordinaria lucidità e capacità critica, complimenti. :)

  6. Ecco il potere della democrazia: due emeriti PAGLIACCI – ma ne esistono altri milioni – possono dire quel che vogliono su chi vogliono!
    Muti è uno dei più grandi direttori d’orchestra del mondo: non solo italiano, non solo europeo, del mondo, mentre chi scrive quei commenti vergognosi su di lui non li conosce nessuno!

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