Il pugno di ferro leghista contro i poveri, in nome dell’onestà

Andrea Sala è il giovane sindaco del comune di Vigevano, una città di circa 64mila abitanti in provincia di Pavia. È leghista e ricopre incarichi comunali di vario tipo, da consigliere, ad assessore, a sindaco, dal 1993.

Attualmente, oltre a ricoprire il ruolo di primo cittadino è delegato (da se stesso) ad interim come assessore allo sport, sviluppo e tutela ambientale, ecologia, agricoltura, rapporto con i pendolari, viabilità (ad esclusione del piano urbano del traffico). Praticamente lui è il comune.

È sicuramente un ragazzo e politico determinato viste le sue lotte sociali che, ultimamente, lo hanno portato alle cronache di tutta Italia. Ci voleva.

Era dai tempi di Pertini che non si vedeva tanta determinazione. È un uomo che adora il “pugno di ferro” contro ogni tipo di evasore. Nemmeno la politica rigida del governo Monti che, ricordiamo, ha portato la finanza nelle mete turistiche dei ricchi italiani, è riuscita ad essere così determinata come il come il consigliere, assessore e sindaco della ridente località pavesina.

Pensate che, sul sito del comune di Vigevano, c’è anche la sua foto con alle spalle il Palazzo Ducale, simbolo della città, grazie ad un acuto fotomontaggio (il giorno in cui doveva farsi la foto davanti al palazzo pioveva, quindi ha dovuto rimediare in qualche modo).

E, pensate, cari lettori, che questo giovane e determinato sindaco è stato eletto nel 2010, al ballottaggio, dal 72% dei cittadini vigevanesi aventi diritto al voto in una lista che vedeva la Lega Nord correre praticamente da sola.

Ma, ritornando alle lotte di classe intraprese dal sindaco Andrea Sala e alla sua determinazione che tanto fa pensare a quei politici di una volta che credevano negli ideali di uguaglianza ed onestà, è impossibile non fare una riflessione sulla vicenda che lo ha visto protagonista, uno contro tutti, in nome dell’uguaglianza e dell’onestà che tutti i cittadini devono avere di fronte al Palazzo Ducale.

Tempo fa ha dichiarato: «Spezzeremo le gambe ai professionisti dell’insoluto, a livello economico, cominciamo con i pignoramenti. Abbiamo i piranha in giro, li stiamo già stanando. E l’andamento dei pagamenti delle mense è migliorato da quando abbiamo cominciato a usare il pugno di ferro».

A parte i personali complimenti per un così determinato uso di metafore tutte in una volta che accentua ancora di più il messaggio, devo dire che il giovane sindaco votato dal 72% dei vigevanesi è riuscito a fare un miracolo.

La sua lotta si incentra – visto che dare l’esempio è molto importante – sul fatto che esistono dei furbetti che non pagano la mensa scolastica ai loro figli con l’intento di fargli scroccare il pranzo indebitando ulteriormente il comune. Nel frattempo, devo dire, sono stato lì durante il periodo natalizio e c’erano delle luminarie stupende.

E chi è che non paga il pranzo? Sempre i soliti extracomunitari e quei disonesti che preferiscono “buttare i loro soldi alle macchinette” e, magari, si inventano di non avere più un lavoro.

E chi non paga la mensa deve arrangiarsi come può: o se ne va a casa, o al ristorante o ha la possibilità di mangiare un panino in classe. Non una pasta al forno o un pezzo di carne fredda, un panino, perché la regolamentazione prevede questo. Giusto per mettere un po’ di difficoltà ai disonesti evasori che non vogliono pagare la mensa ai loro figli perché extracomunitari o malati del videopoker.

I leghisti, con la scusa dell’autonomia, del federalismo e delle radici, tendono a cristallizzare le loro scelte e i loro problemi come se vivessero in un altro Paese, in un altro Stato. Come se Vigevano non si trovasse in Italia. Vogliono dividere sempre.

Ognuno di noi si è battuto o, almeno, indignato qualche volta, per le semplici idee vergognose di un esponente leghista qualsiasi nel corso degli anni, e non ci rendiamo conto che proprio adesso questi stessi personaggi le stanno mettendo in pratica. Partendo dal basso. Partendo dalla negazione della mensa a chi non può permetterselo, facendo notare che, spesso e volentieri, si tratta di persone appartenenti ad un’altra cultura e immigrati in Italia, o perché terroni, o tutte quelle fantasie che solo loro sanno inventarsi.

Però io credo di sentirmi italiano e sento che persino Vigevano, città lontana chilometri da me, appartenga alla mia stessa società, alla mia stessa cultura. E, sinceramente, informandomi su questa vicenda e guardando anche un servizio delle Iene che ne parlava, mi sono vergognato nel vedere la faccia di quel giovane sindaco che non provava nessuna forma di tristezza e disagio verso quelle persone che, non arrivando a fine mese, non possono permettersi di pagare un pasto giornaliero ai loro figli. Perché “non hanno novecento euro”, dice un bambino.

Provo vergogna quando ancora oggi si parla male degli extracomunitari che, spesso e volentieri, gli stessi imprenditori leghisti sfruttano nelle loro aziende e nelle loro imprese pagandoli in nero e non garantendogli nessun diritto.

Tempo fa ho scritto un articolo su quella donna leghista che esortava alle esplosioni dei vari vulcani del sud in modo da cancellare tutto il meridione. Ecco, credo che i livelli toccati da questi personaggi siano abbastanza simili e sorprendenti di volta in volta. Però non è colpa loro. Loro sono semplicemente la proposta che un partito espone ai propri cittadini in tempi di campagna elettorale.

Alla fine decide la gente. E un luminare della politica e dello sviluppo economico come Andrea Sala è stato eletto dal 72% dei cittadini di Vigevano, il secondo paese della provincia di Pavia per numero di abitanti. Circa 64mila.

I miei principali complimenti vanno a loro. Quella leghista è una politica fallimentare e moralmente la sbagliata. Lo provano i fatti. Loro vorrebbero, forse, una pulizia etnica.

Io auspico ad una pulizia etica.

17 commenti su “Il pugno di ferro leghista contro i poveri, in nome dell’onestà”

  1. I leghisti sono di una crudeltà inaudita. Spero che alla fine abbiano ciò che si meritano.

  2. basta NON METTER PIU’ PIEDE in certe città incivili (per quanto bella sia la piazza)

  3. La barbarie peggiore è associare il valore della vita a quello dei soldi e ci sono tantissime persone che nn sono leghiste ma che fanno la stessa associazione. Anzi ciascuno di noi deve cacciare a calci questa cosa dal proprio cervello (e dal proprio cuore). La miglior cosa da augurare a quel sindaco e a chi l’ha votato è di non arrivare a fine mese anche loro e di aver bisogno di un pasto senza poterselo permettere: questa è la migliore cura per quella forma di ignoranza e razzismo (che poi è sempre ignoranza)

  4. il 72% della popolazione se sono uomini dovrebbero cacciarlo a pe….! e fare come minimo un mese di vergogna

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